Le
nuove tecniche per determinare le intolleranze alimentari
del Dott.
Marcello Mandatori
Dal 1992 Docente di Ecologia Clinica e di Nutrizione presso l’A.I.C.T.O
dell’Università di Urbino, dal 2000 Docente di Nutrizione
Olistica presso la Scuola di Naturopatia di Anguillara, dal 2004
Docente di Nutrizione Clinica presso l’A.M.I.E.C. per i Master
di Nutrizione di Milano, Roma, Ascoli, Cosenza, Palermo.
Nella
relazione esistente tra il cibo e la salute umana, il ruolo predominante
dovrebbe essere svolto dalle intolleranze alimentari in considerazione
di tutte le implicazioni sintomatologiche e patologiche correlate
a questo importante fenomeno. In effetti il problema delle intolleranze
alimentari è ancora oggi del tutto sottovalutato e misconosciuto
da buona parte della classe medica o per meglio dire in materia
c’è ancora molta confusione. Infatti di solito si ritiene
valido solo il principio secondo il quale l’allergia è
una reazione immediata dipendente dagli anticorpi IgE, quindi altre
risposte del nostro organismo che non si manifestano con la produzione
di anticorpi IgE non sarebbero da considerare allergiche ma di altra
natura.
È questa la principale differenza che può dar luogo
a molti equivoci, primo fra tutti quello sulle reali dimensioni
del problema, di allergie alimentari ne sarebbero colpite 1-2 persone
su 10 mentre le intolleranze alimentari avrebbero una percentuale
più alta: 4-5 persone su 10. Altri equivoci sorgono poi a
livello di definizioni ambigue poco chiare che fanno confondere
le intolleranze alimentari con le allergie pur essendo in effetti
due fenomeni completamente diversi, infatti nelle allergie abbiamo
una reazione istantanea a cibi ingeriti saltuariamente es. l’orticaria
dopo aver assunto le fragole, l’edema delle mucose dopo aver
assunto i crostacei, mentre nelle intolleranze si hanno reazioni
a cibi quotidiani, comuni quali: grano, latte, pomodoro, ecc., e
i tempi di reattività, sono più lunghi, da qualche
ora fino a quattro giorni dopo!
Le varie definizioni della Società Statunitense di Allergologia,
risalenti ormai al 2000, evidenziano le diverse caratteristiche
di ogni tipo di reazione avversa agli alimenti, proprio per far
chiarezza e mettere un punto fermo in materia di allergie ed intolleranze.
Può sembrare forse elementare la definizione sulle intolleranze
alimentari ma in effetti gia sarebbe sufficiente se si capisse ed
accettasse, che eliminando per un periodo di tempo dall’alimentazione
quotidiana un qualche tipo di cibo si può ottenere la scomparsa
del sintomo o la guarigione della malattia, che poi è esattamente
quello che ci dicono gli Ecologisti Clinici statunitensi da cento
anni circa, da quando cioè si formò negli Stati Uniti
quella corrente di pensiero prima e disciplina medica complementare
poi, che dà molta importanza all’ ambiente esterno
nel quale viviamo, e che ci può causare tutta una serie di
importanti patologie, dalle pollinosi alle sensibilizzazioni chimiche,
da quelle causate dagli inquinanti ambientali a quelle dovute alle
reazioni avverse al cibo.
Patologie
e sintomi correlati [con percentuali diverse] alle Intolleranze
Alimentari:
SNC: Cefalee [emicranie], depressioni, iperattività in special
modo nell’infazia, astenie ricorrenti, torpore mentale.
GENITO-URINARIO: cistiti croniche abatteriche, dismenorrea, enuresi
nei bambini.
RESPIRATORIO: rinite, sinusite, catarro, asma, bronchite cronica,
otite.
PELLE: eczema, dermatite, orticaria, psoriasi, acne.
GASTRO INTESTINALE: gastrite, colite, sindrome del colon irritabile,
ulcere gastroduodenali, rettocolite ulcerosa, morbo di Chron.
GENERALI: linfoadenopatia tonsillare, fatica cronica, attacchi di
panico.
Considerando gli svariati sintomi anche cronici e le molteplici
malattie di difficile risoluzione che possono essere collegate al
fenomeno delle Intolleranze Alimentari si capisce bene l’importanza
delle varie metodiche diagnostiche che permettono di identificare
gli alimenti responsabili. Dirò subito che sarà del
tutto inutile sottoporre i pazienti a test quali il Prick by prick
o tipo i Rast specifici, infatti questi sono metodi che possono
essere validi solo per la diagnosi di Allergia Alimentare, fenomeni
dove sono presenti gli anticorpi Ig E, quest’ultimi infatti
sono assenti nelle Intolleranze Alimentari.
Per diagnosticare le allergie alimentari croniche o intolleranze
alimentari, le metodiche oggi più attendibili sono la Dieta
a Rotazione, la Dieta ad Esclusione ed il test di laboratorio citotossico,
chiamato Cytotoxic Test ®, unico test in Italia ad essere brevettato
con marchio CE e notificato al Ministero della Salute.
Questi metodi permettono di individuare quegli alimenti che risultano
essere “mal tollerati” dall’organismo e la cui
assunzione provoca un accumulo di tossine che possono provocare
alterazioni a carico di qualsiasi organo-apparato-sistema.
Tralascio il descrivere le due metodiche nutrizionali, che pur semplici
nella loro stesura, necessitano però di più ampio
spazio per le varie spiegazioni e per i differenti tipi di elaborazioni.
Il test citotossico è il metodo di laboratorio più
rapido ed attendibile, nei testi americani di Ecologia Clinica questa
metodica viene accreditata dell’80-85% di attendibilità.
In pratica, il test consiste nel porre a contatto il siero e i leucociti
del paziente con estratti alimentari di sostanze che rientrano nell’alimentazione
quotidiana: dai cereali [grano, mais, riso, ecc.] alle carni [bovino,
suino, pollame, ecc.], dal latte alle uova, dal caffè al
cacao, da alcuni tipi di frutta alle verdure più utilizzate
[patate, pomodori, lattuga, olivo, girasole, ecc.].Gli alimenti
che hanno mostrato una positività al test, [così come
eventualmente alle diete a Rotazione e ad Esclusione] verranno esclusi
dal paziente per un periodo variabile, a seconda del grado di reazione
[da un minimo di due ad un massimo di sei mesi]. Comunque indipendentemente
dal periodo di astinenza previsto, se le patologie sono in relazione
alle intolleranze alimentari, nel periodo di 4-6 settimane, sono
destinate a risolversi completamente o migliorare nettamente.
I vantaggi del citotossico: è un test in vitro, quindi senza
nessun rischio per il paziente,- è molto rapido, i risultati
non sono falsati dalla gravità o dalla molteplicità
delle allergie del paziente, i risultati sono attendibili e ripetibili,
è molto sensibile e quindi in grado di rilevare allergie
anche lievi,-è economico [150 euro prezzo imposto in Italia]
se paragonato ad altre tecniche, è multifattoriale, poichè
dipende dai meccanismi sia cellulari che del siero, perciò
riflette i fenomeni in vitro più accuratamente che i test
che dipendono dalla reazione delle sole IgE, è molto selettivo
ed accurato e la risposta da una positività per uno-due-tre
alimenti per volta.
REAZIONI
AVVERSE AI CIBI
Le allergie alimentari: propriamente dette, che si manifestano
con reazioni immediate o quasi al cibo ingerito:l’orticaria
dopo aver mangiato le fragole, l’angioedema dopo aver mangiato
i crostacei, ecc..
Le pseudoallergie: cioè i deficit enzimatici come ad es.
la mancanza dell’enzima per la digestione delle proteine del
latte, la galattosemia che si manifesta con vomito nei neonati o
la mancanza di enzimi per la digestione dei legumi,il favismo.
Le ipersensibilità: cioè le reazioni ad alcuni
alimenti particolari [per es. vino rosso, cioccolato, formaggi fermentati,
pesce conservato in scatola ecc.] che fanno rilasciare istamina
e quindi possono anche causare cefalee, asma…
Le reazioni tossiche: agli alimenti, ossia avvelenamenti da funghi
o cibi avariati come il botulismo.
Le intolleranze alimentari: reazioni croniche, in cui eliminando
completamente uno o più cibi dall’alimentazione quotidiana,
si verifica la scomparsa del sintomo, della malattia.
|