La malattia parodontale e i sistemi tampone
di M. Antonietta Rocchi
La
professione dell’igienista dentale, che dedica tutta la sua
opera a pazienti con Malattia Parodontale, costituisce un osservatorio
privilegiato per registrare un dato oggettivo: spesso il miglioramento,
nonostante il lavoro sia svolto con dedizione e diligenza nel rispetto
di tutti i protocolli, risulta parziale e temporaneo. Superando
tutte le motivazioni che possono risiedere a monte di tale evidenza,
interessa in questa sede puntare l’attenzione sul fatto che
i risultati sembrano molto incrementati associando una “Dieta
Alcalina”. Esistono cibi determinanti un microclima salutare
che consente a organi, cellule e sistemi, di non dover affrontare
situazioni esageratamente stressanti e, oltretutto, protratte nel
tempo. A tal proposito è appropriato l’aforisma di
Ippocrate,“… che il cibo sia la tua medicina e la tua
medicina il tuo cibo”. La funzionalità ottimale dei
sistemi tampone è il requisito indispensabile per il raggiungimento
ed il mantenimento dello stato di salute ideale. Nella definizione
di un tampone non si può prescindere dall’inquadramento
del concetto di pH; “pH” significa potenziale di idrogeno
definibile altresì come il logaritmo negativo della concentrazione
degli ioni idrogeno. Ciò è sinonimo di potenziale
di salute, elemento questo imprescindibile per garantire l’efficienza
del sistema immunitario. L’organismo vede il suo ph ideale
spostato leggermente verso la basicità, mentre invece in
certe situazioni, quale l’infiammazione, esso vira verso l’acidità.
Se è vero che nel quadro della più aggiornata fisiopatologia
le
condizioni infiammatorie rivestono un ruolo necessario, esse sono
ritenute utili solo se sussistono per brevi periodi, frangenti in
cui ciò è necessario. Cibi come per es. la carne,
il pollame, il pesce, le graminacee, le noci e le nocciole, se assunte
in grosse quantità, possono produrre una quantità
di sostanze acide che non vengono facilmente eliminate. Solamente
una dieta contenente l’80% di vegetali e frutta può
portare quella quantità di minerali che il corpo può
utilizzare per eliminare gli acidi forti prodotti. Questi minerali
sono un elemento vitale e determinante per il programma di sopravvivenza.
L’organismo è progettato per sopravvivere a problemi
immediati ed è in grado di farlo a qualsiasi costo. Quando
però il problema si protrae organi e sistemi diventano esausti
e possono comparire sintomi fra cui, non da ultime, le gengiviti
con conseguente, se trascurata, malattia parodontale. Ciò
non significa che per stare bene occorre divenire vegetariani al
100%, oppure non mangiare più carne, ma piuttosto che si
deve cercare un giusto equilibrio. Mangiare sano non significa mangiare
male. Il fabbisogno proteico giornaliero è del 20%, comprese
le proteine contenute nei vegetali. Il risultato di tale dieta è
un notevole senso di benessere e un miglioramento dell’efficienza
mentale e fisica dell’individuo. La scala del pH varia da
0 a 14: 0 indica la completa ed assoluta acidità, il 14 indica
invece la completa alcalinità. Il pH di un individuo sano
è di circa 7-7.5 e ciò si ottiene con un adeguato
apporto di verdure, frutta e proteine. La determinazione del pH
delle urine si può realizzare a livello domiciliare tramite
la cartina tornasole inumidita con una goccia di urina prelevata
al mattino dopo l’eliminazione del primo getto urinario. Il
colore ottenuto consente di stabilire un valore numerico del pH:
gialloacidità [5 o inferiore], verde-neutro [7 circa], blu-alcalino
[8 o 9]. La finalità della valutazione del pH urinario è
quella di monitorare la disponibilità organica di una sufficiente
riserva di minerali alcalini, necessari per neutralizzare gli acidi
forti contenuti negli alimenti proteici e raffinati. Nei soggetti
appartenenti all’emogruppo 0, sarebbero plausibili valori
di pH urinario lievemente più acidi rispetto agli altri emogruppi.
I pazienti del gruppo sanguigno 0, essendo “carnivori”,
hanno pH gastrici funzionalmente più acidi. Per eseguire
un corretto monitoraggio del pH sarà opportuno controllare,
per almeno 3 settimane, tutte le
mattine al risveglio, il valore del pH salivare ed urinario, utilizzando
le apposite cartine tornasole reperibili in farmacia o presso un
gabinetto di analisi. L’Urinalisi è una metodica diagnostica
agile ed economica da gestire, va eseguita quotidianamente al fine
di monitorare la funzionalità dei Sistemi Tampone. I “cibi
spazzatura” e i dei cibi ad alta percentuale proteica abbassano
il pH, [ristagno di ammonio] caricando di lavoro il sistema digerente.
La digestione ha come fine secondario l’eliminazione delle
sostanze acidificanti per mantenere l’organismo il più
alcalino possibile e, a tal fine, sacrifica anche i minerali. Non
sorge alcun problema fintantoché le sostanze acide vengono
neutralizzate tramite i minerali provenienti da frutta e vegetali;
ma quando l’apporto di minerali con l’alimentazione
è insufficiente, l’organismo deve attingere alle riserve
interne. Qualora il minerale non venisse rimpiazzato attraverso
la giusta assunzione di frutta e vegetali, questi verrà comunque
mutuato dal tessuto osseo [come accade ad esempio con il calcio
che è un alcalinizzante per eccellenza]. La patologia che
ne può conseguire è l’osteoporosi e gravi patologie
osteoarticolari che, riportate a livello orodentale, significano:
Malattia Parodontale.
FABBISOGNO PROTEICO NEL TEMPO
Le ricerche svolte allo scopo di individuare il fabbisogno giornaliero
di proteine necessario al sostegno delle funzioni del corpo umano
ad un livello ottimale mostrano che il quantitativo proteico varia
nel tempo.
PERIODO |
GRAMMI DI PROTEINE GIORNALIERE |
19º SEC. |
18 GR. |
1935 |
100 GR. |
1955 |
80 GR. |
1974 |
56 GR. |
1990 |
40 GR. |
1993 |
30 GR. [*] |
[*] Ivi incluse anche quelle contenute nelle
verdure |
Fist Test [o Test del Pugno Chiuso]:
la presenza dell’eccesso di ammonio nell’organismo è
rilevabile eseguendo il Test del serrare il pugno prima di coricarsi
e nel ripetere la medesima manovra al risveglio. Qualora non si
riesca nella corretta esecuzione della manovra, utilizzando identico
vigore o ci si dovesse addirittura accorgere di avere difficoltà
a stringere il pugno, ciò starebbe ad indicare un eccesso
di ristagno di ammonio responsabile della rigidità e talora
del dolore articolare.
Poiché lo ione ammonio ha pH pari a 9.25, esso è un
valido sistema tampone ma contemporaneamente ha un effetto caustico
e citotossico sulle articolazioni. Ricordiamo che nel pugno di una
mano sono contenute 26 ossa differenti ed in cotante articolazioni
la diffusione dell’ammonio potrà essere rilevata con
chiarezza tramite l’esecuzione del Fist Test.
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