MTM n°19
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 7 - Numero 1 - gen/apr 2008
Cellule staminali
 


Giancarlo Carbone
Giancarlo Carbone
Dottore di ricerca in Citologia ed Embriologia Molecolare


Anno 7 - Numero 1
gen/apr 2008

 

Queste cellule possono essere raccolte soltanto al momento della nascita




Metti in banca un tesoro per tuo figlio: le cellule staminali del suo cordone ombelicale

di Giancarlo Carbone

partoSi è svolta recentemente a Roma, negli studi di Taxi Channel un incontro promosso da Future Health Italia, agenzia italiana Future Health Technologies, Banca Privata di sangue cordonale con sede a Nottingham, Inghilterra, sull’importanza di diffondere la cultura della conservazione, sia pubblica che privata, delle cellule staminali da cordone ombelicale, un vero patrimonio biologico per le future generazioni.
Oltre ai rappresentanti della Banca, era presente il Dott. Giancarlo Carbone, Immunoematologo del Dipartimento di Medicina Trasfusionale Roma Nord presso l’Azienda Ospedaliera San Filippo Neri di Roma che ha spiegato le proprietà di queste cellule, le loro applicazioni e le loro potenzialità di cui presentiamo un estratto.
«Le cellule staminali adulte sono cellule multipotenti che si trovano in diversi tessuti del corpo umano come, ad esempio, nel midollo osseo, dove sono presenti soprattutto precursori ematopoietici, e nel cordone ombelicale.
In particolare, per quanto riguarda le cellule provenienti dal sangue del cordone ombelicale [CSC], studi scientifici hanno posto in evidenza come questo sia ricco di cellule staminali adulte multipotenti che, essendo cellule più giovani e presentando una maggiore concentrazione di CD34 [una molecola di adesione che svolge un ruolo importantissimo nel corso del differenziamento cellulare], garantiscono una migliore plasticità, cioè una migliore capacità di differenziarsi in svariati tessuti, rispetto alle cellule staminali adulte di provenienza midollare o da sangue periferico.
Dal punto di vista terapeutico, le CSC possono curare pressoché le medesime malattie che, attualmente, vengono trattate tramite trapianto di midollo osseo [come ad esempio patologie oncoematologiche quali leucemie e linfomi]. Ed infatti, grazie alla capacità di differenziarsi anche in altre linee cellulari, sin dalla fine degli anni ’90, si è potuto osservare come CSC , dopo adeguata stimolazione con citochine specifiche e fattori di crescita, si siano transdifferenziate in cellule del tessuto muscolare striato, in cellule gliali del tessuto nervoso, in cellule epatiche, in cellule del tessuto muscolare cardiaco, pancreatico e della cute.
Le CSC vengono impiegate con successo da diverse equipes mediche per la rigenerazione di tessuti danneggiati quali, ad esempio, il cuore a seguito di infarto del miocardio, permettendo non solo un risparmio di risorse in termini di minor consumo di emocomponenti in fase intra e perioperatoria, ma garantendo anche una maggiore compliance post operatoria del paziente trattato.
Oggi parlare di cellule staminali adulte, ed in particolare di quelle da cordone ombelicale, significa non solo poter considerare il loro impiego per la terapia delle patologie sopra descritte ma rappresenta anche una possibilità per un loro impiego futuro per la terapia di malattie degenerative quali l’Alzheimer ed il Parkinson, di disordini metabolici ed autoimmuni, come il diabete, la sclerosi multipla e l'artrite reumatoide.
Se da un lato i punti forza delle CSC consistono nella loro plasticità, nella loro alta concentrazione al momento della raccolta, nell’assoluta compatibilità -nel caso delle autologhe- con il bambino e gran parte dei suoi familiari [rappresentando, quindi, una grande opportunità per le future applicazioni cliniche e chirurgiche], dall’altro lato sussistono ancora delle criticità rappresentate dal fatto che queste cellule possono essere raccolte soltanto al momento della nascita, e che, ad oggi, non si conosce ancora quale sia il periodo massimo della loro conservazione [testato fino a venti anni] e che il “bancaggio”, ossia la conservazione delle CSC in Italia nelle strutture pubbliche, è ancora scarso in quanto soltanto dall’1% dei cordoni provenienti da circa 580.000 parti annuali vengono raccolte le cellule staminali. È proprio per questo che la coesistenza di banche pubbliche e private deve essere considerata non come un sistema in concorrenza ma come un modello integrato efficiente ed efficace in cui le due banche devono integrarsi ed affiancarsi al fine di incrementare la raccolta, la conservazione e l’impiego terapeutico delle cellule staminali da cordone.
Infatti, conservando il sangue del cordone ombelicale del proprio bambino, in caso di bisogno, è possibile effettuare un trapianto di CSC senza incorrere in rischi di rigetto, evitando lunghi tempi di attesa nella ricerca di un donatore e/o di cellule già congelate compatibili anche se per alcuni disordini ematologici ed immunologici di origine genetica, allo stato attuale, l’unica possibilità terapeutica rimane il trapianto allogenico».