La sindrome del "Cri du chat"
di Daniela Concolino
La sindrome del "CRI DU CHAT" [grido del gatto]
è una malattia cromosomica che prende
il nome dal particolare suono, simile ad
un miagolio, che emettono i neonati affetti
da questa malattia nel piangere. L'incidenza
varia tra 1/15.000 e 1/50.000 nati vivi
e la malattia è facilmente sospettabile alla
nascita poichè, oltre al pianto tipico, i
neonati affetti presentano una microcefalia
[circonferenza cranica più piccola rispetto
all’età], uno scarso peso alla nascita ed un
aspetto caratteristico del viso con rime palpebrali
oblique, epicanto [piega cutanea
nell’angolo interno dell’occhio], ipertelorismo
[distanza aumentata tra gli angoli interni
dell’occhio], radice del naso larga, attaccatura
bassa delle orecchie e micrognazia
[iposviluppo della mandibola]. A questo
quadro clinico possono associarsi, con
una frequenza elevata, malformazioni cardiache
e/o renali che sono responsabili di
una mortalità nel primo anno di vita in circa
il 10% dei casi. La perdita di questa regione
cromosomica è, inoltre, responsabile
di una compromissione del sistema nervoso
centrale che comporta difficoltà di suzione
ed ipotonia nel periodo neonatale,
mentre nei periodi successivi si evidenzia
un ritardo di sviluppo psicomotorio ed un
ritardo mentale di entità variabile. La diagnosi,
sebbene sospettata alla nascita, deve
essere confermata con lo studio dei cromosomi
[cariotipo], esame che viene effettuato
tramite un prelievo di sangue e che
consente di valutare la dimensione della
delezione. Non esistono al momento terapie
specifiche in grado di eliminare la sindrome,
ma sicuramente la messa a punto di
un follow-up multispecialistico ed in particolare
neuropsichiatrico consente il raggiungimento
di un buon grado di autonomia
ed inserimento sociale.
GENETICA
La sindrome del cri du chat è causata dalla
perdita [delezione] di una parte più o meno
estesa del braccio corto [p] del cromosoma
5 e pertanto definita anche come sindrome
5p-. Nella maggioranza dei casi la malattia compare sporadicamente ed i genitori del
bambino affetto hanno un cariotipo normale.
In questi casi la delezione viene definita
“de novo” e non comporta un rischio di
ripetizione [rischio di ricorrenza] nella famiglia.
Nel 10- 15% dei casi uno dei genitori
è portatore di una anomalia cromosomica
[più spesso una "traslocazione"] definita “bilanciata”
perché non comporta perdita di
materiale genetico e quindi asintomatica,
ma che può dare origine ad una delezione
nel figlio. In questi rari casi il rischio di ripetizione
è elevato. La delezione può coinvolgere
tutto il braccio corto del cromosoma o
può interessare una regione piccolissima.
Negli ultimi anni le nuove tecniche di studio
dei cromosomi ed in particolare la tecnica
chiamata FISH [ibridazione in situ mediante
fluorescenza] ha permesso di migliorare la
definizione dell'ampiezza della delezione.
NOTIZIE UTILI
CODICE MALATTIA RARA: RN067O
A.B.C. ASSOCIAZIONE BAMBINI
CRI DU CHAT-ONLUS
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