Il percorso verso l’adozione internazionale
a cura dell’ Ufficio Stampa Ai.Bi.
Amici dei Bambini
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Già dai tempi di Babilonia, basta aprire gli occhi
e puntarli un po’ più lontano per rendersi
conto di come il mondo sia un luogo
pieno di squilibri: esistono persone che
hanno molto e persone che hanno poco,
ricchi e poveri, sani e malati. Coppie che desiderano
un figlio che non possono avere e
bambini che desiderano una famiglia che
non hanno. È dall’incontro di queste due
realtà che nasce la meraviglia dell’adozione.
Adottare un bambino è qualcosa di più che
mettere al mondo una creatura. Non nasce
solamente da un desiderio di maternità e
nemmeno da una profonda opera di solidarietà:
adottare significa aprire le porte
della propria famiglia per accogliere e dare
speranza e calore a chi è rimasto ingiustamente
abbandonato. Ogni bambino ha diritto
ad una famiglia e fortunatamente esistono
tante coppie pronte a ricevere e sostenere
chi è vittima dell’abbandono. Queste
coppie scoprono presto che il cammino
verso l’adozione è un percorso obbligato,
pieno di difficoltà e lunghi tempi d’attesa.
Una gravidanza diversa da quella naturale,
ma l’emozione che si prova è la stessa.
L’adozione può essere nazionale, quando il
bambino proviene dallo stesso Paese della
coppia, o internazionale. In questo caso il
bambino proviene da un Paese e una cultura
diversa. È sicuramente la seconda scelta
quella che comporta il percorso più difficile
e più oneroso. Durante questo cammino
la coppia verrà in contatto con gli enti,
i tribunali e corsi di formazione. Ma tutto
ciò non deve spaventare e soprattutto
una chiara descrizione dei passaggi da affrontare,
alleggerirà sicuramente lo smarrimento
iniziale.
L’IDONEITA’
In Italia, l’adozione internazionale è regolata
dalla legge n° 184/83 così come modificata
dalla legge 476/98. Secondo questa
norma, le coppie che desiderano intraprendere questo percorso devono ottenere
un’idoneità specifica dal tribunale dei minori
competente per territorio.
I requisiti dettati dalla legge italiana sono i
seguenti: la coppia deve essere sposata da
almeno 3 anni o aver raggiunto questo periodo
temporale sommando alla durata del
matrimonio il periodo di convivenza prematrimoniale;
la differenza di età tra la coppia
e l’adottato deve essere compresa dai 18
ai 45 anni; le coppie devono essere idonee
ad educare, istruire, e in grado di mantenere
i minori che intendono adottare.
Letti i pareri e la relazione dei Servizi socioassistenziali
degli Enti locali, il Tribunale dei
minori, previo ulteriore colloquio con un
Giudice, dichiara l’idoneità o l’insussistenza
dei requisiti all’adozione della coppia.
I CORSI DI FORMAZIONE
La coppia è tenuta a seguire dei percorsi di
formazione, alcuni obbligatori, altri facoltativi,
che accompagnano e preparano all’adozione.
Durante questi appuntamenti,
propedeutici al proseguimento del cammino
verso l’adozione, le famiglie raccontano
la propria esperienza e offrono preziose
informazioni alle aspiranti coppie. Questo
percorso si conclude con un colloquio individuale
con uno psicologo, per una valutazione
delle concrete possibilità di adozione.
CONFERIRE INCARICO
A questo punto, una volta ottenuta l’idoneità
dal tribunale dei minori competente,
per poter proseguire l’iter adottivo le coppie
devono conferire l’incarico a un Ente autorizzato dalla Commissione per le adozioni
internazionali [Cai]. In Italia sono oltre una
ventina le associazioni riconosciute che si
occupano di adozione internazionale. Questi
enti accompagnano la coppia durante
l’intero iter adottivo. Si occupano di tutti le
faccende burocratiche, traduzione dei documenti,
segnalano il bambino da adottare
e provvedono all’abbinamento.
LA SCELTA DEL PAESE
La destinazione verso il paese straniero viene
operata dalla associazione [solo alcuni
enti permettono alla coppia di indicare una
preferenza per il paese]. La scelta prende in
considerazione l’andamento delle adozioni
negli stati di origine, la segnalazione dei
bambini adottabili, i requisiti richiesti dai
paesi di origine e la peculiarità delle coppie.
Da questo momento la coppia viene presa
in carico dal responsabile di area che avrà il
compito di seguirla nella preparazione dei
documenti e durante tutto il cammino
adottivo.
L’INCONTRO TECNICO
Nel periodo che intercorre tra la preparazione
e la consegna dei documenti, le coppie
vengono invitate presso le sedi dell’ente
per un incontro specifico sul paese di destinazione.
L’incontro viene condotto dal
responsabile di area che ha il compito di illustrare
la situazione del paese, la condizione
degli istituti dove si trovano i bambini,
la proposta di abbinamento, la legge vigente
nel paese, i tempi di permanenza all’estero,
il rappresentante, le possibilità di
alloggio e tutti i vari dettagli inerenti.
LA CONSEGNA DEI DOCUMENTI
La coppia, dopo aver ultimato la preparazione
dei documenti, consegna il dossier,
corredato dalle fotografie del nucleo familiare
e della casa, alla sede dell’associazione.
Una volta verificati, i documenti vengono
spediti al rappresentante estero nel Paese
di destinazione. Sottoposto ad un’ulteriore
verifica e un’eventuale traduzione, il
dossier viene inviato all’autorità locale.
L’INCONTRO PER L’ABBINAMENTO
Il dossier ora è a disposizione dell’autorità
straniera per un possibile abbinamento. La
procedura è diversificata a secondo della legislazione
dei singoli paesi. Quando un nostro
rappresentante segnala un bambino
per la coppia, il responsabile di area si attiva
per avere la scheda relativa al minore. La
coppia viene convocata presso una sede
dell’associazione. Lo psicologo prepara gli
aspiranti all’incontro con il bambino e dà
indicazioni sugli atteggiamenti e sul comportamento
da tenere. Alla fine dell’incontro
la coppia, consapevole della storia e dello
stato di salute del bambino, sottoscrive
l’accettazione dell’abbinamento proposto;
il documento viene poi inviato alla Commissione
per le Adozioni Internazionali e
all’Autorità Straniera.
PARTENZA E ACCOMPAGNAMENTO ALL’ESTERO
Il responsabile di area mantiene contatti
costanti con il rappresentante che riceve la
comunicazione definitiva da parte dell’autorità
straniera relativa alla partenza
della coppia. Rimane a disposizione per organizzare
il viaggio ed il soggiorno nel paese
di destinazione. Un prezioso punto di riferimento
per qualsiasi evenienza.
Dopo la partenza la coppia viene seguita
nel paese straniero dal rappresentante e dai
suoi collaboratori. Il periodo di affiatamento
con il bambino inizia subito secondo
quanto stabilito dalla legge del paese:
quando la coppia parte il rappresentante ha
già provveduto a fissare l’appuntamento o
presso il tribunale di destinazione o con i
servizi preposti. La coppia è sempre seguita,
in modo particolare quando si deve recare
in tribunale o presso le autorità competenti
per le interviste con l’équipe psicosociale.
Il supporto del rappresentante è
molto importante perché la coppia si trova
in un momento particolare: è in un paese
straniero di cui di norma non conosce la
lingua, è in una situazione di tensione, ha
bisogno di essere aiutata a superare le prime
difficoltà legate all’incontro con un
bambino che diventerà figlio, ma che per il momento è un “estraneo”. A questo punto la
coppia torna in Italia assieme al piccolo
adottato. Inizierà una nuova vita, difficile
ma ricca di emozioni. La nuova famiglia non
sarà lasciata a se stessa, sono numerose le
associazioni che offrono incontri di post
adozione. Attraverso il confronto con psicologi
e altre famiglie adottive la famiglia
non si sentirà sola. Inoltre anche internet diventa
un mezzo per tenersi in contatto, sono
infatti numerosi i siti, forum e blog in cui
i genitori adottivi si incontrano per raccontare
le proprie esperienze.
«AMICI DEI BAMBINI»
Dal 2008 l’associazione Amici dei Bambini promuove
la campagna “L’adozione non ha prezzo”,
per ottenere la gratuità dell’adozione internazionale
così come già accade per quella nazionale. La
proposta mira a presentare una legge di modifica
dell’assetto attuale. Si offrirebbe una possibilità in
più ai minori abbandonati in attesa di famiglia.
Adottare un figlio é certamente una scelta d’amore,
ma é evidente che l’aspetto economico mantiene
la sua importanza. Una famiglia sa che, se
vuole adottare, deve mettere in conto sul bilancio
familiare una cifra che va dai 7mila in Albania ai
20-25 mila euro nella Federazione Russa.
Ad oggi il sostegno concesso alle coppie che adottano
fuori dall’Italia è la deducibilità del 50% dei
costi sostenuti. Amici dei Bambini vuole arrivare alla
totale detraibilità al 100% delle spese relative alla
procedura adottiva. Tale proposta mira in primo
luogo a poter garantire il diritto del bambino abbandonato
di avere una famiglia che lo accolga. In
secondo luogo impedirebbe che il possesso o meno
di una certa somma di denaro possa discriminare
alcune coppie dall’adottare.
Con tale iniziativa Amici dei Bambini mira a far riconoscere
l’adozione internazionale come intervento
di cooperazione allo sviluppo, sussidiario alla
prevenzione dell’istituzionalizzazione, della reintegrazione
familiare e dell’adozione nazionale. In
tale contesto l’adozione internazionale verrebbe ad
assumere il significato di intervento di emergenza
a favore dei minori orfani o “fuori dalla famiglia”.
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