Cos’è l’omosessualità?
La parola omosessualità è stata tolta definitivamente dal Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali, [manuale
dove psicologi e psichiatri possono trovare le linee guida con cui stabilire la presenza o meno di un disturbo mentale]
già dal 1973. Il documento dell’Associazione Psichiatrica Americana che sanciva questa modifica, dichiarava:
«L'omosessualità in sé non implica un deterioramento nel giudizio, nell'adattamento, nel valore o nelle generali abilità
sociali o motivazionali di un individuo», a questo proposito il 17 Maggio di quest’anno è stata festeggiata la quinta giornata
mondiale contro l’omofobia con eventi organizzati in tutta Italia.
L'identità sessuale è costituita da diverse
componenti: il sesso biologico, l’identità di
genere [il senso psicologico di essere maschio
o femmina], il ruolo di genere [l’adesione
a norme culturali e comportamentali
dell’essere femmina o maschio] e l’orientamento
sessuale, quest’ultimo è definito
come l’attrazione affettiva e sessuale per individui
dello stesso o dell’altro genere.
L’orientamento omosessuale indica l'attrazione
verso individui dello stesso genere;
l’orientamento eterosessuale l’attrazione
per individui del genere opposto; l’orientamento
bisessuale l’attrazione verso
persone di entrambi i generi sessuali, le
persone dall’orientamento omosessuale
vengono chiamate gay [sia uomini che donne]
o lesbiche [solo per le donne].
L’orientamento sessuale va distinto dal
comportamento sessuale in quanto si riferisce
alle sensazioni e alla concezione del
proprio sé. Non è detto che l’orientamento
sessuale venga esplicitato nel comportamento;
allo stesso tempo un comportamento
non è, di per sé, indicativo dell’orientamento.
Si stima che gli uomini che hanno rapporti
sessuali con altri uomini siano in numero
maggiore rispetto a quelli che si definiscono omosessuali: per questo motivo, le
organizzazioni sanitarie internazionali,
trattando di rischi di salute connessi alle
pratiche sessuali, preferiscono utilizzare gli
acronimi MSM [“maschi che fanno sesso
con maschi”] e FSF [“femmine che fanno
sesso con femmine”] piuttosto che i termini
“gay” e “lesbiche” - che si riferiscono, invece,
all’identità dichiarata.
Le teorie più accreditate ipotizzano differenti
origini per l’orientamento sessuale ed
includono fattori genetici, psicologici e socio-
ambientali; si ritiene che l’orientamento
sessuale si definisca per molte persone
nei primi anni di età anche se la consapevolezza
di sé e lo svelarsi agli altri [coming
out] avviene solitamente nell’adolescenza
e nella prima età adulta.
Sono scientificamente infondate le teorie
che vorrebbero spiegare l’omosessualità
come l’esito di un trauma familiare o di un
abuso inoltre gli psicologi non concepiscono
l’orientamento sessuale come una scelta
o come un aspetto che possa essere volontariamente
cambiato.
Nel 1973 l’Associazione Americana degli
Psichiatri ha derubricato l’omosessualità
dal manuale ufficiale [DSM] che classifica
tutti i disturbi mentali, anche l’OMS ha eliminato
l’omosessualità come categoria
diagnostica [ICD 10]. Da allora la comunità
scientifica internazionale esorta gli operatori
sociali e sanitari a non trattare l’omosessualità
come una patologia, bensì a considerarla
come variante naturale della sessualità
umana.
Secondo il Codice Etico-Deontologico dell’Ordine
degli Psicologi Italiani, infine, i pazienti
devono essere rispettati nella loro dignità
e non sono accettabili discriminazioni
nel trattamento fondate sulla diversa appartenenza
di orientamento sessuale.
Non essendo l’omosessualità una malattia
mentale, non vi sono ragioni scientifiche
perché sia tentata una conversione dell’orientamento
sessuale, infatti tentare di
cambiare l’orientamento sessuale non
comporterebbe soltanto una modifica del
comportamento sessuale manifesto, ma richiederebbe
un’alterazione delle sensazioni
emotive, sentimentali e sessuali nonché
una ristrutturazione complessiva dell’identità
del paziente. Le organizzazioni
psichiatriche internazionali hanno affermato
che la terapia volta a cambiare l’orientamento
sessuale non è eticamente
ammissibile e può danneggiare seriamente
l’equilibrio psicologico del soggetto.
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