Reinventarsi genitori
a cura di A.Ge.D.O.
Essere oggi genitori prevede l’integrazione in nuovi concetti
di famiglia e di genitorialità, questa esigenza, ormai
sempre più condivisa in ambito sia sociale, sia culturale
e politico.
Famiglie nuove quindi che modificano radicalmente il
concetto di famiglia nucleare naturale ma anche identità
nuove che fino ad alcuni decenni fa non erano così evidenti
e reali.
Essere genitori di persone omosessuali non è né facile né
scontato poiché l’omosessualità, che è una variante naturale,
della sessualità in genere non viene presa in considerazione
quando si pensa alla sessualità dei figli.
La ricerca fatta da Chiara Bertone e Marina Franchi nell’ambito
del progetto Daphne- Family Matters così tratta
l’argomento:
«Le famiglie non hanno regole, ne ruoli, né un linguaggio
costruttivo per affrontare la scoperta che uno dei propri
membri è omosessuale. Non c’è ruolo familiare per
gli omosessuali, al quale possano fare riferimento; gay e
lesbiche sono stati costruiti socialmente come estranei
alla famiglia. Comprendere quali risorse le famiglie mobilitano
per capire ed accettare l’omosessualità di un loro
membro, sostenendolo nel confronto con il contesto
sociale, ma anche come si ridefiniscono le relazioni familiari
dopo la scoperta dell’omosessualità, sono passaggi
necessari per poter sviluppare strategie e strumenti
di sostegno alle famiglie».
La suddetta ricerca, unica del genere in Italia, si è avvalsa
principalmente dei genitori dell’Agedo, associazione
genitori, parenti e amici di omosessuali, che nelle varie
sedi distribuite su tutto il territorio nazionale hanno fatto
riempire dei questionari.
Non è stato facile reperire familiari disposti a collaborare
poiché il fatto stesso di partecipare, anche se in modo
anonimo alla ricerca, significava riconoscere l’omosessualità
come parte delle vicende familiari e non come
elemento estraneo alla famiglia.
Ancora dal rapporto sulla ricerca fatto da Chiara Bertone
e Marina Franchi risulta che:
«Per metà circa dei genitori coinvolti nella ricerca, la scoperta
che il proprio figlio o la propria figlia si riconosce
omosessuale è arrivata inaspettata, più per i padri [53%]
che le madri [44%] e più rispetto ai figli che le figlie. Inoltre per il 64% dei casi il disvelamento è avvenuto
con una dichiarazione del figlio. Emerge
il ruolo centrale delle madri, che solitamente
[nel 52% dei casi] sono state le prime
a sapere e hanno fatto spesso le mediatrici
con i padri….Fratelli e sorelle nelle storie raccolte
giocano anche un ruolo importante:
non raramente il coming out comincia con
loro, come primo passo per svelarsi anche
con i genitori».
I genitori dell’Agedo che hanno in tutta Italia
punti di ascolto sanno bene che le prime
reazioni sono di dolore, di paura, di disorientamento
per una realtà nuova e non prevista
che non necessariamente sfocia in un
rifiuto. Solo un quinto dei genitori hanno
reazioni di rifiuto o di rabbia soprattutto nelle
famiglie dove più radicata è la frequentazione
religiosa.
Molto spesso basta l’intervento dei soci per
ridimensionare l’angoscia e lo sgomento
delle famiglie.
I contatti iniziano quasi sempre con una telefonata
o una mail e poi proseguono di persona
anche con l’aiuto di psicologi o psicoterapeuti
volontari.
L’istanza più sentita dai genitori è un desiderio
di normalizzazione e la prospettiva di
una vita di coppia stabile.
Rispetto a questa prospettiva e questo desiderio,
colpisce come ribadisce Chiara Bertone
nel saggio già citato: «la sostanziale assenza
delle istituzioni pubbliche [i servizi sociali
e la scuola del figlio], a cui ha fatto riferimento
per informazioni e aiuto una parte
marginale dei genitori» e la totale assenza di
leggi che regolino non solo le coppie omosessuali,
ma le diverse forme di famiglie che
si stanno formando non solo nel nostro paese,
ma in tutto il mondo. C’è da ribadire che
uno studio dell’Avvocato Antonio Rotelli appartenente
alla rete Lenford dimostra ampiamente
che l’Italia è rimasta l’unico paese
europeo a non avere una regolamentazione
in questa materia.
Questa situazione influenza anche la visibilità
sia degli omosessuali che delle loro famiglie
poiché in uno stato civile ciò che non
è regolamentato non ha ragione d’esistere e
non esiste.
Rispetto al rapporto genitori figli l’Agedoha
prodotto nell’ambito della ricerca più volte
citata il film documentario “2 volte genitori”
un viaggio nelle famiglie italiane con un
figlio omosessuale per mostrare il percorso
dall’iniziale sgomento alla consapevolezza
che la diversità è una ricchezza.
Reinventarsi genitori è il percorso che porta
le famiglie dal buio dell’ignoranza alla luce
della consapevolezza e della pluralità.
PER SAPERNE DI PIÙ
L’AGEDO è una organizzazione
di volontariato senza scopo di
lucro [onlus] che offre solidarietà
e aiuto contro il disagio
causato dal rifiuto delle persone
omosessuali, all’interno e
fuori della famiglia. Interviene
nelle situazioni d’emarginazione
sociale e si offre come interlocutore nelle lotte
contro discriminazioni, intolleranza e ingiustizie.
La sede nazionale è a Milano in Via Bezzecca N°4
Telefono 0254122211 e.mail: info@agedo.org.
Sito: www.agedo.org.
L’Agedo opera su tutto il territorio Nazionale con sedi
e punti di ascolto; i numeri di telefono aggiornati
si trovano sul sito.
L’Agedo è affiliata alla federazione internazionale
PFLAG [Parents, Families and Friend of Lesbian and
Gay] con sede a Washington- DC [Usa] e cofondatrice
dell’associazione internazionale Euroflag con
sede a Bruxelles.
L’Agedo ha prodotto insieme all’assessorato alla
cultura della provincia di Milano il video NESSUNO
UGUALE e nell’ambito della Ricerca europea DAPHNE
[Family Matters-Sostenere le famiglie per prevenire
la violenza contro giovani gay e lesbiche] il
video 2VOLTE GENITORI. Entrambi con la regia di
Claudio Cipelletti.
Il film documentario 2 VOLTE GENITORI ha vinto come
miglior documentario a giugno del 2009 il festival
mix di Milano.
CONTATTI E RICHIESTE PROIEZIONI:
info@duevoltegenitori.com
regista: claudio@duevoltegenitori.com
Agedo: info@agedo.org
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TRAILER E INFORMAZIONI:
Sito: www.duevoltegenitori.com
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