MTM n°23
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 8 - Numero 2 - mag/set 2009
Odontostomatologia
 


Prof. S. Gandulfo
Prof. S. Gandulfo
Direttore Clinica Odontostomatologica II Facoltà di Medicina e Chirurgia Università di Torino


Dott.ssa M. Pentenero
Dott.ssa M. Pentenero
Ricercatore di Malattie Odontostomatologiche Facoltà di Medicina e Chirurgia San Luigi Gonzaga Università di Torino


Anno 8 - Numero 2
mag/set 2009

 

In letteratura sono descritte varie opzioni terapeutiche, ma solo in rari casi convalidate da studi clinici. La terapia cognitivo-comportamentale può essere svolta in poche sedute, di breve durata, e mira a modificare la cognizione, il vissuto dei problemi riferiti dai pazienti




La sindrome della bocca che brucia
Una patologia emergente con localizzazione orale
di S. Gandulfo e M. Pentenero

PROTOCOLLO DIAGNOSTICO DELLA BMSLa Sindrome della Bocca che Brucia [BMS dall’inglese Burning Mouth Syndrome] è un quadro clinico-sintomatologico caratterizzato da una sensazione di bruciore spontaneo alle mucose della bocca [soprattutto lingua e palato] ed alle labbra le quali presentano all’ispezione un aspetto normale. È relativamente frequente e colpisce soprattutto il sesso femminile durante e dopo la menopausa.
I pazienti descrivono una notevole varietà di sintomi; l’ordine di frequenza: «bruciore », «scottatura», «formicolio», «puntura o punzecchiatura» «pizzicore», «prurito», talvolta lamentano «dolori atroci», «tormento insopportabile» o «gonfiore enorme » e, benché il paziente descriva sovente questo suo stato come «intollerabile», raramente la malattia rende fisicamente inabili.
I sintomi si localizzano in modo caratteristico. I 2/3 anteriori della lingua mobile sono la sede più frequentemente colpita: quando questo organo è interessato il bruciore si localizza sempre alla punta ed ai bordi e, di solito, anche al dorso. La seconda sede colpita è, in ordine di frequenza, il palato duro, fanno seguito le labbra e le creste alveolari edentule [particolarmente in pazienti con protesi] e le gengive. Meno frequente ma comunque segnalato è il coinvolgimento delle mucose geniene, del pavimento orale e dell’orofaringe considerato comunque inusuale ed atipico.
Il bruciore orale può essere associato con altri sintomi, tra i più frequenti vi è la xerostomia, che risulta essere il sintomo più frequentemente associato [nel 40-50% dei casi], la saliva viene descritta come «vischiosa » «spessa» o «colla che impasta i denti».
Va ricordato che per xerostomia si intende unicamente un sintomo, pertanto il paziente lamenta la sensazione di «bocca asciutta» a fronte però di un flusso salivare normale. Seguono nell’ordine la disgeusia [sapore acido, metallico o amaro in circa il 30% dei casi], la riduzione dell’olfatto, la disfagia [queste ultime sono associazioni rare]. L’eziopatogenesi della patologia è a tutt’oggi non del tutto chiara, anche se la comunità scientifica si indirizza essenzialmente verso l’origine psichiatrica o in alternativa neuropatica della malattia. Per quanto riguarda i fattori psicogeni, in soggetti con BMS vi è una alta prevalenza di malattie psichiatriche e disordini mentali; l’esame della letteratura permette di affermare che in più del 50% dei casi la BMS è associata a disturbi della personalità e a depressione, ansia cronica, ipocondria e cancerofobia. Uno studio italiano controllato ha evidenziato un disturbo psichiatrico nel 71.6% dei pazienti esaminati: una percentuale significativamente superiore al gruppo di controllo. Il valore di questa ricerca è stato l’applicazione dei criteri diagnostici secondo il DSM-IV particolarmente indicato per il rilievo di patologie psichiatriche associate. Per contro, a favore della teoria neuropatica, alcuni studi dimostrano possibili alterazioni neuropatiche di tipo periferico: è stata osservata in pazienti BMS una minore densità e degenerazione assonale di terminazioni nervose in biopsie dei 2/3 anteriori della lingua rispetto ai controlli. Questo studio suggerisce una possibile neuropatia trigeminale delle piccole terminazioni nervose correlabile alla BMS.
AmisulprideIn letteratura sono descritte varie opzioni terapeutiche, ma solo in rari casi convalidate da studi clinici. La terapia cognitivocomportamentale può essere svolta in poche sedute, di breve durata, e mira a modificare la cognizione, il vissuto dei problemi riferiti dai pazienti. Lo scopo principale, dunque, è quello di identificare e modificare le visioni ed i pensieri distorti o non realistici, in modo da cambiare secondariamente le emozioni ed il comportamento.
Un piccolo studio randomizzato ha mostrato che questo approccio terapeutico riduce l'intensità dei sintomi in modo significativo e tale risultato è mantenuto a distanza di diversi mesi nel periodo del follow- up. Inoltre, sempre sulla base di un’origine psichiatrica della patologia, alcuni studi dimostrano l’efficacia di benzodiazepine e clonazepam per os, clonazepam topico, stabilizzatori del tono dell’umore e antipsicotici. Tra questi è stata segnalata come particolarmente significativa l’azione dell’amisulpride.
Per contro, ipotizzando un’origine neuropatica, è stato suggerito l’utilizzo dell'acido alfa-Lipoico [Acido Tiottico], un potente antiossidante endogeno che svolge un'azione citoprotettiva estremamente efficace contro i radicali liberi e di cui vi è un documentato utilizzo in disturbi connessi a neuropatie periferiche. In un nostro recente studio randomizzato e in doppio cieco non si sono però osservati risultati diversi tra i gruppi che assumevano acido alfa lipoico e il gruppo placebo. Inoltre è interessante osservare che circa il 30% dei pazienti è andato incontro a remissione dei sintomi assumendo il placebo e questo sarebbe in accordo con un’origine somatoforme del disturbo.
Da un punto di vista odontoiatrico, non è dimostrato che le protesi rimovibili inadeguate, quando presenti, siano la causa della BMS. Certamente in questi pazienti vi è una complessa interazione tra fattori psicogeni e protesi inadeguate. Quindi, se necessario, le protesi devono essere rifatte curando particolarmente la dimensione verticale, lo spazio per i movimenti della lingua e le basi protesiche che devono essere adeguate ed assicurare la migliore distribuzione possibile dei carichi masticatori; questo rifacimento deve essere integrato dall’apporto indispensabile di altri specialisti perché questa terapia non è sufficiente da sola. Nella gestione di un paziente con probabile BMS è sempre opportuna una valutazione stomatologica al fine di verificare l’effettiva assenza di patologie del cavo orale che possano essere la causa del disturbo lamentato [Fig.1]. Quindi, raggiunta la diagnosi,qualunque sia l’atteggiamento terapeutico prescelto è di estrema importanza l’approccio psicologico al paziente, poiché è evidente il bisogno di questi soggetti di trovarsi circondati da attenzione e di essere capiti.

LE SEI REGOLE DI COMPORTAMENTO IN TEMA DI SOSPETTA
SINDROME DELLA BOCCA CHE BRUCIA

  1. ascoltare lungamente la storia clinica del paziente , in qualità di interlocutori attenti ed interessati, anche quando essa è complicata da particolari di nessuna rilevanza.
  2. capire quali sono le parti della bocca che il paziente individua come responsabili del problema e spiegare lungamente e con precisione che si tratta di strutture anatomiche normali [evitare i frettolosi giudizi del tipo lei non ha niente]
  3. escludere che il bruciore sia dovuto ad altra causa confondente eseguendo la diagnosi differenziale con una corretta anamnesi medica ed odontoiatrica, una accurata visita alle mucose orali, controllando i valori di emoglobina, eritrociti, ferritina, folati, vit B12 e glicemia e, nei casi di sospetta ipersensibilità ai materiali dentari, richiedendo i relativi test epicutanei
  4. rassicurare il paziente sulla innocuità dei sintomi, la cancerofobia è frequente in questi casi e quindi l’argomento va affrontato [ripetere le rassicurazioni nel corso delle successive visite]
  5. è importante che il paziente sappia che non è il solo a soffrire di questa malattia, per questo motivo è utile mostrare un libro o un articolo sulla SBB.
  6. quando si è ragionevolmente certi della diagnosi deve essere richiesta una consulenza psichiatrica per valutare la necessità di una terapia antidepressiva


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CONTATTI
Prof. Sergio Gandolfo
Direttore della Struttura Complessa a Direzione Universitaria di Odontostomatologia
Azienda Sanitaria Ospedaliero Universitaria San Luigi Gonzaga
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Tel. 011-9026447
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