|
Vito
Scalisi
|
ASL
RM C: D.M.I. e consultori familiari
Intervista alla Dott.ssa Trillò
di Vito Scalisi
Il grande lavoro svolto
sul territorio da uno dei nodi centrali del servizio di assistenza sanitaria
territoriale. La massiccia opera di prevenzione e assistenza nell’intervista
alla Dr.ssa M. Edoarda Trillò
Laureata
in medicina neI 1976, specialista dal 1979 in allergologia e immunologia
clinica. Dal 1982 specialista in pediatria. Ha cominciato a lavorare con
una delle prime Cooperative Sociosanitarie (H MUTA). Dal 1986 al 1989
ha lavorato in Nicaragua per conto di una O.N.G. Attuale Responsabile
del Consultorio familiare di Via Casilina 711; già Responsabile
del Dipartimento Materno-Infantile ASL Roma C.
Il dipartimento materno infantile (DMI)
ha come obiettivi generali: la tutela della salute della donna, la tutela
della procreazione e della maternità e paternità consapevoli,
la promozione della salute dei minori (0-18 anni) intesa come benessere
fisico, psichico e sociale.
È articolato in tre Aree Funzionali: Area Procreazione Cosciente
e Responsabile; Tutela Sanitaria della Maternità; Area Medicina
Preventiva dell’Età Evolutiva; Area Tutela Salute Mentale
e Riabilitazione dell’Età Evolutiva.
Intervistiamo la Dr.ssa M. Edoarda Trillò che ha diretto per anni
tale servizio e ci ha accolto nella sede di Via Monza illustrandoci alcune
caratteristiche del lavoro che ogni giorno compiono i consultori familiari
ubicati nel territorio della ASL Roma C.
Quanti consultori sono presenti
nel territorio di competenza della ASL Roma C?
La ASL Roma C comprende in estensione quattro municipi: VI, IX, XI, XII.
Al loro interno sono presenti nove consultori, non uniformemente dislocati
e con storie differenti, legate alla precedente esistenza delle ex USL
e alla loro gestione del territorio.
I nove consultori riescono a coprire tutte le richieste del territorio?
Le richieste travalicano le possibilità di risposta dei servizi.
La scarsezza di personale e di consultori presenti ne rendono difficile
la copertura globale. Basti pensare che secondo il Progetto Obiettivo
Materno-Infantile e i Livelli Essenziali di Assistenza, le ultime rilevazioni,
che provengono direttamente da studi effettuati dalla Regione, prevedono
un consultorio ogni 20.000 ab. Attualmente siamo lontani dal riuscire
a rispettare tale previsione. Riusciamo a rispondere alle domande, a volte
con lunghi tempi di attesa.
|
Il
grande impegno e la massiccia attività dei consultori nei campi
nomadi di Roma |
Da un punto di vista qualitativo,
invece, che tipo di risposta riuscite ad offrire?
I nove consultori riescono a coprire tutti i servizi previsti
dai consultori familiari, eccetto la consulenza andrologica e le consulenze
di avvocati su diritti di famiglia. Un importante compito di accesso ai
consultori familiari viene svolto dal mediatore culturale.
Chi è questa figura e quale ruolo espleta?
Si tratta di un progetto finanziato dal Comune di Roma (Ufficio Città
Sane - in collaborazione con alcune ONLUS), che ha previsto la possibilità
di utilizzare i mediatori culturali nei servizi sanitari. Possediamo una
lista di tali esperti differenziata per paese di provenienza, aree di
intervento, lingue parlate, dalla quale attingere in funzione delle richieste.
Le loro prestazioni possono così variare dal semplice interpretariato,
per via telefonica, ad una vera e propria mediazione appunto culturale.
Si tratta di una figura che sta «in mezzo», che di volta in
volta si pone come alleato dell’operatore sanitario o del paziente.
Il lavoro dei Consultori e del suo Dipartimento richiedono una
sovrastruttura di scelte culturali senz’altro impegnative. Qual’è
il suo parere in proposito?
Uno dei compiti più importanti è quello di creare una cultura
della salute che non sia solo un’offerta di prestazioni, ma anche
un momento di riflessione. I consultori non sono ambulatori, ma sono sede
di elaborazione e applicazione di modalità nuove e di riconosciuta
efficacia nel campo della prevenzione.
Dove si colloca il lavoro dei consultori nel rapporto con medici
generici e ASL?
E un rapporto sempre in crescita e che presenta molte difficoltà.
Con i pediatri di base si è costruito più facilmente, ma
passando attraverso dissapori e incomprensioni sulle attività valutate
utili. Con i medici di medicina generale, è più difficile
perché sono numericamente di più. Il legame con questa figura
professionale va ancora migliorato. Nei rapporti con la ASL. il Consultorio
è un nodo di una rete di servizi distrettuali, e rappresenta il
servizio territoriale con maggior storia e tradizione di attività.
La dottoressa Trillò e l’Equipe del D.M.I.
|
Lente d’ingrandimento
DistrettoVI: Il Consultorio
di Via Casilina, ha avviato una collaborazione con il Centro Famiglia
di Villa Lais mirata alla mediazione familiare. Sempre lo stesso Consultorio
espleta una rilevante attività nelle scuole di presentazione dei
servizi.Vicino al consultorio è poi presente il Campo Nomadi di
Villa Gordiani la popolazione del quale da anni frequenta il consultorio
per le attività di prevenzione e vaccinazione. Il Consultorio di
Piazza dei Condottieri, lavora ai corsi di preparazione al parto e all’educazione
della salute dei bambini nelle scuole elementari. Lo stesso avviene nel
Consultorio di Via H. Spencer. Qui è attivo un progetto di Promozione
dell’affidamento familiare. Il progetto promuove la formazione di
famiglie che aiutino altre temporaneamente in difficoltà. Tutti
questi consultori, inoltre, si occupano di adozione lavorando alla valutazione
delle coppie che la richiedono.
Distretto IX: sono presenti
tre Consultori. Lavorano molto nel campo dell’adozione e alla valutazione
delle coppie. Il Consultorio di Via Carlo Denina è molto impegnato
nella consulenza alle donne straniere; Marcella Coccia coordina tutto
il progetto della mediazione culturale. Tutti svolgono un’ampia
attività di vaccinazione e di educazione alla salute.
I Consultori di Via Iberia e di Via Monza hanno avviato un progetto in
collaborazione con la cattedra di psicologia dell’Università,
di controllo, monitoraggio e assistenza domiciliare a donne con depressione
grave in gravidanza. Il progetto ha come obiettivo la prevenzione del
maltrattamento infantile.
Distretto XI: il Consultorio di Via dei Lincei, per favorire
l’aggancio delle donne da controllare in gravidanza, effettua tutte
le pratiche per ottenere l’esenzione ticket. È l’unico
Distretto dove si può ottenere questo tesserino. Il Consultorio
di Via Montuori effettua un intervento specifico nel corso di preparazione
al parto. È attivo nel campo nomade di vicolo Savini, uno dei più
grandi di Roma (circa 1000 ab - 50% sotto 14 anni).
Distretto XII: il Consultorio di Via Stame sta sperimentando
i gruppi di libero accesso per i corsi di preparazione al parto. Ogni
donna al sesto/settimo mese di gravidanza può crearsi un programma
specializzato alle sue esigenze. Il Consultorio svolge, inoltre, un grande
lavoro con i ragazzi delle scuole del territorio (4.000 ragazzi l’anno
- dato del 2001 - 50% del totale contattato all’interno del territorio
della ASL Rm C). Attualmente tutti i Consultori stanno progressivamente
mettendo a regime un importante screening per i tumori del collo dell’utero.
|