Linee
guida della FNOMCeO su medicine e pratiche non convenzionali
A colloquio con il Prof. Giuseppe Del Barone,
Presidente della Fnomceo
di Vito Scalisi
Le Pratiche Non Convenzionali costituiscono
una realtà medica pratica e attiva che va riconosciuta e
regolamentata come è già accaduto in tutti i paesi
dell’Unione Europea. La regolamentazione dovrà avvenire
attraverso la costituzione di una Agenzia Nazionale composta da
soggetti istituzionali quali: il Ministero della Salute, il Murst
e la Fnomceo.
La
Medicina e le pratiche non convenzionali ritenute in Italia come
rilevanti da un punto di vista sociale, sia sulla base delle indicazioni
della Risoluzione n.75 del Parlamento europeo del 29 maggio 1997
e della Risoluzione n.1206 del Consiglio d’Europa del 4 novembre
1999, che sulla base della maggiore frequenza di ricorso ad alcune
di esse da parte dei cittadini oltre che degli indirizzi medici
non convenzionali affermatisi in Europa, negli ultimi decenni, sono:
Agopuntura, Fitoterapia, Medicina Ayurvedica, Medicina Antroposofica,
Medicina Omeopatica, Medicina Tradizionale Cinese, Omotossicologia,
Osteopatia, Chiroterapia».
Si apre così il testo realizzato al Congresso di Terni del
18 maggio 2002 dalla Fnomceo e che sancisce quelle che sono le linee
guida dell’organo nazionale in riferimento alle Medicine e
Pratiche Non Convenzionali. Un riconoscimento di alto valore sanitario
che si scontra con una realtà legislativa, presente in Italia,
ancora lontana da questo traguardo. La bocciatura del Comitato Nazionale
di Bioetica della proposta di legge Lucchese riapre il dibattito
sulla delicata questione. «In realtà» ci spiega
il Presidente della Fnomceo, Francesco Del Barone «quella
proposta di legge non rispettava nemmeno il nostro dettame. Essa
prevedeva che le pratiche delle Medicine Non Convenzionali fossero
affidate anche a figure non-sanitarie, il che è inaccettabile.
Tali medicine sono pratiche gestibili esclusivamente da parte del
medico chirurgo ed odontoiatra». Queste due figure professionali
rappresentano per la Fnomceo «gli unici attori sanitari in
grado di individuare pazienti suscettibili di un beneficiale ricorso
a queste tematiche e pratiche», si legge tra le linee guida,
«in quanto solo il medico chirurgo e l’odontoiatra sono
abilitati all’atto diagnostico, che consente la corretta discriminazione
fra utilità e vantaggio del ricorso consapevole a trattamenti
non convenzionali».
Il parere negativo sulla Legge Lucchese da parte del Comitato Nazionale
di Bioetica non rimane in ogni modo priva di elementi polemici.
«Affermare che l’omeopatia sia una medicina delle emozioni,
significa privarla di ogni valore scientifico» ci spiega Del
Barone «il che viene massicciamente contraddetto dall’elevato
numero di persone che quotidianamente fanno ricorso a questa pratica».
Il Presidente non ha dubbi in proposito «le pratiche non convenzionali
costituiscono una realtà medica pratica e attiva che va riconosciuta
e regolamentata come è già accaduto in tutti i paesi
dell’Unione Europea». La regolamentazione dovrà
avvenire attraverso la costituzione di una Agenzia Nazionale composta
da soggetti istituzionali quali: il Ministero della Salute, le Regioni,
il Murst e la Fnomceo.
Quest’organo si occuperà: di individuare e regolamentare
le attività relative alle pratiche non convenzionali; di
promuovere la ricerca di base; di monitorare le attività
attraverso relazioni semestrali/annuali da presentare alle Istituzioni
responsabili della tutela della salute; di regolamentare i percorsi
formativi attraverso l’individuazione dei criteri per l’adozione
degli ordinamenti didattici; di definire i criteri e i requisiti
per l’accreditamento dei soggetti pubblici e privati nelle
attività di formazione. La Fnomceo spera dunque che ben presto
si approdi ad una risoluzione che rimetta l’Italia in linea
con le altre nazioni donandogli un ruolo diverso da quello di retroguardia
nella quale è attualmente situata.
È necessario un intervento legislativo urgente al fine dell’approvazione
di una normativa specifica concernente le Medicine e le Pratiche
Non Convenzionali per non rischiare di rimanere aggrappati ad una
idea di medicina tradizionale troppo spesso chiusa in se stessa
nella preservazione di valori tradizionali non utili al corretto
esercizio di una professione che deve essere in grado di offrire
al paziente le migliori cure possibili esistenti.
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