Tutti
al parco con le polveri sottili
«Ambiente e infanzia»: il nuovo volume
a cura di I. Figà-Talamanca e A. Mantovani
Anche
se i bambini dei Paesi sviluppati appaiono [e per certi versi sono]
privilegiati, essi sono anche tra i più esposti a potenziali
fattori di rischio attraverso l’ambiente di vita: gli agenti
infettivi, l’alimentazione, l’aria urbana, l’ambiente
domestico e scolastico, oggetti di uso comune come i giocattoli
e stili di vita sono tutte componenti di un quadro complesso ed
in mutamento, il principale elemento di preoccupazione è
rappresentato dal potenziale incremento di patologie [endocrine,
immunitarie, neurologiche, tumorali..] nell’adulto in seguito
ad esposizioni nella delicata fase dello sviluppo postnatale, sino
alla pubertà. Il bambino non è, infatti, un piccolo
adulto. Tuttavia, l’impatto reale delle condizioni ambientali
sulla salute dei bambini [e dei futuri adulti] è ancora oggetto
di studio; le incertezze sono dovute soprattutto alle complessità
metodologiche, e alle difficoltà di valutare con accuratezza
l’esposizione ai vari fattori di rischio.
Il volume «Ambiente e infanzia» [Verduci editore Roma,
2004], per la prima volta in Italia, presenta le evidenze scientifiche
sugli effetti sulla salute del bambino da agenti ambientali oggi
noti, utilizzando un approccio interdisciplinare che vede il contributo
di pediatri, epidemiologi, tossicologi, nutrizionisti, appartenenti
ad Enti diversi [Università, Istituto Superiore di Sanità,
altre strutture del Servizio Sanitario Nazionale, associazionismo,
World Health Organization]. Alcuni importanti esempi di danni persistenti
sulla salute sono ben documentati. L’obesità infantile
è un importante fattore di rischio di ipertensione e malattie
cardiovascolari in età adulta; l’esposizione ad inquinanti
neurotossici come il piombo è associata al danno per il sistema
nervoso centrale, con riduzione permanente delle capacità
mentali dei bambini esposti. Ma oltre agli inquinanti vanno ricordati
altri fattori: il ritorno di alcune malattie infettive nei Paesi
“sviluppati”, l’esposizione al fumo passivo, i
rischi legati all’ambiente di vita [casa, scuola..] come incidenti
e avvelenamenti. Si tratta di fattori ben riconosciuti, e che potrebbero
essere significativamente ridotti con migliori strategie per la
prevenzione e la comunicazione. Accanto a questi vanno considerati
fattori emergenti e su cui è necessario aumentare le conoscenze,
quali le sostanze con effetti sull’equilibrio endocrino [“interferenti
endocrini”] e le specifiche suscettibilità su base
genetica a sostanze presenti negli alimenti o nell’ambiente.
Un punto critico per la popolazione infantile [ed anche per gli
adulti] è la qualità e la sicurezza dell’alimentazione.
Persino il latte materno, componente indispensabile per lo sviluppo
del neonato, può veicolare al neonato sostanze persistenti,
come i policlorobifenili.
In accordo con la nuova strategia Ambiente e Salute [2004-10] della
Commissione Europea [http://www.environmentandhealth.org]
e, in Italia, con il Rapporto Infanzia e Adolescenza 2003 dei Pediatri
di Famiglia, viene sottolineata l’importanza per l’analisi
del rischio delle potenziali interazioni fra agenti ambientali e
stili di vita [es., fumo passivo, alimentazione errata]; pertanto
le strategie di prevenzione dovranno basarsi sia sull’identificazione
e controllo dei fattori di rischio sia sull’informazione ed
educazione a comportamenti e stili di vita più corretti e
consapevoli che coinvolgano gli adulti e, in prima persona, i bambini.
Cuore:
intervento su neonata
da Adnkronos Salute
Eccezionale intervento salvavita al Policlinico San Donato di San
Donato Milanese, alle porte di Milano. I medici del Centro di Cardiochirurgia
pediatrica hanno operato al cuore una neonata di soli otto giorni,
che pesava appena 900 grammi. L'intervento è stato eseguito
il 12 gennaio, ma la notizia è stata data soltanto dopo che
gli specialisti hanno dichiarato la piccola ormai fuori pericolo.
Lettera ai colleghi
CARI COLLEGHI, NON SONO TEMPI FACILI PER NESSUNO!
Vorrei condividere con voi alcune riflessioni che riguardano non
solo il nostro lavoro ma anche il nostro modo di vivere. Sì,
vorrei comunicare con voi della vita, perché, forse troppo
spesso, ci dimentichiamo che ogni giorno che passa tra mille impegni
è un giorno in meno della nostra esistenza. Non è
un pensiero negativo, tutt’altro, è un modo per soffermarci
a riflettere a quanta importanza ha per tutti noi la qualità
del nostro tempo.
Nel nostro lavoro, non abbiamo a che fare con carte e computers
bensì con altri esseri umani dotati di un’anima, di
un “bagaglio” derivante da un passato vissuto nonché
dalle loro paure ed aspettative. Nell’altro dovremmo riuscire
a vedere noi stessi. Ricordiamo che gli altri, pazienti compresi,
rappresentano la “palestra” nella quale possiamo allenarci.
Chi ha fede già ha la certezza che anche gli ostacoli più
ardui possono nascondere grandi occasioni di crescita poiché
spesso hanno un significato più profondo di quello che noi
riusciamo umanamente a comprendere. Perciò a prescindere
dal nostro credo e dalla nostra filosofia di vita, di fronte ad
un altro essere umano che richiede cure, vi esorto a considerare
la possibilità di valutare non solo il suo caso clinico,
le sue reazioni biochimiche, la sua anatomia, ma il suo stato d’animo.
Cosa ci stà chiedendo? un sorriso? un sostegno? disponibilità
ad essere ascoltato? un incoraggiamento? determinazione ed impegno?
chissà? questo è proprio ciò che di volta in
volta dobbiamo scoprire.
Cerchiamo di volerci più bene, perché il tempo che
dedichiamo agli altri non è una perdita economica, bensì
è un grande arricchimento. Scopriamo la fortuna che abbiamo
nel poter godere delle piccoli e grandi cose della vita e non facciamo
guerre stupide per poter avere due euro in più; anche quelli
passano. Vi saluto con una frase del Padre Gesuita M. Pesce che
dice : «Un giorno davanti a Dio non porteremo le nostre ricchezze,
la nostra cultura, il nostro prestigio, ma l’amore e la carità
che avremo avuto verso i nostri fratelli».
Un saluto affettuoso Silvia Romano |