Ipnosi
e ipnoterapia come prestazione sanitaria
del
dott. C. Casilli [Nella foto] e del dott. E. DEL Castello
Per
ipnosi si intende sia uno dei possibili stati della mente umana
che l’insieme di tecniche per indurre tale stato mediante
la comunicazione interpersonale. Durante la trance ipnotica facciamo
esperienza di uno stato modificato di coscienza, uno stato che sentiamo
essere diverso da quello che riteniamo essere “normale”
quando siamo svegli.
In realtà la continuità della coscienza [lo stato
che sentiamo quando siamo svegli] è illusoria: durante la
giornata siamo costantemente sottoposti a discontinuità,
più o meno marcate, durante le quali annulliamo o creiamo,
oppure riduciamo o aumentiamo, alcuni “dati” dell’esperienza
cosciente. Ad esempio: stiamo guidando la nostra auto su un percorso
abituale e all’improvviso ci rendiamo conto di essere arrivati
presso lo studio o presso l’ospedale senza essere stati consapevoli
del percorso fatto. Spesso viviamo la sensazione che il tempo passi
troppo velocemente o troppo lentamente. Altre volte ancora non vediamo
una penna, un foglio, uno strumento che abbiamo proprio sotto gli
occhi, o non sentiamo la voce di una persona che ci sta parlando;
oppure al contrario è possibile “sentire” lo
squillo del telefono se aspettiamo una telefonata importante anche
se nessuno ci sta chiamando. Un odore o una canzone possono farci
“rivivere” un momento passato della nostra vita restituendoci
anche le emozioni e le sensazioni vissute. È possibile trovare
un livido sul proprio corpo senza sapere dove e come ce lo siamo
procurati. L’ipnotismo, che utilizza questa normale e naturale
predisposizione alla trance ipnotica, è in questo senso la
“via occidentale” per indurre nelle persone, volontariamente
e mediante tecniche, una modificazione dello stato di coscienza
e quindi per facilitare alcuni cambiamenti funzionali e reversibili
nelle aree della memoria, della percezione e dell’azione.
L’ipnotismo insegna quindi a capire e gestire i meccanismi
psichici mediante i quali, ad esempio, ad un paziente può
abbassarsi la soglia del dolore [con conseguente maggiore richiesta
di cura e di prestazioni mediche] così come è possibile
aiutarlo ad alzarla [fino a raggiungere capacità di analgesia
ipnotica], oppure a conoscere i meccanismi che sottendono lo stato
di tensione sperimentato durante una procedura medica e quelli che
al contrario rendono possibile uno stato di rilassamento. Insegna
a comprendere e ad affrontare i motivi per i quali un paziente non
segue le prescrizioni mediche e quali siano le tecniche comunicative
migliori per assicurarsi una maggiore compliance. Insegna quali
siano i meccanismi che sottendono alle aspettative positive o negative
[ad esempio rispetto all’efficacia di un farmaco o di una
terapia] aiutando quindi a migliorare anche la soddisfazione delle
cure oltre che il rapporto con il medico. Insegna quali siano le
tecniche comunicative e relazionali più efficaci nell’incontro
con il paziente, i familiari, i colleghi.
L’ipnosi è quindi essenzialmente un sapere psicologico
le cui applicazioni pratiche vanno oltre il campo, peraltro vasto,
della psicoterapia e si situa, in modo trasversale rispetto al sapere
medico e medico specialistico, in settori quali la terapia del dolore,
l’ostetricia, la dermatologia, l’odontostomatologia,
la medicina dello sport. Nonostante questo, l’ipnosi e l’ipnoterapia
vengono considerate irrilevanti per lo sviluppo della professione
medica. Molti medici, odontoiatri e psicologi sono prigionieri della
mitologia dell’ipnosi, e oscillano tra l’immagine dell’ipnosi
come trattamento miracoloso [valido per tutti i mali] e l’immagine
di tecnica obsoleta e inefficace. Questo retaggio mitologico dell’ipnosi
trova un suo ancoraggio nella storia dell’ipnotismo. Si tratta
infatti di un metodo di cura adottato da tutti i popoli e in tutti
i continenti, e per questo mantiene il suo retaggio magico, sciamanico
e pre-scientifico. Nella nostra cultura si è passati dalla
tradizione greca e romana [i vari centri di culto di Asclepio, ad
esempio] con guarigioni basate su suggestioni di prestigio, alle
pratiche di guarigione religiose [ad esempio l’esorcismo],
fino alle tecniche di “magnetismo animale” che però
sono da considerare un primo tentativo, fatto da Memser nel XVIII°
secolo, di riportare nel dominio della ragione e della scienza le
tecniche psicologiche [alla sua società scientifica si devono
i primi tentativi di affrontare con modalità evidence based
la psicoterapia]. Successivamente, attraverso medici e studiosi
dello spessore di Braid [medico inglese al quale si deve il termine
“ipnosi”], Bernheim, Charcot, Janet, si è arrivati
a definire un solido approccio ipnotico [che oggi definiamo “classico”].
L’oblio in cui è caduto l’ipnotismo è
durato fino agli anni ’80 del secolo scorso [a parte il suo
largo utilizzo come tecnica di intervento rapida ed efficace per
affrontare i disturbi post-traumatici dei veterani delle due guerre
mondiali e di quella del Vietnam] ed è attribuibile al grande
successo ottenuto dalla psicoanalisi di Freud.
Il fiorire dell’interesse per tecniche psicologiche efficaci
ed efficienti degli anni ’70-’80, unitamente al più
recente interesse per interventi sanitari basati sull’evidenza,
hanno riportato l’attenzione del mondo scientifico sull’ipnosi:
la “nuova ipnosi”, nata dagli insegnamenti di Milton
Erickson -medico psichiatra- è infatti un modello in cui
sono possibili studi di efficacia sia come strumento psicoterapeutico
e sia come “tecnica psicologica aggiuntiva” al sapere
medico.
Èper questo che l’ipnosi è considerata tra le
prestazioni mediche [è prevista nel nomenclatore: ipnoterapia
e ipnosi per analgesia], il Ministero della Salute riconosce i corsi
di aggiornamento su questo tema accreditandoli con punteggio ECM,
ed il Ministero dell’Istruzione, dell’Università
e della Ricerca ne autorizza i corsi di formazione quadriennali.
Corsi
e congressi
Ogni anno vengono organizzati corsi di ipnosi e ipnoterapia aperti
a medici, odontoiatri e psicologi sia presso il Centro di Psicologia
Clinica -Ipnosi -Psicoterapia Ericksoniana e sia dalle sezioni regionali
della Società Italiana di Ipnosi. Per questi corsi viene
richiesto il riconoscimento dei crediti ECM. La Società Italiana
di Ipnosi organizza congressi nazionali e internazionali e pubblica
“Ipnosi. Rivista italiana di ipnosi clinica e sperimentale”.
La Scuola Italiana di Ipnosi e Psicoterapia Ericksoniana organizza
inoltre un corso quadriennale di formazione, riconosciuto dal MURST,
al quale si può accedere con la laurea in medicina e chirurgia
o con la laurea in psicologia, oltre che molti workshop internazionali.
Per avere maggiori informazioni:
www.centroipnosi.it
www.hypnosis.it
c.casilli@centroipnosi.it
edelcast@tin.it
ipnosi@tin.it
Quando
ricorrere all'ipnosi
L’Ipnosi è una procedura durante la quale un medico,
un odontoiatra o uno psicologo suggerisce che il paziente faccia
esperienza di cambiamenti nelle sensazioni, percezioni, pensieri
o comportamenti:
1. tali cambiamenti vengono usati dal sanitario nel trattamento
psicoterapico per problemi psichici, oltre che nel trattamento del
dolore e di molti problemi psicologici;
2. il contesto ipnotico è generalmente stabilito mediante
una procedura di induzione che può essere fatta con tecniche
dirette o indirette ;
3. le persone rispondono all’Ipnosi in modi diversi. Alcune
persone sono altamente responsive nei confronti delle suggestioni
ipnotiche e altre sono meno responsive;
4. le persone che sono state ipnotizzate non perdono il controllo
sul loro comportamento.
Tecniche di
induzione
 Contrariamente
a quanto si crede l’induzione ipnotica non è uno “perdita
di tempo”, spesso caratterizzato da verbalizzazioni lente
e ripetitive di sonno o di rilassamento, ma un complesso insieme
di manovre e di tecniche comunicative efficaci per “catturare”
l’attenzione del soggetto e per dirigerne le associazioni
in senso terapeutico.
È importante che il sanitario sappia che ci sono due modalità
per lavorare con l’ipnosi: una “formale” in cui
l’ipnosi viene esplicitata [ad esempio col paziente sul lettino],
e una “conversazionale” e indiretta in cui si usano
particolari tecniche linguistiche per facilitare una trance ipnotica
o per approfondirne una spontanea già in atto nel paziente.
Raramente il medico o l’odontoiatra usano il primo tipo di
ipnosi. Per facilitare l’entrata in trance, il sanitario utilizza
due canali, quello del rilassamento e quello dello “shock”,
presenti nel repertorio neurofisiologico degli individui. Mediante
una deprivazione sensoriale [la chiusura degli occhi, le tecniche
immaginative, le suggestioni di rilassamento, la catalessia] o un
sovraccarico di informazioni [ad esempio mediante specifiche tecniche
verbali e non-verbali], l’ipnotista facilita la naturale predisposizione
che gli esseri umani hanno di “dissociare” alcuni aspetti
della loro vita psichica [ad esempio “limitando” il
dolore percepito. Quando si induce in modo formale la trance è
sempre bene affrontare le credenze che il soggetto ha sull’ipnosi,
e questo vale anche all’interno di corsi di formazione. Ad
esempio durante un corso venne spiegato che per un professionista
l’approccio migliore per apprendere l’ipnosi è
quello di avere un’esperienza personale di trance. Due tra
i partecipanti assunsero atteggiamenti diversi: il primo voleva,
prima di provarla su di sé, assistere all’induzione
dell’altro; l’altro non aveva problemi ad essere il
primo a sottoporsi all’ipnosi perché sapeva che il
didatta non sarebbe riuscito a ipnotizzarlo a causa della propria
“forte” personalità.
A questo proposito bisogna ricordare che la mitologia dell’ipnosi
è costantemente tenuta in vita da idee, pregiudizi, convinzioni
alimentate da immagini televisive, spettacoli da baraccone; ma anche
da informatori più dotti ma ugualmente poco preparati in
materia.
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