MTM n°10
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 3 - Numero 6 - nov/dic 2004
Speciale l'altra medicina - Libertà di movimento
 




Anno 3 - Numero 6
nov/dic 2004

 

Posturologia
Guarire con l’anti-ginnastica

di Marilina Lavecchia e Simona Felsi

Un corpo fluido come la vita

C'è una casa con il tuo nome. Ne sei l’unico proprietario, ma molto tempo fa ne hai perduto le chiavi. Cosi rimani fuori e ne conosci solo la facciata. Non ci abiti. Questa casa, rifugio dei tuoi ricordi più nascosti, più lontani, è il tuo corpo.- Così inizia Guarire con l’Anti-Ginnastica [Mondatori, 1978] di Therese Bertherat, la chinesiterapeuta che negli anni 70’ ha messo a punto questa tecnica psico-corporea. Come fare a ritrovare le chiavi? Innanzitutto imparando a conoscere il proprio corpo, dimenticando tutto ciò che hanno detto gli altri: -troppo flaccido, troppo debole, troppo grasso, troppo magro. Scordiamoci di quelle parole perché tutti noi siamo belli e ben fatti, ma la nostra forma è nascosta da ogni sorta di contrazioni, rigidità, dolori o deformazioni, assai raramente congenite. Queste tensioni e contrazioni sono reazioni del corpo agli eventi della vita, dalla nascita ad oggi ed hanno dato al corpo l’organizzazione muscolare che ha in questo momento, eppure nulla è irreversibile a qualsiasi età. L’antiginnastica ci permette di ritrovare la mobilità e la vitalità con dei movimenti piccolissimi ed estremamente precisi che corrispondono alla esatta fisiologia dei nostri muscoli, senza mai forzare, risvegliando ogni singolo muscolo, dal più grande al più piccolo, sino al più dimenticato e risvegliare tutte le zone morte della nostra muscolatura liberandoci da tutta una serie di dolori e rigidità muscolari, in primo luogo dal mal di schiena. Il lavoro dell’antiginnastica è dunque quello di condurre dolcemente la persona, attraverso movimenti precisi di tutto il corpo, a trovare un allungamento della catena muscolare posteriore. È questa catena muscolare infatti che governa tutto, è lei che dà la forma a tutto il nostro corpo ed è responsabile dei nostri dismorfismi. Se una gamba è più corta dell’altra, la compensiamo con una soletta, come se fosse un problema di pareggiare le gambe di un tavolo. E se fosse la base del dorso che si ritira e che fa risalire l’anca? Perché non provare allora a lavorare sull’allungamento della schiena? L’antiginnastica non cerca di sapere le ragioni delle nostre contratture. Curare le ferite dell’anima può essere un percorso parallelo. Ciò che importa è che il corpo torni vivo, fluido come la vita.

Per avere informazioni visitate www.antiginnastica.com o telefonare a Marilina Lavecchia 3290926524 o Simona Felsi 3473179183, diplomate Anti-Ginnastica presso il centro Agtb di Parigi e che svolgono questa attività anche a Roma.