MTM n°11
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 4 - Numero 1 - gen/apr 2005
Attualità - ricerca scientifica
 



Luigi Guacci
Luigi Guacci


Anno 4 - Numero 1
gen/apr 2005


 



Radicali liberi e attività antiossidante
Finalmente si possono quantificare
di Luigi Guacci


È noto ormai a tutti i medici che l’invecchiamento e la maggior parte delle patologie sono, se non causati, certamente e negativamente influenzati da processi chimici ossidativi, che si attuano con l'intermediazione di molecole fortemente reattive: i Radicali Liberi. Questi si formano nella cellula in seguito alle reazioni di ossido-riduzione necessarie al suo metabolismo. La presenza di elettroni spaiati è responsabile della tendenza di queste cattive molecole a interagire con qualsiasi altra molecola con cui vengono a contatto all’interno della cellula danneggiandola fino a sopprimerla. Da questa interazione si formano i derivati o metaboliti reattivi dell’ossigeno [reactive oxygen metabolites - Rom], i quali continuano a danneggiare la cellula, che cerca di liberarsene riversandoli in circolo, dove fanno altri danni. A questa azione così lesiva l’organismo cerca di opporsi con altre sostanze, dette antiossidanti, che sono sia endogene [proteine, ac. urico, bilirubina, colesterolo] che esogene [ascorbati, tocoferoli, caroteni, bioflavanoidi ecc.]. Il nostro organismo, quando in buona salute, è in grado di opporsi al danno da radicali liberi, ma in particolari condizioni che ancora non conosciamo del tutto la quantità di radicali liberi prodotti è tale da minacciare fortemente l’integrità delle cellule. In questo caso parliamo di stress ossidativo, cioè una produzione o superproduzione di radicali liberi ed una insufficienza dei sistemi antiossidanti.
Da quanto detto appare evidente che sarebbe indispensabile poter conoscere e valutare quantitativamente questi due sistemi contrapposti. Finora l’unico metodo era la Electron Spin Resonance [Esr test], un metodo molto sofisticato sia per la professionalità che per le apparecchiature necessarie, non alla portata dei comuni laboratori e quindi non adatto per ricerche e per la routine con elevato numero di campioni. Del tutto recentemente però sono comparsi dei metodi [fotometrici] per la quantificazione sia della parte pro-ossidante che della parte anti-ossidante:
Il d-Roms test, non potendo dosare i radicali liberi, che sono intracellulari, instabili e ad emivita brevissima, dosa gli idroperossidi, cioè i prodotti dell’ossidazione espulsi dalla cellula, stabili, proporzionali ai radicali liberi che li hanno generati e dosabili nel plasma.
Altri tests [Oxy-Adsorbent test; Bap test; shp test] dosano le capacità antiossidanti del plasma permettendoci di completare abbondantemente la nostra valutazione dello stress ossidativo.
Già si vedono i primi lavori eseguiti con questi metodi: ho trovato ad esempio una valutazione dell’effetto di una terapia chelante sui radicali liberi, il rapporto fra cataratta e stato ossidativo, il supporto alla chemioterapia nei tumori con un integratore composto da vitamine, selenio, l-cisteina e acido alfa-lipoico. Ho accennato a queste ricerche perchè appaia chiaro come tali dosaggi interessino le più svariate condizioni e non solo patologiche, anzi, a mio modestissimo parere, dovranno diventare, data la semplicità di esecuzione, un test di routine per tutti accanto alla glicemia, all’emocromo, al colesterolo ecc. Ma per ora i dosaggi, almeno a Roma per quanto ne so, vengono eseguiti solo dall’Istituto Superiore di Sanità.
Gli altri laboratori si doteranno di queste metodiche solo quando i medici ne saranno informati e avranno recepito l’importanza, che ancora non è stata valutata appieno, che hanno i radicali liberi e che sarà sempre più chiara quando sarà sviluppato l’uso di queste metodiche. Il laboratorio infatti si attrezzerà quando cominceranno ad arrivare le richieste dei medici.

luiguacci@virgilio.it

I valori del D-Roms test

Valore di riferimento: 250-300 U.CARR
Valore di soglia border line : 300-320 U.CARR
Condizione di lieve stress ossidativo : 320-340 U.CARR
Condizione di stress ossidativo : 340-400 U.CARR
Condizione di forte stress ossidativo : 400-500 U.CARR
Fortissimo stress ossidativo : oltre 500 U.CARR

Valori inferiori a 250 U.CARR si possono riscontrare
in pazienti con trattamento cortisonico o antiossidante