MTM n°11
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 4 - Numero 1 - gen/apr 2005
Sociale - Non profit
 





Anno 4 - Numero 1
gen/apr 2005

«Dankon, doctorio esperanto»


Spazio autogestito

Esperanto, la lingua dei popoli

L’intuizione di un medico, Lazaro Ludovico Zamenhof, per una lingua super partes
di Daniela Quartieroni e Lilia Fabretto

È la confusione, l’incomunicabilità, la diffidenza, l’odio, la guerra. L’uomo dimentica la originale fratellanza. Uomini sensibili avvertono la necessità di un idioma comune che impedisca la volontà di dominio, la violenza espressiva di una nazione sull’altra. Numerosi i tentativi ed altrettante le disillusioni. In questo clima di speranze deluse ma non sopite, nel dicembre del 1878 Lejzer Zamenhof, allora diciannovenne studente ginnasiale, presenta la prima bozza di una lingua internazionale, che chiamerà inizialmente Lingwe Uniwersala. Lejzer Zamenhof nasce il 15 dicembre 1859 a Bialystok. La città, un tempo lituana, era allora sotto il governatorato russo di Grodno ed i suoi abitanti erano di lingua polacca, russa, tedesca, yiddish con evidenti difficoltà di intesa. Zamenhof realizza la sua grande utopia: la creazione di una lingua di tutti gli uomini e di nessuna nazione. Nel 1887 Zamenhof, divenuto nel frattempo medico oftalmologo, pubblica la prima grammatica della nuova lingua con il titolo di Internacia Lingvo [pr. Internatzìa Lingvo].
L’«iniziatore», come Zamenhof amava definirsi, scelse di firmare il libro con lo pseudonimo di Doktoro Esperanto [dottore che spera]. Così, senza prevederlo, Zamenhof inventa il nome che sarebbe rimasto legato alla sua lingua per sempre: esperanto. Zamenhof tradusse in esperanto il suo nome Lejzer in Lazaro e vi aggiunse come secondo nome Ludoviko. L’autore della lingua internazionale esperanto, è conosciuto in Esperantujo, la patria ideale degli esperantisti.
Oggi, dopo più di un secolo, l’ideale zamenhofiano di un idioma comune, ponte tra le diverse lingue e culture, non è più utopia. Gli esperantisti nel mondo si contano a milioni e migliaia sono coloro che partecipano all’Universala Kongreso de Esperanto, il congresso mondiale che dal 1905 si svolge ogni anno in una nazione diversa. Vastissima è la produzione letteraria e di studio, dai testi didattici nelle varie lingue, alla produzione originale ed in traduzione di opere di culture diverse. La Dia Komedio [pr. Dìa Komedìo] è La Divina Commedia di Dante Alighieri tradotta magistralmente in esperanto da Giovanni Peterlongo ed edita dalla Siei con illustrazioni di Sandro Botticelli. Ci sono biblioteche in vari Paesi. In Italia la Biblioteca-Archivio di Esperanto si trova a Massa. Il catalogo delle pubblicazioni è sul sito: www.uea.org/katalogo. Si possono ascoltare programmi radiofonici dall’Australia, Brasile, Cina, Corea, Cuba, Francia, Isole Canarie, Polonia, Rai Internazionale dall’Italia, Svezia, Vaticano. Certo, come per tutte le lingue, ci sono delle regole e dei vocaboli da apprendere; tuttavia, come disse Lev Nikolaevic Tolstoj: «I sacrifici che l’esperanto richiede sono così piccoli e i risultati così grandi che non si può rifiutare di fare questa prova». Noi vogliamo fare questa prova. E vogliamo dire grazie al dottor Zamenhof. Dankon, doktoro Esperanto! per averci ricordato che le utopie diventano vita reale solo se ogni uomo realizza nel luogo della propria interiorità il “non - luogo” dell’utopia.
LE LINGUE NEL MONDO

Cinese Mandarino
1 miliardo di persone

Inglese
477 milioni

Hindi
476 milioni

Castigliano
409 milioni

Russo
279 milioni

Arabo
235 milioni

Bengali
207 milioni

Portoghese
187 milioni


Per informazioni sull’Esperanto

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E-mail: centro.stampa@tiscalinet.it