La
globalizzazione del farmaco
A rischio i rimedi ayurvedici importati in Europa?
Tre
domande al Professor Volpones
Il Prof. Enrico Volpones è un
giusalimentarista,
specialista delle Normative italiana e comunitaria
dei comparti Alimentare, Dietetico, Integrazione, T.h.m.
Farmacista, profumiere
nella sua bottega
Qual è il meccanismo
d’azione e la specificità dei rimedi ayurvedici?
Sono meccanismi legati primariamente ad innumerevoli interazioni
tra diverse componenti che, in una seconda fase, sottopongono ogni
singolo ingrediente ad un complesso trattamento in modo da consentire
la sola permanenza dei principi utili.
La cultura occidentale ha rimosso in primis l’argomento interazione.
Le cause sono molteplici e vanno dalla logica convenzionale del
rimedio, costituito da un unico principio attivo del quale è
clinicamente dimostrabile il meccanismo di azione, fino alla difesa
dogmatica di una cultura basata sull’assunto che dice: «L’altra
medicina non è scienza» [sic. Comitato nazionale di
bioetica aprile 2004].
L’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di
Sanità sulla qualità dei preparati ayurvedici
sembra però prendere un’altra direzione?
Si tratta di uno studio effettuato su 39 preparati [quelli più
conosciuti da noi] della tradizione ayurvedica ed afferma che, sia
dal punto di vista della contaminazione chimica [presenza di metalli
pesanti e pesticidi] che microbiologica, non ci sono problemi per
il consumatore.
Cosa prevedono le nuove normative europee?
Stabilito il principio che è gioco forza dare spazio anche
alle altre culture mediche, diviene improcrastinabile l’obbligo
di riconoscere “dignità di farmaco” anche ai
prodotti delle medicine complementari. Così l’Emea
[l’Agenzia europea per la valutazione del farmaco] sta preparando
l’elenco di sostanze di origine vegetale da usare nella categoria
prodotti “medicinali tradizionali” stabilita dalla Comunità;
in questo elenco figurerà, l’indicazione, la concentrazione
specifica , la posologia, la via di somministrazione «ai fini
dell’uso sicuro».
Ma in questo modo il rimedio ayurvedico sarà divenuto un’altra
cosa. È evidente che è in corso un processo di «globalizzazione
del concetto di medicinale». L’ufficialità scientifica
canonica occidentale sta applicando ai prodotti delle medicine non
convenzionali la medesima logica che informa i farmaci della medicina
convenzionale, in sintoniacon la convinzione che «l’altra
medicina non è scienza». E se provassimo a rovesciare
la situazione?
Nadipariksa,
l’esame del polso
Il metodo assume una fondamentale
importanza diagnostica perché permette di apprezzare lo squilibrio
dei dosha prima che essi determinino uno stato di malattia conclamata.
Il corredo diagnostico della medicina ayurvedica comprende oltre
la semeiotica fisica l'esame del polso [nadipariksa]. Il medico
esegue questo esame appoggiando indice medio e anulare della sua
mano destra sulla faccia inferiore del polso destro del paziente.
Secondo l'anatomia moderna si apprezza in questa posizione il polso
dell’arteria radiale. Secondo l'ayurveda si palpa la nadi
[il canale] attraverso il quale si apprezzano le condizioni di equilibrio
o di squilibrio dei tre dosha- vata pitta kapha, le loro combinazioni
e le condizioni di funzionamento degli organi e delle condizioni
dell'intero organismo. Sotto il dito indice si apprezza Vata, sotto
il medio Pitta e sotto l'anulare Kapha, il loro eccesso e il loro
difetto. I testi classici spiegano i movimenti dei dosha paragonandoli
a quelli di alcuni animali: il polso vata è simile al movimento
di un serpente, pitta a quello della rana; kapha al volo pesante
di un airone. Per il medico è di fondamentale importanza
identificare la presenza di un alterato stato dell’apparato
digerente e intestinale e la presenza di ama [sanscrito: non cotto,
non digerito], cioè di tossine che accumulandosi nell’intestino
costituiscono il primo passo eziopatologico delle malattie gastrointestinali
e l’inizio del processo di diffusione per tutto l’organismo
di uno stato patologico. Ecco la spiegazione della “fortuna
“ della nadipariksa e del fatto che solo una corretta conoscenza
del polso permette di qualificare il vero medico ayurvedico.
Dr. Alberto Chiantaretto
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