MTM n°11 MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 4 - Numero 1 - gen/apr 2005
Medicine complementari - Speciale Medicina Indiana
 






Anno 4 - Numero 1
gen/apr 2005

 

 


 





La globalizzazione del farmaco
A rischio i rimedi ayurvedici importati in Europa?

Tre domande al Professor Volpones
Il Prof. Enrico Volpones è un giusalimentarista,
specialista delle Normative italiana e comunitaria
dei comparti Alimentare, Dietetico, Integrazione, T.h.m.




Farmacista, profumiere
nella sua bottega

Qual è il meccanismo d’azione e la specificità dei rimedi ayurvedici?
Sono meccanismi legati primariamente ad innumerevoli interazioni tra diverse componenti che, in una seconda fase, sottopongono ogni singolo ingrediente ad un complesso trattamento in modo da consentire la sola permanenza dei principi utili.
La cultura occidentale ha rimosso in primis l’argomento interazione. Le cause sono molteplici e vanno dalla logica convenzionale del rimedio, costituito da un unico principio attivo del quale è clinicamente dimostrabile il meccanismo di azione, fino alla difesa dogmatica di una cultura basata sull’assunto che dice: «L’altra medicina non è scienza» [sic. Comitato nazionale di bioetica aprile 2004].
L’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità sulla qualità dei preparati ayurvedici
sembra però prendere un’altra direzione?

Si tratta di uno studio effettuato su 39 preparati [quelli più conosciuti da noi] della tradizione ayurvedica ed afferma che, sia dal punto di vista della contaminazione chimica [presenza di metalli pesanti e pesticidi] che microbiologica, non ci sono problemi per il consumatore.
Cosa prevedono le nuove normative europee?
Stabilito il principio che è gioco forza dare spazio anche alle altre culture mediche, diviene improcrastinabile l’obbligo di riconoscere “dignità di farmaco” anche ai prodotti delle medicine complementari. Così l’Emea [l’Agenzia europea per la valutazione del farmaco] sta preparando l’elenco di sostanze di origine vegetale da usare nella categoria prodotti “medicinali tradizionali” stabilita dalla Comunità; in questo elenco figurerà, l’indicazione, la concentrazione specifica , la posologia, la via di somministrazione «ai fini dell’uso sicuro».
Ma in questo modo il rimedio ayurvedico sarà divenuto un’altra cosa. È evidente che è in corso un processo di «globalizzazione del concetto di medicinale». L’ufficialità scientifica canonica occidentale sta applicando ai prodotti delle medicine non convenzionali la medesima logica che informa i farmaci della medicina convenzionale, in sintoniacon la convinzione che «l’altra medicina non è scienza». E se provassimo a rovesciare la situazione?


Nadipariksa,
l’esame del polso

Il metodo assume una fondamentale importanza diagnostica perché permette di apprezzare lo squilibrio dei dosha prima che essi determinino uno stato di malattia conclamata.
Il corredo diagnostico della medicina ayurvedica comprende oltre la semeiotica fisica l'esame del polso [nadipariksa]. Il medico esegue questo esame appoggiando indice medio e anulare della sua mano destra sulla faccia inferiore del polso destro del paziente. Secondo l'anatomia moderna si apprezza in questa posizione il polso dell’arteria radiale. Secondo l'ayurveda si palpa la nadi [il canale] attraverso il quale si apprezzano le condizioni di equilibrio o di squilibrio dei tre dosha- vata pitta kapha, le loro combinazioni e le condizioni di funzionamento degli organi e delle condizioni dell'intero organismo. Sotto il dito indice si apprezza Vata, sotto il medio Pitta e sotto l'anulare Kapha, il loro eccesso e il loro difetto. I testi classici spiegano i movimenti dei dosha paragonandoli a quelli di alcuni animali: il polso vata è simile al movimento di un serpente, pitta a quello della rana; kapha al volo pesante di un airone. Per il medico è di fondamentale importanza identificare la presenza di un alterato stato dell’apparato digerente e intestinale e la presenza di ama [sanscrito: non cotto, non digerito], cioè di tossine che accumulandosi nell’intestino costituiscono il primo passo eziopatologico delle malattie gastrointestinali e l’inizio del processo di diffusione per tutto l’organismo di uno stato patologico. Ecco la spiegazione della “fortuna “ della nadipariksa e del fatto che solo una corretta conoscenza del polso permette di qualificare il vero medico ayurvedico.
Dr. Alberto Chiantaretto