Utile
la diagnosi precoce
32mila
nuovi casi l’anno
Quanto più è precoce
la diagnosi del cancro della mammella e il suo trattamento, migliore
è la prognosi.
Autoesame: più del 90% dei tumori della mammella vengono
scoperti dalle donne stesse. Bisognerebbe esaminare regolarmente
le mammelle e riconoscere come queste variano nelle diverse fasi
del ciclo mestruale, cogliendo facilmente eventuali variazioni per
cui le mammelle non sembrano normali.
Mammografia: è l’esame fondamentale per appurare la
natura di un nodulo sospetto prima che questo sia palpabile. Permette
di evidenziare addensamenti, microcalcificazioni, noduli anche di
pochi millimetri. A partire dai 40 anni di età è consigliabile
sottoporsi ad un controllo periodico a distanza di un anno e non
più di due prima della menopausa. Ecografia: di solito si
esegue alle donne di età inferiore ai 35 anni, le cui mammelle
sono troppo dense per essere ben visualizzate alla mammografia.
Si usa anche per vedere se un nodulo è solido o contiene
liquido [cisti]. Risonanza magnetica: per le donne con tessuti mammari
densi si sta utilizzando la risonanza magnetica ad amplificazione
di contrasto che ha dimostrato una ottima sensibilità. Nelle
donne di età dai 35 ai 49 si riesce a cogliere un maggior
numero di lesioni rispetto alla mammografia ma la specificità
è inferiore, vale a dire che quando alla mammografia si vede
la lesione è molto più probabile capire se si tratta
di un tumore o di una situazione benigna. In cifre, la sensibilità
della mammografia è del 40 %, la specificità è
del 93 %, all’opposto, nella risonanza magnetica la sensibilità
va dall’80% in su a seconda del gruppo preso in considerazione,
ma la specificità è più bassa. Unendo le due
metodiche sale complessivamente la sensibilità complessiva
e la specificità si attesta sul 70%.
Tomografia ad emissione di positroni Pet: la Pet può fornire
qualche informazione aggiuntiva in casi particolari, ma non può
sostituire la tecnica del linfonodo sentinella. Non appare peraltro
giustificata una chirurgia ascellare selettiva su esclusiva indicazione
Pet. In fase di staging l’uso della Pet è giustificato
solo nelle forme avanzate per definire la reale funzione della malattia,
sia in relazione al N che al M; in questa applicazione è
indiscutibile il valore aggiuntivo per impostare un corretto piano
terapeutico. La Pet sarebbe infine più sensibile dei markers
oncologici nel rilevare la ripresa della malattia.
Agoaspirato: è una procedura semplice e di breve durata che
si esegue in ambulatorio. Si preleva un campione di cellule dal
nodulo mammario con un ago sottile e si invia in laboratorio per
un esame citologico, ossia per vedere se contiene cellule maligne.
Analisi del sangue: servono per controllare le condizioni generali.
Biopsia escissionale: Questa tecnica si esegue con la paziente in
anestesia generale o totale e consente di prelevare l’intero
nodulo che viene poi inviato in laboratorio per l’esame istologico.
La dieta vegetariana
ha un ruolo protettivo
L’incidenza del cancro della mammella varia nei diversi Paesi
del mondo: è elevata negli Usa e nel mondo occidentale e
bassa nelle popolazioni asiatiche. Quando però gli individui
appartenenti a popolazioni a basso rischio migrano verso paesi “civilizzati”,
il vantaggio viene azzerato e il loro rischio di contrarre il cancro
alla mammella diventa pari a quello delle popolazioni dei paesi
occidentali. A partire da queste considerazioni si è ipotizzato
che alcuni fattori ambientali come la alimentazione possano influire
sull’incidenza di questo tumore. Anche valori elevati di insulina
causati dall’obesità o da un consumo notevole di grassi
animali può aumentare il rischio, mentre una dieta ricca
di proteine vegetali può essere protettiva perché
mantiene bassi i livelli di insulina. Sarebbe consigliabile: controllare
il peso corporeo, ridurre i grassi alimentari al 15-20 % delle calorie
totali, aumentare il consumo di fibre, aumentare il consumo di frutta
e vegetali il cui effetto preventivo sembra assodato probabilmente
a causa dell’alto contenuto di folati ed antiossidanti quali
il betacarotene, la vitamina C e la vitamina E. La dieta vegetariana
ha un ruolo protettivo per il suo contenuto in fitoestrogeni [presenti
soprattutto nella soia, cereali e frutta secca].
Eredità
de tumore
Uno studio effettuato su ampia popolazione di individui
affetti da carcinoma mammario ha dimostrato che circa il 5-10% di
individui affetti da carcinoma della mammella possono essere associati
alla presenza di uno o più geni dominanti predisponesti alla
trasformazione. La percentuale di casi di tumore che può
essere associata a tale predisposizione genetica diminuisce notevolmente
con l’età. Analisi su famiglie con presenza di tumore
al seno hanno permesso di riconoscere le regioni cromosomiche che
si associano con casi di tumore giovanile
Le donne portatrici delle mutazioni in BRCA1, BRCA2, localizzati
nel braccio lungo del cromosoma 17 e 13 rispettivamente e TM53 tendono
a sviluppare la malattia prima delle altre, cioè in una età
più giovane dei circa 50 anni che è la soglia per
entrare nei programmi di prevenzione standard. Le donne portatrici
di mutazione BRCA1 hanno lesioni a rapida evoluzione che rendono
più importante la diagnosi precoce. Si è provato inoltre
una maggiore predisposizione anche ai tumori dell’ovaio e
del colon. L’identificazione di geni correlati con suscettibilità
ereditaria al tumore della mammella ha dato le basi per il riconoscimento
di quegli individui che portano alterazioni germinali di questi
geni tra i pazienti con cancro ed i loro parenti per indirizzarli
ad adeguati programmi di sorveglianza.
Stadiazione
classificazione Tnm
È importante nella programmazione terapeutica. Le indagini
importanti a tale fine sono: radiografia del torace, ecografia addominale,
scintigrafia ossea, determinazione dei marcatori tumorali [CEA e
CA 15.3], esami di laboratorio ed in particolare fostatasi alcalina,
transaminasi e gammaGT. Inoltre con lo studio del linfonodo sentinella
si possono acquisire informazioni necessarie per determinare il
grado di diffusione del tumore
STADIO 0 |
Tis |
N0 |
M0 |
STADIO I |
T1 |
N0 |
M0 |
STADIO IIA |
T0 |
N1 |
M0 |
M0 |
T2 |
N0 |
|
M0 STADIO IIB |
T2 |
N1 |
M0 |
MO STADIO IIIA |
T0 |
N2 |
M0 |
M0 |
T2 |
N2 |
|
M0 |
T3 |
N1 |
|
M0 |
T3 |
N2 |
|
MO STADIO IIIB |
T4 |
OGNI N |
M0 |
|
OGNI T |
N3 |
M0 |
STADIO IV |
OGNI T |
OGNI N |
M1 |
T-Tumore primitivo [Tis: in situ,
T1 <2 cm, T2 >2-5 cm, T3 >5 cm, T4 parete toracica-cute]
N-Linfonodi Regionali [N1: ascellari mobili,
N2: Ascellari fissi, N3: mammari interni]
M-Metastasi a distanza [M0: assenza di metastasi, M1: presenza di
metastasi a distanza]
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