Guida
alla terapia anticoaugulante
Per alcuni pazienti è importante diminuire il rischio tromboembolico
La terapia anticoagulante orale [Tao] costituisce un trattamento
di grande e crescente importanza per la cura e la prevenzione delle
malattie tromboemboliche e della patologia vascolare in genere.
In alcune condizioni il rischio di formazione dei trombi è
particolarmente alto per cui il trattamento antiaggregante non è
sufficiente a ridurre il rischio
adeguatamente e occorrono dei farmaci più potenti: gli anticoagulanti
orali. Le proprietà degli anticoagulanti di certi estratti
di fegato sono state scoperte nel 1916. Fu uno studente di medicina
che riuscì ad estrarre l’eparina e a sperimentarla
sul cane. Successivamente nell’ambito di una ricerca sulle
cause di una malattia del bestiame che provocava emorragie, chiamata
“sweet lover disease”, sono stati identificati gli anticoagulanti
orali. La causa era da attribuire ad un composto identico ad un’altra
sostanza prodotta artificialmente, denominata “dicumarolo”,
precursore degli attuali anticoagulanti.
I farmaci anticoagulanti orali attualmente disponibili in Italia
sono il Coumadin 5 mg [warfarin] ed il Sintrom 4 mg ed 1 mg [ace-nocumarolo].
Essi contrastano l’azione della vitamina K, una vitamina fondamentale
per la produzione di molti fattori della coagulazione. Gli anticoagulanti
riducono la capacità del sangue di coagulare. Deve pertanto
essere assunta una quantità di farmaco sufficiente per rendere
il sangue più fluido ma nello stesso tempo non eccessiva
da comportare rischi di emorragie.
PrincipaliI
indicazioni al trattamento Tao
Portatori
di Protesi Valvolari Biologiche
Nei pazienti a ritmo sinusale il trattamento è per i primi
tre mesi. [INR 2-3]. Se è presente una fibrillazione atriale
l’anticoagulante va mantenuto.
Portatori di Protesi Valvolari Meccaniche
In questi pazienti il rischio di embolia perdura per tutta la vita,
per cui il trattamento deve essere proseguito per sempre [INR tra
3 e 4,5].
Fibrillazione Atriale
Molti soggetti necessitano di un trattamento per prevenire la formazione
di trombi all’interno delle cavità atriali
[INR tra 2 e 3].
Trombosi Venosa Profonda
In questi casi dopo un trattamento iniziale con un farmaco anticoagulante
per via sottocutanea [eparina] viene somministrato l’anticoagulante
orale che viene mantenuto per alcuni soggetti per soli tre mesi,
in altri per tutta la vita.
Ictus
I pazienti con ictus tromboembolico e con lesione piccola o moderata,
nei quali una TAC eseguita ad almeno 48 ore dall’insorgenza
dei sintomi esclude una emorragia intracranica, devono essere trattati
con eparina seguita dalla TAO [INR 2-3].
Cardiomiopatia Dilatativa
Il trattamento deve essere indirizzato ai pazienti con elevato rischio
emboligeno.
Infarto Miocardio Acuto
I pazienti che hanno un aumentato rischio tromboembolico dovrebbero
ricevere terapia anticoagulante con eparina seguita dalla TAO [INR
2-3] per almeno tre mesi, con prosecuzione sine-die nella fibrillazione
atriale cronica.
INR
Il test di laboratorio che misura il livello della coagulazione
del sangue si chiama “tempo di protrombina” [PT]. Per
le persone in trattamento TAO il PT viene espresso in INR [Rapporto
Internazionale Normalizzato] che permette una espressione uniforme
dei risultati indipendentemente dal tipo di reagente usato in laboratorio.
In questo modo i valori di INR determinati in diversi laboratori
sono paragonabili tra di loro. Questo consente al paziente di poter
controllare il proprio trattamento anticoagulante anche se si trova
lontano dal Centro di Sorveglianza. L’INR esprime il rapporto
tra il tempo di coagulazione di un soggetto in terapia ed un PT
di controllo. Per fare un esempio, una persona con INR pari a 2
ha un tempo di coagulazione doppio rispetto alla norma. Valori maggiori
indicano che il sangue è sempre meno coagulato.
Quando
è controindicata la tao
Gli anticoagulanti orali non devono essere
assolutamente somministrati in gravidanza per le note malformazioni
fetali che possono indurre se assunti nei primi tre mesi e il
rischio emorragico nel neonato [perché il farmaco attraversa
la placenta] se assunto nelle ultime settimane. Inoltre nelle
recenti emorragie maggiori specie se a rischio vitale tali farmaci
sono pericolosi. Vi sono altre condizioni in cui il trattamento
deve essere valutato ad personam.
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