Vite
diverse
di Eugenio Raimondo
direttore@mtmweb.it
Nella mia attività di medico,
ma soprattutto perché la professione mi porta a contatto
con una moltitudine di persone, ho dei momenti di riflessione sulle
condizioni di vita diversa degli uomini.
Per alcuni rilevo, in situazioni estreme, barlumi di speranza per
la soluzione di piccoli problemi, per altri, invece, debbo constatare
situazioni difficili da risolvere e ciò mi rende infelice.
La Fede ci ha insegnato sempre a sperare, a non abbandonarsi mai,
ad avere fiducia. Ma quando tutto ti và contro, ti ritrovi
paralizzato, incapace più di comunicare con gli altri, emarginato,
come fai più a sperare o meglio a cosa ti aggrappi?
Ed allora penso ai diversi tipi di destino e di aspettative. C’è
chi spera di poter acquistare una nuova automobile, chi di poter
avere l’ultimo cellulare della Nokia, chi desidera una seconda
casa al mare o in montagna, e chi invece di fare un viaggio in un
paese esotico. Poi c’è un altro mondo che spera cose
diverse. C’è chi si alza al mattino e deve andare alla
ricerca di acqua per bere e cibo per mangiare, o si fa chilometri
a piedi per andare a scuola attraversando la foresta ed ancora un
bambino che spera in una famiglia che lo accolga, chi ancora spera
di riconquistare un amore perduto.
C’è chi non ha mai visto il sole, il suo tramonto sul
mare, un prato verde, il cielo oppure lo sguardo dolce della madre,
gli occhi della propria donna, il sorriso di un bimbo, o chi non
potrà mai più sentire il profumo di una rosa. Ritroviamo
diversi tipi di aspettative che vanno dai bisogni primari [appagare
la fame e la sete, avere una abitazione, sfuggire alla malinconia
e alla solitudine] e quelli secondari [che raccolgono una serie
di conquiste che apportano una apparente benessere psico-fisico:
avere una bella casa, una automobile comoda e veloce, un cellulare
multifunzione e un computer ecc.]. Per alcuni, dopo aver soddisfatto
i bisogni primari, è sufficiente condurre una vita serena,
tranquilla, senza troppe ambizioni. Per altri invece la ricerca
dell’agio e della gratificazione sociale è l’unico
scopo della vita. A volte i primi ricordano la fatica, le difficoltà
incontrate ma anche i momenti di solidarietà e l’apprezzamento
delle cose semplici. I furbi, i nullafacenti, invece, non adatti
alle quotidiani conquiste fanno di tutto per raggiungere in breve
tempo la fase voluttuaria della vita sottraendo illecitamente. Sono
gli uomini peggiori sia per il loro stato di illegittimità
e sia per le gravi conseguenze che creano alla società per
aver raggiunto una ricchezza economica senza la giusta evoluzione
culturale e la contemporanea maturazione sociale, e senza che la
stessa sia stata motivo di crescita professionale. È il caso
di alcuni politici che usano la dialettica per rubarci con diplomazia.
Sono quelli che fanno della politica il loro mestiere e pertanto
sono molto attenti a non attorniarsi di gente capace che metterebbe
a rischio la loro poltrona, ma che al contrario privilegiano «caporali
ignoranti» ai quali affidare importanti ruoli sociali solo
perché «fedeli sempre al capo». Tanti uomini
e tante vite diverse, alcune troppo diverse. Molti bambini non hanno
conosciuto e abbracciato mai la madre, altre madri ne piangono la
morte prematura, altri bambini che vivono le guerre, le carestie,
violenze fisiche e sessuali. Invece altri che sono sempre stati
felici. Sarebbe troppo ingiusto che finisca così, troppo
ingiusto per chi non ha avuto niente in questa vita. Non credo quindi
che sia sufficiente cercare di andare avanti ma è importante
guardarsi indietro e vedere se abbiamo lasciato qualcuno che aveva
bisogno di noi per camminare, vedere, sentire, toccare. Da questi
spesso impariamo ad amare. |