Rinnovare
un vecchio e lento sistema sanitario
di Annamaria Tarantino
Incontro
con Francesco Storace, impegnato attualmente nella Direzione del
Ministero della Sanità, ruolo per lui estremamente importante,
per il quale è necessario essere sempre aggiornati e presenti
in ogni evenienza. Figura forte e determinata, Francesco Storace
ha dato molteplici prove del suo impegno politico e sociale. Attualmente
è il punto di riferimento attorno al quale ruota lo sviluppo
del sistema sanitario nazionale. Per svolgere nel migliore dei modi
questo importante compito, l’impegno del ministro è
rivolto da un lato alla valorizzazione e alla salvaguardia della
salute e, dall’altro, a creare le condizioni di uno sviluppo
che consente alla medicina di essere una forza motrice di un benessere
che si possa diffondere in tutto il Paese.
Ministro, può tracciare
un bilancio dell’attività che sta svolgendo? Quali
sono gli obiettivi che ha raggiunto e quali si prefigge di raggiungere?
Credo che in questi pochi, ma intensi, mesi di lavoro al dicastero
della Salute, siano stati raggiunti risultati importanti. Abbiamo
lavorato sodo per venire incontro ai bisogni dei cittadini, penso
alla legge 149 sulla riduzione del prezzo dei farmaci o alle nuove
misure per abbattere il fenomeno delle liste d’attesa e della
comunità scientifica, e mi riferisco al determinante quanto
inedito aumento di risorse per la ricerca in sanità indicato
nella legge finanziaria, e più in generale alle nuove esigenze
poste dal servizio sanitario. Procede a ritmo serrato il lavoro
di concertazione per la definizione del nuovo piano sanitario che
fissa le direttive per un sostanziale processo di rinnovamento e
ammodernamento del sistema sanitario. E sono solo alcuni dei traguardi
raggiunti in soli sei mesi. Il futuro ci vede impegnati sul fronte
del consolidamento di alcuni punti: primo su tutti quello delle
liste d’attesa. Siamo in una fase di riorganizzazione. Il
sistema in vigore fino ad oggi nelle diverse regioni non ha dato
i risultati sperati e lo Stato è sceso in campo al fianco
delle amministrazioni locali fissando nuove norme e stanziando 2
miliardi di euro per l’attivazione di misure che se applicate
in tempi ragionevoli dovrebbero finalmente mettere in moto un processo
di scardinamento di vecchi sistemi che hanno creato non poche difficoltà
ai cittadini.
Ritiene superata l’emergenza organizzativa legata
alla febbre aviaria?
Il ministero della Salute prima, e il governo poi, hanno attivato
tutte le misure necessarie per garantire la massima prevenzione
e cure tempestive se anche l’Italia dovesse essere colpita
dal virus dell’influenza aviaria. L’Italia si è
assicurata una scorta non indifferente di dosi di vaccino qualora
il virus dovesse trasmettersi da uomo a uomo, nel frattempo abbiamo
acquistato cicli di farmaci antivirali utili a coprire il necessario
target di popolazione e abbiamo rinforzato i controlli alle frontiere.
Il governo ha messo a disposizione 50 milioni di euro che serviranno
non solo ad assumere altri veterinari e ad aumentare le unità
dei carabinieri dei Nas, impegnati in verifiche a tappeto su tutto
il territorio, ma anche ad istituire un Dipartimento per la sanità
veterinaria presso il ministero della Salute. Inoltre, con una recente
ordinanza ministeriale sono state imposte ulteriori misure di rigore
come le doppie barriere antipassero e il divieto di importare volatili
vivi, carne e prodotti a base di carne, uova e di selvaggina da
penna cacciata o portata da Croazia, Romania e altri paesi Balcani.
L’allerta è massima, nulla è lasciato al caso
ma ciò non giustifica allarmismi che non hanno ragione di
essere, così come non si giustificano decisioni inutili come
quella di bandire pollo e uova dalle mense delle nostre scuole.
Riesce a conciliare il ruolo ministeriale con le cariche
politiche che riveste all’interno del suo partito?
Il mio operato di ministro, al servizio dei bisogni delle persone,
rispecchia l’operato dell’uomo politico che ha sempre
posto i diritti dei cittadini, e in particolare delle fasce deboli,
all’interno dell’azione politica del proprio partito.
L’attività politica completa e non confligge con quella
ministeriale, i miei doveri verso il Paese e verso i cittadini sono
sempre in primo piano.
Trova avvincente la sfida con l’Unione in vista delle
prossime elezioni politiche?
Come ho avuto modo di dire più volte le partite si vincono
alla fine. Credo che negli ultimi tempi qualcosa sia cambiato, chi
dava per spacciato il centrodestra forse si è dovuto ricredere.
La sfida non solo è avvincente ma è anche ancora aperta.
Non crede che all’interno della Casa delle libertà
si dovrebbe ripercorrere la strada degli avversari che vanno ad
affrontare le cosiddette elezioni primarie?
Il centrosinistra si è inventato la farsa delle primarie
per legittimare un capo a quanto pare non proprio riconosciuto da
tutti visti i contendenti che si sono fatti avanti. Il centrodestra,
a differenza dei nostri avversari, in cinque anni è rimasta
compatta: i distinguo politici non hanno mai messo in discussione
l’unità di una coalizione che ha dimostrato maturità
politica e di governo. Con la nuova legge elettorale, poi, le primarie
perdono la propria naturale ragion d’essere e caso mai le
faremo alle elezioni. Prodi, sprovvisto di una propria base politica,
aveva bisogno, per legittimarsi agli occhi dell’Italia, di
un riconoscimento ufficiale e i Ds, la loro macchina militante e
i loro apparati, gliel’hanno dato. I conti finali si faranno
alle urne, quelle vere.
Pazientemente
ITX: speriamo che alla fine
non ci dicano che fa bene alla salute
Non ho bambini e non conosco personalmente mamme che abbiano somministrato
il latte contaminato da ITX ai propri figli eppure ogni qual volta
leggo frasi del tipo "secondo le prime valutazioni il rischio
di effetti genotossici, in seguito ad ingestione di ITX, è
assente o trascurabile" non posso fare a meno di esclamare
"e con ciò ?"E subito mi chiedo perché non
si affronti mai, o lo si affronti solo marginalmente, il punto focale
dello "scandalo" ovvero il fatto che il problema non è
solo quello di capire se l'ITX faccia bene, faccia male o non faccia
assolutamente nulla: il problema è comprendere per quale
motivo una sostanza che non doveva essere presente in un prodotto
alimentare lo è e lo è, per di più, in prodotti
destinati ai più piccoli.
Stralcio di un articolo di Laura
Ferraioli, responsabile Dipartimento Sicurezza Alimentare Movimento
Difesa del Cittadino
Dubbi
medici
Non so quanti medici hanno recepito che la FNOMCeO è impegnata
ad aggiornare il nostro Codice Deontologico, laddove la più
recente stesura è solo del 1998.
Ho chiesto a una dozzina di colleghi se avessero letto il codice
deontologico del 1998: nessuno! solo qualcuno ne aveva sentito parlare.
Ho chiesto loro se avessero letto il giuramento di Ippocrate: tutti,
ma solo all'epoca della laurea, poi non lo avevano più riletto.
Non avevo un campione più ampio a disposizione, perciò
lascio il commento a chi legge. Certo che se la medicina, come è
scritto, si sta trasformando in una "industria della salute",
basterà un codice deontologico che pochi leggono a moderare
il comportamento scorretto di chi non intende seguirlo?
Luigi Guacci |