MTM n°13
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 4 - Numero 3 - set/dic 2005
Sociale - Società
 


Vito Scalisi
Vito Scalisi


Anno 4 Numero 3
set/dic 2005

 

 

Oggi in Italia sono 70mila le prostitute a fronte di 9 milioni di clienti. Costrette alla strada, in balia di violenze e prive di ogni controllo sanitario. Nell’80% dei rapporti il cliente rifiuta il profilattico. Oltre all’hiv, i rischi di trasmissioni di infezioni sessuali valgono per sifilide, uretriti ed epatiteB

 




La legge Merlin, contro lupanare e tessere sanitarie
Il 20 agosto 1958 chiusero 560 case chiuse esistenti in Italia. Tornarono in strada 2.075 prostitute
di Vito Scalisi

La disposizione che ordinò l’abolizione delle antiche “lupanare” è nota come Legge Merlin, dal nome della senatrice socialista Lina Merlin. Una battaglia abolizionista iniziata nel 1948, sulle orme di Marthe Richard, che aveva fatto chiudere le case in Francia già nel 1946, e portata avanti per un decennio sulla base di quanto stabilito dall’Onu nel 1947: «Nessun paese membro deve ammettere la prostituzione regolamentata e trarne profitto attraverso imposte sugli introiti di quelle case». Il 20 agosto del 1958, data limite disposta dalla Legge, chiusero così le 560 case chiuse esistenti, in Italia si sigillarono 3.353 posti letto e tornarono in strada 2.075 prostitute. «Le case, i quartieri e qualsiasi altro luogo chiuso - chiarì l’articolo 2 - dove si esercita la prostituzione, dichiarati locali di meretricio ai seni dell’art. 190 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 18 giugno 1931, numero 773, e delle successive modificazioni, dovranno essere chiusi entro sei mesi dell’entrata in vigore della presente legge». La legge Merlin annullò definitivamente le disposizioni in vigore dall’epoca del fascismo e chiuse di fatto un periodo di regolamentazione della prostituzione in Italia che durava dal 1871, da quando cioè Cavour ne aveva disciplinato l’attività obbligando le prostitute all’iscrizione sui registri della polizia, a due visite mediche settimanali e al ricovero ai sifilicomi [un ospedale- prigione per prostitute con malattie veneree] in caso di malattia. Il giornalista Idro Montanelli commentava sul suo pamphlet: «Addio Wanda… in Italia un colpo di piccone alle case chiuse fa crollare l’intero edificio, basato su tre fondamentali puntelli, la fede cattolica, la Patria e la Famiglia. Perché era nei cosiddetti postriboli che queste tre istituzioni trovavano la più sicura garanzia». Merlin dispose anche che le autorità di pubblica sicurezza e le autorità sanitarie non potessero più procedere ad alcuna forma di registrazione, neanche mediante rilascio di tessere sanitarie a donne che fossero anche solo sospette di esercitare la prostituzione, vietò infine anche che dette donne fossero fornite di documenti speciali [art. 7].

Come funzionavano le case chiuse
Le informazioni si traggono da libri e interviste di personaggi che vissero l’epoca. Innanzitutto c’era la tenutaria che gestiva l’intera baracca familiare, poi c’erano le “pensionanti”, le prositute di oggi, che venivano reclutate dai “collocatori”. La marchetta ricevuta dal cliente andava divisa tra queste tre figure [50% alla tenutaria, ed il resto tra la ragazza e colui che ella credeva il suo uomo del cuore]. I “bordelli” non erano poi tutti uguali, c’erano quelli di lusso e quelli più a buon mercato ed i prezzi variavano in base alle prestazioni. Nel corso della guerra arrivarono sino a cinque mila lire. Ogni “quindicina” le ragazze cambiavano. Le nuove arrivate dovevano in primo luogo recarsi in questura per le registrazioni di rito e le visite mediche. Non esistevano i protettori, ma solo gli amici delle ragazze. La prima cosa che le ragazze chiedevano era se volevi la singola o la doppia, alludendo al tipo di prestazione che si desiderava ricevere. Si pagava sempre prima. Generalmente le abitazioni erano composte da un salone con delle panchine al piano terra e una sala da pranzo dove le maitresse e gli amici mangiavano insieme. Per le autorità c’era anche un privè.

La fine delle case chiuse
Di fatto la stessa legge Merlin impose che esse fossero trasformate in istituti di patronato, atte cioè a fornire assistenza alle prostitute per riportarle “ad onestà di vita”. Tra le disposizione finali e transitorie la Merlin ordinò anche la costituzione di un Corpo speciale femminile che sostituisse la polizia nelle funzioni inerenti ai servizi del buon costume e della prevenzione della delinquenza minorile e della prostituzione [art. 12]. Molte prostitute sposarono il loro protettore altre finirono in strada.

La prostituzione oggi
Il 20 febbraio del 1958 [legge n°75/58] rappresenta di fatto ancora oggi l’ultimo atto di una storia altalenante tra regolamentazioni e proibizioni che accompagna la storia dell’umanità sin dalle sue origini. Una problematica che mette in campo e intreccia inesorabilmente aspetti etici, sanitari, culturali, politici ed economici. A sottolinearlo sono i numeri di un fenomeno che conta oggi solo in Italia circa 70mila prostitute e 9 milioni di clienti, un dato che risale però solo al 2003 [indagine conoscitiva svolta della Commissioni Affari Sociali della Camera]. Di queste, circa 25 mila sarebbero immigrate e 2mila minorenni; oltre 2mila anche il numero delle donne ridotte in schiavitù e poi costrette a prostituirsi. Il 65% delle prostitute, pari a circa 30mila donne, lavora in strada, il 29,1% in albergo. Allarmanti i dati che riguardano l’uso del profilattico: a fronte di un 12% di prostitute sieropositive, sono l’80% i clienti che chiedono espressamente di avere rapporti senza preservativo. Circa 15 euro è la tariffa chiesta dalle nigeriane per dieci minuti in macchina; per le stesse prestazioni le albanesi chiedono 25 euro e i viados 100. Senza il profilattico la tariffa raddoppia. Il fatturato annuo della prostituzione si aggira dai 16 ai 26 miliardi di euro. Come sottolineano gli infettivologi il pericolo di una trasmissione sessuale delle malattie, data la mancanza di ogni forma di controllo sanitario è molto alto: tra le più diffuse vi sono la sifilide, le uretriti gonococciche e non gonococciche. Sono malattie a trasmissione sessuale anche le infezioni che non causano necessariamente una patologia a livello dello stesso apparato riproduttivo. L’infezione da HIV fa parte di queste malattie, come pure l’epatite B. A queste si aggiungono le infezioni da papilloma virus, che causano dalla banale condilomatosi fino al tumore del collo dell’utero nella donna.


Angelina Merlin: una maestra contro le case del piacere
La battaglia, condotta per dieci anni dalla deputata e senatrice socialista Angelina Merlin, approvata il 20 febbraio dello stesso anno, votata definitivamente il 29 luglio con 385 favorevoli e 115 contrari aveva il suo epilogo. Questa legge, secondo la sua ideatrice, si proponeva il lodevole scopo di ridare dignità alle donne che esercitavano quello che si chiamava e chiama il mestiere più antico del mondo, di cancellare la vergogna dello Stato imprenditore delle donne schiave, di mettere un freno alla prostituzione.
Angelina Merlin, classe 1889, era nata a Pozzonovo, provincia di Padova. Trasferita a Chioggia all'età di quattro mesi presso i nonni materni, qui si diplomò maestra, come la madre. Divenne socialista a scuola, iniziò in giovane età a fare comizi. Faceva la maestra e soffriva vedendo che le donne, mogli di pescatori e marinai e troppo spesso sole, si prostituivano per qualche piccolo lusso, o per fame, ai benestanti locali, le prostitute lungo le strade, le donne nelle case delle "calli". Non tollerava che gli uomini, di famiglie religiose, frequentassero le prostitute e infettassero le mogli. Angelina giurò a se stessa che avrebbe fatto finire quello sconcio, andando contro anche al partito. La morale corrente, infatti, vedeva nelle case chiuse il luogo dove i giovani potevano fare esperienza poiché alle fidanzate non era permesso avere rapporti. Bloccata nella sua battaglia dal fascismo, fu mandata al confino dal 1926 al 1930. Eletta membro dell'assemblea costituente nel 1946, nel 1948 fu la prima donna Italiana a sedere in Senato. E lei ripartì con la sua crociata. Ricevette minacce di morte e avvertimenti di punizioni sia dalle stesse prostitute sia dai protettori, dovette persino nascondersi, ma alla fine la spuntò. Ma, in fin dei conti, che cosa voleva la Merlin? Non abolire la prostituzione perché, anche a suo dire, era vecchia quanto il mondo, ma abolire la regolamentazione della prostituzione da parte dello Stato e il fatto che ne fosse imprenditore. Molte fotografie la ritraggono felicissima nel giorno del suo trionfo, mentre apre le persiane delle famose case chiuse, così dette proprio perché, per legge, le persiane dovevano sempre restare chiuse.


Indirizzi utili

ASSOCIAZIONE TAMPEP ONLUS
Finanziato dall'Assessorato alla solidarietà sociale della Provincia, agisce per la prevenzione dell'AIDS e delle MST tra le prostitute. Si propone di promuovere azioni di rispetto delle persone immigrate, anche prostitute, socialmente emarginate e discriminate. Ha anche il compito di contrastare i sistemi di coercizione e di sfruttamento. Vuole contribuire alla tutela della salute, informazione e prevenzione dell’Hiv e delle malattie sessualmente trasmissibili anche attraverso volantini informativi e preservativi.
Indirizzo: Corso Brescia, 10
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