«Insieme
si può» fare di ogni spina un meraviglioso germoglio
Ha il nome sinistro comune a molte sindromi poco
conosciute, ma gli occhi grandi, vivaci e sinceri dei molti bambini
che ne sono affetti e che, tra mille prove quotidiane, attese e
speranze talvolta frustrate, affrontano la vita con il coraggio
di chi, saggiamente, ne riconosce il valore.
della Dott.ssa Serenella Corvo
La
Spina Bifida [SB] è una malformazione congenita del midollo
spinale, dovuta alla mancata chiusura del canale vertebrale, con
conseguente erniazione delle meningi [si parlerà allora di
meningocele], ovvero del midollo insieme alle meningi [è
questo il mielomeningocele]. L’anomalia si verifica, tra la
terza e la quarta settimana di vita intrauterina, a livello di una
struttura embrionale detta tubo neurale, dalla quale deriverà
tutto il sistema nervoso centrale.
Diverse e complesse le problematiche correlate alla SB: disabilità
motoria di vario grado, fino alla paralisi degli arti inferiori,
deficit della sensibilità al caldo, al freddo e al dolore,
ulcere da decubito, malformazioni ortopediche, disfunzioni a livello
vescicale, intestinale e dei relativi meccanismi sfinteriali. Alla
SB si associa, spesso, l’Idrocefalo, ossia l’accumulo
di liquido cefalo-rachidiano a livello dei ventricoli cerebrali.
Il trattamento tempestivo di tale complicanza consente di prevenire
le gravi e possibili lesioni cerebrali.
Data la complessità del quadro clinico, la SB può
non rendere semplice anche la quotidiana routine: andare a scuola,
al lavoro, prendere i mezzi pubblici, gestire in modo autonomo e
sereno la vita di relazione. Consuetudini che possono diventare
muri insormontabili se la città, la comunità alla
quale si appartenga, trasformi la disabilità in handicap,
l’indifferenza in violazione dei diritti.
Dall’esigenza imprescindibile di garantire una favorevole
integrazione sociale, lavorativa e scolastica dei soggetti con SB,
nonché di sostenere la formazione e l’aggiornamento
professionale specifico per tutti gli “addetti ai lavori”,
siano essi sanitari, tecnici della riabilitazione o familiari, nasce
la mission della FASBI, la Federazione Associazioni Italiane Spina
Bifida e Idrocefalo: fondata nel 1990, riunisce oggi 16 associazioni
regionali. Alla FASBI, aderisce anche l’ASISBI, l’Associazione
Siciliana Spina Bifida e Idrocefalo, fondata a Palermo nel 1996,
per volontà dei genitori dei bambini affetti da SB e di alcuni
medici. Con un impegno costante, e la ricerca continua di un dialogo
possibile con il mondo delle istituzioni e dei servizi socio-sanitari,
l’ASISBI ha promosso negli anni molte iniziative tese all’integrazione
e diffusione delle conoscenze necessarie a promuovere cure migliori
ed a garantire, a chi è affetto da SB, un buon livello della
qualità di vita. L’Associazione offre anche il sostegno
alle famiglie, costrette spesso ad affrontare da sole le mille problematiche
connesse alla malattia, oltre che i numerosi e onerosi pellegrinaggi
della sanità verso istituti di cura di alta specializzazione,
ubicati perlopiù nel Centro-Nord del Paese. Grazie alla meritevole
opera dell’associazione siciliana, e all’unità
di intenti manifestata dall’ASISBI e dalla ASL N. 2 di Caltanissetta,
formalizzata con il protocollo d’intesa siglato nel 2004,
è stato possibile realizzare, a Caltanissetta, un Centro
Spina Bifida, l’unico nel Sud d’Italia, centro di riferimento
per chiunque necessiti della consulenza di un equipe multidisciplinare,
capace di integrare insieme le diverse specializzazioni richieste
nella cura dell’individuo con SB.
Insieme si può è il titolo del periodico di informazione
dell’ASISBI, ma è anche l’esortazione più
bella e più vera per costruire i ponti necessari a superare
le barriere, siano esse fisiche o mentali, per andare oltre la formale
diversità, riconoscendone il valore sostanziale come principio
vitale dell’evoluzione umana.
Spina Bifida
La
Spina Bifida, scientificamente definita mielomeningocele, colpisce
circa 1 bambino su 1500, in Italia, sono circa 4 mila le persone
che ne sono affette. È causa di disabilità motorie
e di un corteo di segni e sintomi di gravità crescente proporzionalmente
all’estensione del difetto midollare, nonché, in misura
non irrilevante, in rapporto alla congruità degli interventi
terapeutici, auspicabili già nelle prime 24/48 ore di vita.
La diagnosi di Spina Bifida può essere posta già in
epoca prenatale, con una semplice ecografia, ma effettuata da personale
esperto, ovvero grazie a specifiche indagini di laboratorio sul
sangue materno o sul liquido amniotico. La causa di una s™
complessa malformazione non è ancora nota: molti studi puntano
ad individuare nei geni l’origine dell’anomalia, tuttavia,
viene sempre più accreditata l’ipotesi della concomitanza
di più fattori causali, genetici e ambientali. Tra questi
sembra avere un ruolo chiave, anche ai fini della prevenzione, la
carenza materna di Acido Folico, una vitamina presente nelle verdure
e nei legumi, indispensabile per la regolare replicazione del DNA
e per la sua corretta riparazione. Tale vitamina, se assunta dalla
donna due o tre mesi prima del concepimento e, poi, durante i primi
mesi di gestazione, esplica un effetto protettivo, capace di prevenire
l’insorgenza di difetti del tubo neurale nel nascituro.
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