Agopuntura,
un antico strumento per la nuova Odontoiatria
del Dott.
Salvatore Bardaro
Membro del Forum per le MNC dell'OMCeO Roma.
Il Dott. Salvatore Bardaro tiene corsi di Agopuntura e di altre
Discipline Non Convenzionali in Odontoiatria
L'Odontoiatria
moderna sembra essere il settore meno adeguato all’utilizzo
di discipline e metodiche Non Convenzionali. Essa infatti si disloca
in un ambito che appare estremamente meccanicistico e riduzionista.
Invece da qualche tempo la Medicina Accademica riconosce sempre
più al Cavo Orale un’importanza che va ben oltre i
suoi confini anatomo-topografici.
La rilevanza di tale apparato diventa notevolissima nella concezione
olistica del paziente, tipica, peraltro, del pensiero medico puro
fin dai tempi di Ippocrate.
Se in Medicina Occidentale questa consapevolezza si basa su una
serie di fattori fra cui i rapporti di stretta contiguità
che esso contrae con le vie vegetative afferenti ed efferenti del
sistema nervoso centrale, con i suoi vasi arteriosi, venosi e linfatici
che in parte condivide, o sul vasto numero di funzioni basilari
svolte che vanno dal linguaggio al ruolo immunitario, in MTC [MEDICINA
TRADIZIONALE CINESE] il cavo orale è l’unico distretto
dell’organismo dove passano direttamente o indirettamente
tutti i Meridiani Energetici, i denti ed il parodonto sono considerati
in stretto rapporto di interdipendenza con specifici territori e
funzioni dell’organismo, la lingua è vista come specchio
di situazioni organico-immunitarie e la stessa ATM, ARTICOLAZIONE
TEMPORO-MANDIBOLARE, è ritenuta un fondamentale centro regolatore
di energia del corpo.
Quindi pur usando un linguaggio diverso sembra sempre più
che i concetti riconoscano matrici sovrapponibili. In considerazione
di ciò anche le modalità ufficiali di cura e prevenzione
delle sue problematiche vanno assumendo i contorni di una medicina
odontoiatrica di ampio respiro non limitata in un ambito locale
e tecnicistico.
Introdurre perciò la MTC e l’agopuntura nel trattamento
delle patologie odontoiatriche, al contrario di quanto si poteva
avvertire in passato, non suscita più un senso di inadeguatezza
e forzatura terapeutica.
A conferma di ciò il Parlamento Britannico, in un documento
del 2001, auspica l’avvicinamento di medici e odontoiatri
alla MEDICINA TRADIZIONALE CINESE, anche attraverso corsi pratici
di poche ore, così da avere tra le mani uno strumento efficace
e relativamente semplice da utilizzare. Tale imprimatur deriva anche
dalle storiche conclusioni a cui è giunto il Consensus Conference
statunitense dei NIH [NATIONAL INSTITUTES OF HEALTH] che nel 1997
ha riconosciuto l’efficacia dell’agopuntura nel trattamento
dei vari tipi di dolore, fra cui quello odontoiatrico, oltre che
in altri aspetti di svariati contesti nosologici.
È pensiero comune che l’agopuntura curi soprattutto
il sintomo dolore, ed in parte è vero, infatti le nevralgie,
i dolori reumatici ed altre algie vengono incontestabilmente migliorate
da essa; peraltro quando venne introdotta in occidente si utilizzò
soprattutto in ambito universitario per le anestesie chirurgiche.
In realtà non è solo terapia del sintomo ma soprattutto
delle cause. Invero è principalmente indicata in patologie
croniche, immunitarie, virali e psichiche perché permette,
tramite il riequilibrio energetico, un recupero dell’autoregolazione
e quindi della capacità di guarire. Tuttavia
rimane il fatto che è maggiormente conosciuta per i suoi
effetti più immediati quali appunto quello analgesico ma
anche antiflogistico, antiedemigeno, miorilassante e vasculotrofico.
Proprio tali azioni la rendono estremamente opportuna nella cura
di Denti, Parodonto ed ATM.
L’impiego dell’agopuntura per produrre analgesia in
corso di manovre odontoiatriche è senz’altro presente
nell’immaginario di ognuno di noi anche per il complesso rapporto
che abbiamo con il dolore e, soprattutto, con il dolore dentale
e “dentistico”. Tale possibilità rimane però
per i più, inclusi molti addetti ai lavori, uno dei tipici
miti dai contorni sfumati e dall’essenza un po’ evanescente
che ruotano intorno alla poltrona del dentista. Essa invece rappresenta
una realtà scientifica, peraltro conosciuta e riconosciuta
da molti anni. Il meccanismo d’azione è spiegato principalmente
con due teorie: la Gate Control Theory e la Teoria Neuro-Umorale
che presumibilmente contribuiscono entrambe all’effetto finale.
Un’elevata percentuale di pazienti rispondono in maniera positiva,
maggiore o minore, a questa pratica. Infatti, in linea con quanto
accade di norma in medicina, anche questa è una metodica
che conta un certo numero di pazienti no responder che, sulla base
di ricerche effettuate, risultano geneticamente privi dei naturali
recettori per gli oppiacei. Per tale motivo, nel programmare interventi
da eseguire con l’ausilio dell’analgesia con agopuntura,
è bene eseguire un test sul paziente circa una settimana
prima. Il test si effettua inserendo un ago nel punto 4 Grosso Intestino
[HEGU] che si trova sulla mano e che innalza la soglia della sensibilità
dolorifica a livello cefalico. Tale ago, manovrato correttamente
o collegato ad un elettrostimolatore, suscita, dopo qualche minuto
di latenza, una sensazione particolare di parestesia e di pesantezza
dell’arto. Tale sensazione, chiamata in MTC De Qi [leggi:
De Ci], indica la risposta positiva del paziente e, partendo dall’estremità,
si estende man mano fino alla testa producendo infine l’effetto
analgesico desiderato nella zona di nostro interesse. Quindi il
punto di agopuntura principale per questa metodica si trova sul
dorso della mano. Possono essere poi utilizzati altri agopunti situati
sul volto e nella zona periorale per indirizzare maggiormente l’analgesia
verso il gruppo dentale su cui si deve operare. Altri punti molto
utili a cui si può fare ricorso appartengono all’Auricoloterapia
e si trovano appunto sul padiglione auricolare. In relazione a questi
ultimi dati, che mostrano come in natura i vari distretti dell’organismo
riconoscano centri di controllo a distanza, è forse bene
aprire una piccola parentesi per riflettere su quanto la nostra
Medicina Occidentale, le cui conoscenze e meriti sono in ogni caso
fuori di dubbio, possa comunque giovarsi del pensiero olistico derivante
da culture medico-filosofiche “diverse” per affrancarsi,
in una certa misura, dai parossismi riduzionistici e superspecialistici
che le sono propri e che, in effetti, vengono sempre meno confermati
dalle acquisizioni della ricerca scientifica avanzata.
I motivi per cui il dentista potrebbe avere bisogno di ricorrere
all’agopuntura per eliminare il dolore sono molteplici e rappresentano
delle eventualità sempre più frequenti nella pratica
clinica odontoiatrica. Il primo fra questi è l’allergia
ai comuni anestetici locali che, come tutte le allergie, è
in costante aumento e costituisce un vero e proprio ostacolo, per
le potenziali gravissime conseguenze, alle più semplici operazioni
odontoiatriche. Altra indicazione di rilievo la troviamo nel trattamento
di pazienti con deficit della funzionalità epatica e renale
che presentano grosse difficoltà nella metabolizzazione ed
eliminazione delle molecole chimiche del farmaco anestetico. Si
può inoltre impiegare l’agopuntura sia in pazienti
con altre patologie sistemiche in cui l’uso di anestetici
locali è sconsigliato, sia in condizioni fisiologiche particolari
quali la gravidanza in cui va però evitato l’uso di
agopunti cosiddetti “proibiti” e ormono-attivi. A parte
questi casi in cui si ravvisa la necessità di ricorrere a
metodiche “alternative” all’anestesia classica,
l’analgesia indotta con l’agopuntura può essere
uno strumento di grande utilità in quanto, associata alla
normale anestesia locale, rende quest’ultima più potente
e durevole amplificando l’effetto del farmaco e rendendo efficaci
anche dosi normalmente insufficienti.
Nelle problematiche del Parodonto [che vanno dalla semplice Gengivite
alla Malattia Parodontale p.d. in cui c’è perdita di
osso che sostiene il dente] ed in quelle dell’ATM [algie,
parafunzioni come il bruxismo e degenerazione dei tessuti specifici]
l’impiego dell’agopuntura, anche come integrazione alle
terapie classiche, trova il suo razionale soprattutto nelle acquisizioni
scientifiche di carattere fisiopatologico, sperimentale e clinico
più e meno recenti [anche se spesso non tenute nel giusto
conto ai fini delle procedure terapeutiche a causa di anacronistiche
convinzioni positiviste] che evidenziano in maniera ineluttabile
come molti fattori basilari nell’instaurarsi e nel procedere
di tali patologie riconoscano matrici extrastomatognatiche. La letteratura
scientifica in materia di Parodontologia ha accertato l’importanza
dell’alterazione dell’asse HPA [IPOTALAMO-IPOFISI-GHIANDOLA
SURRENALE] nel determinare un’amplificazione del responso
citochinico locale a livello parodontale che ha come conseguenza
il riassorbimento dell’osso alveolare che sostiene i denti.
Addirittura, ancora più a monte, la stessa struttura cerebrale
denominata Ippocampo sembra avere un ruolo nello stabilire già
in età infantile una predisposizione all’insorgenza
di problematiche parodontali. Da queste situazioni deriva un’aumento
cronico del Cortisolo in circolo, rilevabile anche a livello salivare,
che sposta il responso immune da una condizione utile protettiva
per il parodonto ad una deleteria che sostiene invece il Periodontal
Breakdown. Peraltro in uno studio del 1988 [Genco et al.] è
stata dimostrata proprio la correlazione diretta esistente fra i
livelli di cortisolo salivare e la perdita di osso alveolare. È
innegabile che in queste evenienze le armi a disposizione della
medicina ufficiale [terapia sostitutiva o repressiva] possono fare
oggettivamente poco, non andando oltre risultati minimi e transitori
ma col rischio di effetti collaterali importanti e stabili.
Sono
state fatte indagini, portate avanti mediante studi controllati,
sull’azione dell’agopuntura nell’infiammazione
e nel riassorbimento osseo; le conclusioni sono che essa agisce
sia sulle citochine proinfiammatorie, inibendone la produzione a
livello ipotalamico e “modulandone” l’azione a
livello locale, sia sugli osteoclasti mielogeni [cellule osteodistruttive]
riducendone la formazione. Quindi l’agopuntura può
realmente rappresentare un prezioso complemento da integrare nella
moderna odontoiatria. A questo proposito l’AMNCO [ASSOCIAZIONE
PER MEDICINE NON CONVENZIONALI IN ODONTOIATRIA www.amnco.it] sta
portando avanti, in collaborazione con l’Università
di Verona e l’Università Tor Vergata di Roma, uno studio
multicentrico, di cui ha curato il protocollo e la raccolta dati,
sulla prevenzione ed il trattamento della Malattia Parodontale mediante
l’OMTIA [metodica combinata che prevede l’impiego dell’Agopuntura
e dell’Omotossicologia] confrontata e integrata con la terapia
classica. I risultati preliminari, di prossima pubblicazione, sembrano
essere estremamente incoraggianti.
Anche il trattamento della patologia algico-disfunzionale dell’ATM
con l’agopuntura trova i suoi presupposti nelle acquisizioni
più recenti di fisiopatologia circa questa importante problematica.
Infatti molte componenti della patologia trovano la loro origine
in zone e situazioni esterne all’apparato stomatognatico [stati
psico-emotivi, posturali e infiammatori del rachide e muscolo-tendinei
oltre ad iperattività di zone cerebrali come l’asse
HPA, l’Ippocampo e la Sostanza Reticolare]. Quindi ancora
l’agopuntura risulta essere estremamente indicata nella cura
efficace delle cause e dei sintomi di queste situazioni complesse
che molto spesso, come peraltro accade nella malattia parodontale,
non trovano altro che soluzioni palliative.
Tutte le applicazioni dell’agopuntura in odontoiatria riportate,
e tante altre che non si è potuto illustrare, ci portano
comunque a pensare che la medicina è scienza e che la scienza
non si fonda su pregiudizi e chiusure mentali, ma deve essere pronta
ad attingere anche da culture diverse; l’accostamento di diversi
“Saperi” della salute potrebbe fornire approcci diagnostici
e schemi terapeutici “altri” che potrebbero arricchire
e rinnovare quelli di cui già disponiamo, aprendo un orizzonte
più ampio di soluzioni al problema della Guarigione.
UN PÒ DI STORIA
L’Agopuntura deve la sua rapida diffusione in occidente a
un episodio del 1972, durante la storica visita del Presidente R.
Nixon in Cina. James Reston, uno dei più accreditati giornalisti
presenti, commentatore del N.Y. Times, fu colto da appendicite e
curato con l’Agopuntura. Egli riportò tutto in un articolo.
Grazie alla risonanza dell’episodio, ed alla progressiva caduta
della “Cortina di Bambù”, gli americani iniziarono
ad interessarsi a tale inusuale terapia avviando scambi in ambito
accademico fra Usa e Cina.
La MTC ha sempre tenuto in gran conto il cavo orale riservando un
posto di primo piano alle patologie di bocca e denti. In Cina la
medicina ha cominciato a differenziarsi dalle altre scienze naturali
già nel X secolo a.e.c. [“avanti epoca corrente”:
da 2.000 anni A.C.] e, fin dalla sua nascita, è sempre esistita,
al contrario che in occidente, la figura del dentista. Addirittura
il primo testo di stomatologia della storia ci perviene dalla Cina
e si chiama Quin jiao bizhi [circa 1.000 anni A.C.]; esso contiene
le descrizioni di almeno 76 patologie del cavo orale con relative
ipotesi etiologiche e programmi terapeutici. L’odontalgia
è denominata YA-TONG e viene suddivisa in 9 tipi diversi
con relativa esposizione di sintomi, cause e rimedi. La parodontite
è detta FONG-YA e viene considerata conseguenza di squilibri
energetici generali. In un compendio sulla scienza medica cinese
del 1.800 si descrivono perfino due polveri per sbiancare i denti
usate da secoli. È molto significativo che il primo disegno
di uno spazzolino da denti lo ritroviamo su un documento cinese
del 1498.
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