Che cos’è la sindrome di Williams
La sindrome ha un’incidenza di 1:10.000-20.000 nati, è causata dalla perdita di un piccolo frammento del braccio lungo del cromosoma 7. I pazienti affetti dalla sindrome presentano un ritardo dello sviluppo motorio e mentale di livello variabile da medio a grave di Daniela Concolino
La sindrome di Williams è
una malattia genetica causata dalla perdita di un piccolo frammento
[microdelezione] del braccio lungo del cromosoma 7 che colpisce
1 neonato su 10.000- 20.000. Viene anche definita sindrome da ipercalcemia
idiopatica [ipercalcemia evidenziabile alla nascita e che tende
a scomparire spontaneamente nel secondo anno di vita] o sindrome
di Williams-Beuren, dai due medici che per primi l'hanno descritta.
I pazienti affetti presentano delle caratteristiche facciali tipiche
che li rendono somiglianti tra di loro e che spesso inducono a sospettare
la diagnosi. Queste sono costituite da una microcefalia [testa piccola
rispetto all’età], fronte ampia, occhi vicini tra loro
[ipotelorismo], iride stellata, radice del naso appiattita con narici
anteverse, filtro [solco sottolabiale] lungo, labbra carnose, bocca
aperta. La voce è roca e i denti sono piccoli e iperdistanziati.
Dal punto di vista clinico è caratterizzata dall’associazione
di tali anomalie facciali ad un ritardo di crescita staturo-ponderale
[statura e peso sono inferiori alla norma], di stenosi sopravalvolare
aortica [cardiopatia congenita che determina il restringimento dell’aorta
nella sua parte iniziale ], di disturbi visivi quali strabismo e
difetti che interessano la rifrazione ed il senso di profondità,
disturbi dell’udito [tipica è una ipersensibilità
ai rumori forti ed acuti]. Dal punto di vista neuropsicologico i
pazienti affetti da sindrome di Williams presentano un ritardo dello
sviluppo motorio e mentale di livello variabile da medio a grave.
Le conseguenti difficoltà di apprendimento e di coordinazione
motoria non impediscono però lo sviluppo di una espansività,
socievolezza e capacità di espressione. Infatti, caratterialmente
sono pazienti estremamente loquaci e gioviali con una notevole predisposizione
per la musica, le lingue straniere e le arti in generale. La diagnosi
clinica può essere posta sin dalle prime settimane di vita,
ma oggi è possibile avere una diagnosi certa, nei casi clinicamente
sospetti, mediante l’esecuzione di una indagine nota come
FISH [Fluorescent In Situ Hybridisation], che mette in evidenza
la microdelezione della regione “critica” sul cromosoma
7. Non vi è una terapia specifica ma solo sintomatica e i
pazienti vengono inseriti in un programma di follow-up che prevede
controllo clinici e strumentali [visita oculistica, esame ecocardiografico,
ecocolordoppler dell’arteria renale]. È inoltre utile
valutare con test appropriati lo sviluppo mentale che può
venire sottostimato a causa della caratteristica personalità.
È importante intervenire sul bambino dalla nascita poichè
un intervento educativo precoce e mirato è di fondamentale
importanza per un migliore sviluppo delle competenze cognitive e
sociali dei bambini con sindrome di Williams.
Genetica
Nel 1993 è stata individuata
una microdelezione all'interno di un cromosoma 7 come causa della
S. di Williams. La regione coinvolta nella delezione contiene numerosi
geni, solo alcuni dei quali sono stati identificati. Uno di questi
è il gene dell’elastina, una proteina che dà
elasticità a molti tessuti e organi come le arterie, l’intestino,
i polmoni, la pelle, le corde vocali. La mancanza di essa può
spiegare molte manifestazioni della sindrome, come la particolare
conformazione del viso, le alterazioni cardiache e vascolari, le
frequenti ernie e la voce rauca. Altre caratteristiche invece, come
il ritardo mentale, non sono correlabili a tale difetto genetico.
Le ricerche sono in corso per verificare l'esistenza di altri geni
coinvolti in regioni cromosomiche contigue. Nella maggior parte
dei casi la sindrome di Williams non è ereditaria. La microdelezione
si produce come un evento nuovo in famiglia, al momento del concepimento
per cui i genitori di un bambino affetto [così come i fratelli
e le sorelle dei genitori o del paziente stesso] non corrono, in
una successiva gravidanza, rischi maggiori rispetto a qualunque
altra persona. I pazienti affetti hanno invece un rischio del 50%
ad ogni gravidanza di trasmettere la sindrome ai propri figli.
Notizie utili
Codice Malattia rara: RN1270
Associazioni:
Associazione Sindrome di Williams
Piazza dei Cavalieri di Malta, 4 - 00153 Roma
Tel. 06.47026733 - Fax: 06. 6741342
E-mail: aisw.rm@mclink.it
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