MTM n°17
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 6 - Numero 2 - apr/set 2007
Medicina non convenzionale
 






Anno 6 - Numero 2
apr/set 2007

 

I suoni, le vibrazioni, quelle generate dal nostro corpo mediante la voce o quelli prodotti da strumenti, a volte improvvisati, tendono, comunque, di trovare una chiave invisibile di accesso al nostro mondo interiore




Cosa NON È la musicoterapia

di Bruno Daniele

Dottore in medicina naturale [Università Jean Monnet di Bruxelles] Musicoterapeuta, Docente in Scienze naturopatiche e Linguaggi non Verbali.
Da circa vent’anni tiene corsi di formazione nelle scuole di ogni ordine e grado.
A Napoli ha sede stabile con la Libera Scuola d’Arte Ricerca e Formazione e svolge attività terapeutica individuale e in gruppo.
Svolge attività di ricerca in proprio sulla sindrome da ansia generalizzata e DAP [attacchi di panico] e possibilità d’intervento mediante musicoterapia e meditazione.

All'inizio fu un suono, una vibrazione, la nota dell’Eterno che squarciò l’immobilità del germe del creato. Tutto nasce, vive, muore e rinasce continuaMENTE vibrando. Tutto vibra e risuona ma noi abbiamo percezione di pochi frammenti dell’universo sonoro che ci attraversa, ci accompagna, che evolve con noi in un continuo divenire Potrebbe essere questo, l'inizio di una fiaba o solo un folle racconto, ma racchiude certamente un grande e profondo significato portato alla luce da sempre e da ogni popolo, ogni religione, ogni credo. All'inizio era un nulla assolutamente vivo; un nulla che attendeva la prima scintilla di vita. Un nucleo di luce, una luce intensissima, densissima, bianchissima incontrò un suono. Era una sonorità molto speciale che possiamo immaginare come un suono labilmente udibile se riusciamo a sovrapporre la vibrazione sonora delle cinque vocali. Fu una grande esplosione di luce e suoni...nasceva l'universo. Da quel momento ogni cosa vibrò, ogni cosa suonò. Nell'infinitamente piccolo come nell'inimmaginabile grande ogni cosa vibra, suona, pulsa energia.

violiniQuesto il presupposto della musica in terapia. Noi siamo, in ultima analisi, una sequenza organizzata di vibrazioni e radiazioni luminose. Ogni suono agendo con il nostro campo vibrazionali ci aiuta o ci ostacola. Nei miei corsi di musicoterapia cerco di sgombrare subito il campo da un equivoco ricorrente: la musicoterapia non è una tecnica per rilassarsi. Rilassarsi è uno dei tantissimi obiettivi terapeutici della musicoterapia, ma non il solo o il più importante. Sarà perché viviamo tempi dove lo stress è disagio continuo, sarà perché la produzione di suoni e musiche rilassanti è notevole…comunque, sempre, quando inizio un percorso formativo, la prima cosa che si chiede è: Ci rilassiamo? Oggi, risentiamo di molte aberrazioni post new age e così, gli equivoci sono infiniti. Si legge su ogni dove di musicoterapia. Suoni per dormire meglio, per dimagrire, per fare meglio l’amore, per fare viaggi nel tempo etc…ma al di là di ogni speculazione e tendenza destinata ad esaurirsi nel tempo, la MUSICOTERAPIA, è una disciplina con fondamenti scientifici e che richiede studio, applicazione, esperienza e prudenza. Per fare chiarezza ed avere la possibilità di orientarsi meglio, propongo una distinzione fondamentale tra MUSICOTERAPIA e MUSICANIMAZIONE. Sotto il termine MUSICANIMAZIONE, possiamo far rientrare quelle attività sostenute da suono. Qualche esempio. Scuola dell’infanzia: la maestra chiede ai bambini di disegnare e di sottofondo ci sarà una musica atta a stimolare la fantasia e la creatività. In palestra un ritmo allegro e incessante aiuta ad attivare il movimento. Siamo di malumore e mettiamo un disco perché, intuitivamente, sappiamo che quella musica ci aiuterà a stare meglio. Quotidianamente utilizziamo la musica per azioni di “animazione” che vuol dire animare le facoltà emozionali. La musicoterapia è altra cosa. L’intervento studiato, mirato, programmato a volte, altre volte spontaneo ma, sempre preceduto, da una attenta anamnesi del cliente. Spazi immensi e immense possibilità d’intervento si aprono da questo punto in poi. Sì, è vero che molto del lavoro musicoterapeutico è svolto per contrastare l’Ansia Generalizzata e gli Attacchi di Panico, dunque, rilassare agendo sulla mente, bioenergeticamente sul corpo abbinando musicoterapia e biorespirazione, ma, accade sovente, che l’intervento musicoterapico possa avere altri obiettivi e anche ben più ampi orizzonti.
Un fronte d’intervento di cui mi occupo da anni con gruppi sempre più numerosi è quello della Meditazione Musicoterapeutica. Una metodica innovativa, molto interessante perché abbina le suggestioni della musicoterapia immaginativa alle tecniche occidentali di meditazione. I suoni, le vibrazioni, quelle generate dal nostro corpo mediante la voce o quelli prodotti da strumenti, a volte improvvisati, tendono, comunque, a trovare una chiave invisibile di accesso al nostro mondo interiore. Questa chiave, quando è trovata, è l’inizio di un percorso che può farci comprendere molti degli aspetti oscuri della nostra vita. È straordinariamente interessante osservare come la maggioranza delle persone adulte abbiano difficoltà ad ascoltare il battito del proprio cuore: alcuni ne restano terrorizzati. Eppure, quel suono, quel ritmo, è il nostro metronomo interiore. Noi, da quella scansione sonora, ormai, siamo distanti. La vita iperaccellerata che conduciamo, scompensa quel naturale ritmo innescando, a volte, vere e proprie patologie del ritmo cardiaco. La musicoterapia aiuta a riavvicinarsi all’universo sonoro originario, quello del suono, della voce di materna memoria, il battito del cuore che ci ha accompagnati durante tutta la fase prenatale, i suoni della natura di ancestrale e collettiva memoria. Ecco, forse un modo per intendere la musicoterapia e le sue innumerevoli possibilità d’intervento, può essere questo. Immaginiamo l’Uomo di Leonardo. Il corpo è attraversato in continuazione da stimoli sonori che superando la barriera fisica giungono al cuore emozionale, alla spiritualità, alla coscienza. Migliaia di miliardi di cellule risuonano, infiniti pensieri si accendono, emozioni continue pulsano. Tutto è vibrazione, tutto è suono. Cercando di comprendere qual è l’atmosfera sonora di cui abbiamo bisogno per ristabilire un equilibrio perduto, agiamo, mediante diverse metodiche, a riconnettere il corpo, la mente, l’anima, proprio con quel “segno” sonoro scompensato. Si comprende, dunque, che il lavoro musicoterapeutica, talvolta è un lavoro di gruppo. L’intervento psicologico, arteterapeutico, bioenergetico, naturopatico, possono essere integrati per un fronte d’intervento innovativo e a favore di un rapporto medico - cliente che guardi alla terapia come una “presa in cura della persona tutta”.
….Altro che rilassarsi e sognare…la Musicoterapia, nelle sue specialità particolari della Musicoterapia Immaginativa, Musicoterapia Transpersonale, Meditazione musicoterapeutica, sono convinto, sarà il fronte d’intervento futuro per i disagi mentali ed emozionali. Ora, però, occorre lavoro di squadra. Collaborazione, interazione, scambio di esperienze.
Purtroppo, esistono ancora molte resistenze al riguardo.
Poco tempo fa, in un convegno, ho dovuto “faticare” non poco per spiegare ad illustri professori universitari, che la musicoterapia immaginativa non è immaginare con un suono, ma è lavorare con l’energia degli archetipi, delle forme pensiero ricorrenti, delle elaborazioni positive di contenuti traumatici. Purtroppo è segno della nostra epoca parlare troppo di tutto e da parte di tutti, così, anche la Musicoterapia, qualche volta, cade sotto i colpi di improvvisate performance da baraccone…ma non perdiamo di vista che…in principio fu il verbo… un suono e, da quel momento, l’universo visibile.