Cosa NON È la musicoterapia
di Bruno Daniele
Dottore in medicina naturale [Università
Jean Monnet di Bruxelles]
Musicoterapeuta,
Docente in Scienze naturopatiche
e Linguaggi non Verbali.
Da circa vent’anni tiene corsi
di formazione nelle scuole di ogni
ordine e grado.
A Napoli ha sede stabile
con la Libera Scuola d’Arte Ricerca
e Formazione e svolge attività
terapeutica individuale
e in gruppo.
Svolge attività di ricerca in proprio
sulla sindrome da ansia
generalizzata e DAP
[attacchi di panico] e possibilità
d’intervento mediante
musicoterapia e meditazione.
All'inizio fu un suono, una vibrazione,
la nota dell’Eterno che squarciò l’immobilità del germe del creato.
Tutto nasce, vive, muore e rinasce continuaMENTE vibrando. Tutto
vibra e risuona ma noi abbiamo percezione di pochi frammenti dell’universo
sonoro che ci attraversa, ci accompagna, che evolve con noi in un
continuo divenire Potrebbe essere questo, l'inizio di una fiaba
o solo un folle racconto, ma racchiude certamente un grande e profondo
significato portato alla luce da sempre e da ogni popolo, ogni religione,
ogni credo. All'inizio era un nulla assolutamente vivo; un nulla
che attendeva la prima scintilla di vita. Un nucleo di luce, una
luce intensissima, densissima, bianchissima incontrò un suono. Era
una sonorità molto speciale che possiamo immaginare come un suono
labilmente udibile se riusciamo a sovrapporre la vibrazione sonora
delle cinque vocali. Fu una grande esplosione di luce e suoni...nasceva
l'universo. Da quel momento ogni cosa vibrò, ogni cosa suonò. Nell'infinitamente
piccolo come nell'inimmaginabile grande ogni cosa vibra, suona,
pulsa energia.
Questo
il presupposto della musica in terapia. Noi siamo, in ultima analisi,
una sequenza organizzata di vibrazioni e radiazioni luminose. Ogni
suono agendo con il nostro campo vibrazionali ci aiuta o ci ostacola.
Nei miei corsi di musicoterapia cerco di sgombrare subito il campo
da un equivoco ricorrente: la musicoterapia non è una tecnica per
rilassarsi. Rilassarsi è uno dei tantissimi obiettivi terapeutici
della musicoterapia, ma non il solo o il più importante. Sarà perché
viviamo tempi dove lo stress è disagio continuo, sarà perché la
produzione di suoni e musiche rilassanti è notevole…comunque, sempre,
quando inizio un percorso formativo, la prima cosa che si chiede
è: Ci rilassiamo? Oggi, risentiamo di molte aberrazioni post new
age e così, gli equivoci sono infiniti. Si legge su ogni dove di
musicoterapia. Suoni per dormire meglio, per dimagrire, per fare
meglio l’amore, per fare viaggi nel tempo etc…ma al di là di ogni
speculazione e tendenza destinata ad esaurirsi nel tempo, la MUSICOTERAPIA,
è una disciplina con fondamenti scientifici e che richiede studio,
applicazione, esperienza e prudenza. Per fare chiarezza ed avere
la possibilità di orientarsi meglio, propongo una distinzione fondamentale
tra MUSICOTERAPIA e MUSICANIMAZIONE. Sotto il termine MUSICANIMAZIONE,
possiamo far rientrare quelle attività sostenute da suono. Qualche
esempio. Scuola dell’infanzia: la maestra chiede ai bambini di disegnare
e di sottofondo ci sarà una musica atta a stimolare la fantasia
e la creatività. In palestra un ritmo allegro e incessante aiuta
ad attivare il movimento. Siamo di malumore e mettiamo un disco
perché, intuitivamente, sappiamo che quella musica ci aiuterà a
stare meglio. Quotidianamente utilizziamo la musica per azioni di
“animazione” che vuol dire animare le facoltà emozionali. La musicoterapia
è altra cosa. L’intervento studiato, mirato, programmato a volte,
altre volte spontaneo ma, sempre preceduto, da una attenta anamnesi
del cliente. Spazi immensi e immense possibilità d’intervento si
aprono da questo punto in poi. Sì, è vero che molto del lavoro musicoterapeutico
è svolto per contrastare l’Ansia Generalizzata e gli Attacchi di
Panico, dunque, rilassare agendo sulla mente, bioenergeticamente
sul corpo abbinando musicoterapia e biorespirazione, ma, accade
sovente, che l’intervento musicoterapico possa avere altri obiettivi
e anche ben più ampi orizzonti.
Un fronte d’intervento di cui mi occupo da anni con gruppi sempre
più numerosi è quello della Meditazione Musicoterapeutica. Una metodica
innovativa, molto interessante perché abbina le suggestioni della
musicoterapia immaginativa alle tecniche occidentali di meditazione.
I suoni, le vibrazioni, quelle generate dal nostro corpo mediante
la voce o quelli prodotti da strumenti, a volte improvvisati, tendono,
comunque, a trovare una chiave invisibile di accesso al nostro mondo
interiore. Questa chiave, quando è trovata, è l’inizio di un percorso
che può farci comprendere molti degli aspetti oscuri della nostra
vita. È straordinariamente interessante osservare come la maggioranza
delle persone adulte abbiano difficoltà ad ascoltare il battito
del proprio cuore: alcuni ne restano terrorizzati. Eppure, quel
suono, quel ritmo, è il nostro metronomo interiore. Noi, da quella
scansione sonora, ormai, siamo distanti. La vita iperaccellerata
che conduciamo, scompensa quel naturale ritmo innescando, a volte,
vere e proprie patologie del ritmo cardiaco. La musicoterapia aiuta
a riavvicinarsi all’universo sonoro originario, quello del suono,
della voce di materna memoria, il battito del cuore che ci ha accompagnati
durante tutta la fase prenatale, i suoni della natura di ancestrale
e collettiva memoria. Ecco, forse un modo per intendere la musicoterapia
e le sue innumerevoli possibilità d’intervento, può essere questo.
Immaginiamo l’Uomo di Leonardo. Il corpo è attraversato in continuazione
da stimoli sonori che superando la barriera fisica giungono al cuore
emozionale, alla spiritualità, alla coscienza. Migliaia di miliardi
di cellule risuonano, infiniti pensieri si accendono, emozioni continue
pulsano. Tutto è vibrazione, tutto è suono. Cercando di comprendere
qual è l’atmosfera sonora di cui abbiamo bisogno per ristabilire
un equilibrio perduto, agiamo, mediante diverse metodiche, a riconnettere
il corpo, la mente, l’anima, proprio con quel “segno” sonoro scompensato.
Si comprende, dunque, che il lavoro musicoterapeutica, talvolta
è un lavoro di gruppo. L’intervento psicologico, arteterapeutico,
bioenergetico, naturopatico, possono essere integrati per un fronte
d’intervento innovativo e a favore di un rapporto medico - cliente
che guardi alla terapia come una “presa in cura della persona tutta”.
….Altro che rilassarsi e sognare…la Musicoterapia, nelle sue specialità
particolari della Musicoterapia Immaginativa, Musicoterapia Transpersonale,
Meditazione musicoterapeutica, sono convinto, sarà il fronte d’intervento
futuro per i disagi mentali ed emozionali. Ora, però, occorre lavoro
di squadra. Collaborazione, interazione, scambio di esperienze.
Purtroppo, esistono ancora molte resistenze al riguardo.
Poco tempo fa, in un convegno, ho dovuto “faticare” non poco per
spiegare ad illustri professori universitari, che la musicoterapia
immaginativa non è immaginare con un suono, ma è lavorare con l’energia
degli archetipi, delle forme pensiero ricorrenti, delle elaborazioni
positive di contenuti traumatici. Purtroppo è segno della nostra
epoca parlare troppo di tutto e da parte di tutti, così, anche la
Musicoterapia, qualche volta, cade sotto i colpi di improvvisate
performance da baraccone…ma non perdiamo di vista che…in principio
fu il verbo… un suono e, da quel momento, l’universo visibile.
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