MTM n°17
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 6 - Numero 2 - apr/set 2007
Medicina non convenzionale
 


Simonetta Bernardini
Simonetta Bernardini
Coordinatore del progetto scientifico della Regione Toscana Terapie integrate in Ospedale Presidente della Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata- SIOMI.


Anno 6 - Numero 2
apr/set 2007

 

È sorto un nuovo filone scientifico definito della medicina integrata, che consiste nell’incorporazione selettiva di elementi propri delle medicine alternative e complementari nell’ambito di profili terapeutici comprensivi e fondati sui metodi diagnostico-terapeutici scientifici




Terapie integrate nel servizio sanitario
L’esperienza toscana


di Simonetta Bernardini

pilloleLe medicine evolute a fianco della medicina accademica vengono oggi definite come alternative e complementari, [Complementary and Alternative Medicines, CAM] secondo una dizione ampiamente riconosciuta a livello internazionale dall’OMS e dal Cochrane Collaboration Centre. [1]; [2]; [3]. Esse costituiscono un ampio campo di risorse di cura che include teorie, metodi e pratiche i cui fondamenti metodologici sono differenti rispetto ai principi del pensiero dominante della medicina. Il sistema sanitario pubblico operante nella società attuale, tuttavia, si avvale essenzialmente della cultura maggiormente sviluppata e condivisa in questo specifico periodo storico. Nel caso specifico delle società occidentali contemporanee, la medicina si avvale di un insieme di risorse terapeutiche la cui origine e caratteri sono sviluppati fondamentalmente dalla biomedicina. Le medicine complementari, viceversa, a causa della diversità dei paradigmi fondanti, sono state a lungo considerate come “alternative” o “non convenzionali” rispetto alla corrente dominante di pensiero della medicina scientifica convenzionale con una importante tendenza a sviluppare un contrasto culturale avverso alla loro evoluzione con l’intenzione finanche di squalificarle nel ruolo di “altro dalla medicina”. Tuttavia, negli ultimi anni, prevale la tendenza a definire questi saperi medici come “complementari” rispetto alla medicina classica o “convenzionale” che dir si voglia, dal momento che esse sono spesso state proposte come risorse terapeutiche da utilizzare insieme alla medicina classica secondo i principi dell’alleanza terapeutica, nell’intenzione di mettere in campo più risorse terapeutiche per il conseguimento del massimo grado possibile di salute dei pazienti.
Più di recente, particolarmente negli USA, la pratica sempre più diffusa delle CAM da parte dei medici cosiddetti “convenzionali” ha prodotto il sorgere di un nuovo filone scientifico definito della “medicina integrata” [“integrated” o “integrative medicine”], che consiste nell’incorporazione selettiva di elementi propri delle medicine alternative e complementari nell’ambito di profili terapeutici comprensivi e fondati sui metodi diagnostico- terapeutici scientifici. La fondazione del National Center for Complementary and Alternative Medicine [NCAM] nell’ambito dei 27 National Institutes of Health di Bethesda [Maryland] da parte del Congresso statunitense nel 1998, costituisce un modello di riferimento per fondare scientificamente le attività di ricerca e di formazione in questo ambito. Nella stessa importante direzione è andata la Medicina con la costituzione del Consortium of Academic Health Centers for Integrative Medicine. Il Consortium ha provveduto alla elaborazione di progetti formativi per la realizzazione dei curricula di medicina integrata [anche con la FAD-formazione a distanza-[ 4]. Dal 2002 in poi il Consortium è progressivamente cresciuto fino a comprendere oggi oltre un quinto delle 25 medical schools statunitensi.
officinaleDa questi dati si evince chiaramente come lo sviluppo dello scambio culturale tra la medicina classica e le medicine complementari al fine della costituzione della Medicina Integrata sia oramai un processo culturale e politico avviato e irreversibile. Il consenso ricevuto dalla Medicina Integrata rende piuttosto desueti i contenuti di alcuni detrattori delle medicine complementari che, nel rivendicare il primato del pensiero dominante della medicina biologica, vorrebbero risolvere la questione semplicemente tacciando questi sistemi medici complementari di mancanza di scientificità. È noto a tutti la recente presa di posizione degli scienziati del Gruppo 2003 e Galileo 2001 i quali nell’Aprile 2007 hanno dedicato un’intero convegno dal titolo: «La scienza e le medicine alternative» al tema della [presunta] mancanza di scientificità delle medicine complementari. L’evento è stato molto ben divulgato dagli organi di stampa anche grazie all’aiuto consueto che a questo tipo di manifestazioni arriva dal giornalista Piero Angela “appassionato” nemico delle medicine complementari. Tuttavia i temi rappresentati dagli scienziati, sempre i soliti da molti anni per la verità, appaiono al giorno d’oggi sempre più scricchiolanti e dimostrano inequivocabilmente il tentativo reiterato di questi Signori di creare confusione tra il concetto di Scienza, la quale è, per sua natura, dubitativa nei confronti del paradigma adottato, e quello di scientismo, che si basa piuttosto sulla comunicazione di un incontrovertibile messaggio di certezza.
Questo momento storico è caratterizzato da un significativo dinamismo culturale motivato anche e soprattutto, dalla constatazione che la medicina classica si trova costretta a riconoscere non solo i propri meriti ma anche i propri limiti, particolarmente nel caso della cura delle malattie croniche la cui crescita epidemiologica pare incontenibile. È in questo contesto che le medicine complementari stanno ricevendo una crescente attenzione, sia da parte di alcuni esponenti dell’Accademia che, e soprattutto, dalle Istituzioni che in Italia si occupano della salute dei cittadini.
Si allinea pienamente al cambiamento di prospettiva la politica sanitaria della Regione Toscana. La Toscana è a tutti nota per aver operato scelte politiche in favore del riconoscimento delle medicine complementari, dal mantenimento di queste discipline all’interno dei LEA regionali all’indomani della ridefinizione di LEA voluta dal Ministro Sirchia, all’apertura di oltre 60 ambulatori di medicina complementare su tutto il territorio regionale, fino al recente inserimento dei medici omeopati, agopuntori e fitoterapeuti nelle graduatorie della specialistica ambulatoriale per arrivare, nel maggio di questo anno a dotarsi una Legge regionale, la 9/07, che regolamenta le medicine complementari e che è oramai operativa. È su questo terreno di ammirevole illuminata lungimiranza politica che si colloca il recente progetto sanitario del 1° Ospedale di terapia integrata d’Italia. Il Progetto sanitario è stato presentato con un Convegno dal titolo: «Medicine e Terapie integrate in Ospedale» che si è svolto a Sorano, in provincia di Grosseto, il 28 maggio u.s. La realizzazione di un Ospedale di terapie integrate, la cui sede è stata individuata nell’Ospedale del comprensorio di Manciano, Sorano e Pitigliano, consentirà alla Regione di monitorare la validità, in termini di risorse terapeutiche, di efficacia e di risparmio della spesa sanitaria, di un’offerta terapeutica costituita dall’integrazione tra la medicina classica, le medicine complementari riconosciute dalla Regione Toscana [agopuntura, fitoterapia e omeopatia] e le discipline bionaturali [DBN] come il cranio-sacrale, lo shiatsu e la naturopatia. Il progetto vuole anche prendere in considerazione la possibilità di costituire all’interno della struttura ospedaliera di un centro di formazione pratica qualificata sia per i medici che intraprendono una formazione in medicine complementari che per studenti delle DBN.
Un altro aspetto del progetto riguarda la valutazione della possibilità di dotare il futuro centro ospedaliero di medicina e terapie integrate di una biblioteca informatica che raccolga la letteratura scientifica internazionale sulle materie specifiche e che potrà essere utilizzata dalle strutture del servizio sanitario nazionale interessate.
Per i medici esperti nelle medicine complementari è l’occasione per avviare, in una sede di garanzia, quel confronto culturale con la medicina classica da sempre richiesto e indispensabile alla sistematizzazione ed evoluzione culturale sia delle CAMche della stessa medicina convenzionale

1- Fisher P. e Ward A.,“Complementary medicine in Europe”,British Medical Journal, 9 July 1994, 309, 107-11
2- WHO [2002],Traditional medicine strategy: 2002-2005,World Health Organization,Geneva.WHO [2004]
3- WHO Guidelines on developing consumer information on proper use of traditional, complementary and alternative medicine,World Health Organization,Geneva
4- Consortium of Academici Health Centers for Integrative Medicine Guide Lines May 2004 in:www.siomi.it sezione Documenti