MTM n°18
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 6 - Numero 3 - ott/dic 2007
L’angolo
 


Avv. Nino Marazzita
Avv. Nino Marazzita

Anno 6 - Numero 3
ott/dic 2007

 

Vollero uno specifico articolo che obbligasse i medici e il personale ospedaliero a non dare del tu ai malati anziani e di modeste condizioni sociali


Mi resi conto, con enorme stupore, che il cittadino malato entrando in una struttura ospedaliera perdeva ogni diritto e diventava semplicemente un “numero di letto”




Il tribunale per i diritti del malato
Per formulare “una carta dei diritti del malato” che comprende 13 riferimenti fondamentali
dell’Avv. Nino Marazzita

maniassistenzaSono passati quadi trent'anni da quando con Michele Coiro, Stefano Rodotà, Faustino Durante e Pietro Mastroianni aiutammo alcuni giovani, tra i quali ricordo Giovanni e Agnese Moro e Maria Teresa Petrangolini, a creare una associazione di volontariato che in seguito avrebbe preso il nome di Tribunale per i diritti del malato.
Erano ragazzi pieni di entusiasmo e di tensioni morali e devo dire che mi fecero scoprire un mondo, quello degli ospedali, che ignoravo del tutto.
Mi resi conto, con enorme stupore, che il cittadino malato entrando in una struttura ospedaliera perdeva ogni diritto e diventava semplicemente un “numero di letto”.
Fu nel mio studio che aiutammo questi ragazzi oggi adulti e ancora tenacemente impegnati a difendere i cittadini più deboli, a formulare una carta dei diritti del malato che comprendeva 13 riferimenti fondamentali finalizzati a proteggere colui che veniva ricoverato in ospedale nella sua individualità, nel suo potere di decisione, insomma nella sua dignità.
Ricordo che rimasi colpito quando quei ragazzi vollero uno specifico articolo che obbligasse i medici e il personale ospedaliero a non dare del tu ai malati anziani e di modeste condizioni sociali. Proprio per rendermi conto di questo cominciai a frequentare alcune strutture sanitarie e mi accorsi con rammarico che agli anziani meno fortunati non solo veniva riservato il tu ma che si trattava di un “tu” fatto di indifferenza, ignavia e in alcuni casi addirittura di disprezzo.
Questi ricordi risalgono, come dicevo prima, a trent’anni fa. Ma ora siamo sicuri che la situazione sia completamente cambiata? I casi di malasanità e gli scandali per lo sperpero di pubblico danaro si susseguono a ritmo incalzante.
donneNello stesso tempo la scienza medica ci assicura una vita più lunga e una vecchiaia più sopportabile.
Per questo è difficile rispondere alla domanda.
Forse si tratta di un ciclo storico di trasformazione. Lo sviluppo tecnologico e scientifico è squilibrato rispetto allo sviluppo umanistico, la politica ha perso il suo primato e non riesce a mettere in sintonia scienza ed etica, diritti e doveri, responsabilità individuali e responsabilità collettive.
Dopo le grandi trasformazioni dovrebbero ritrovarsi i grandi equilibri. La nostra società riprenderà presto i suoi valori di riferimento e la sua tradizione culturale.
Gli ospedali riprenderanno ad essere un luogo di civiltà, di solidarietà, di recupero della salute e della gioia di vivere.

È la mia previsione, la mia speranza, la mia certezza.