Il tribunale per i diritti del malato Per formulare “una carta dei diritti del malato” che comprende 13 riferimenti fondamentali
dell’Avv. Nino Marazzita
Sono passati quadi trent'anni da quando
con Michele Coiro, Stefano Rodotà, Faustino Durante
e Pietro Mastroianni aiutammo
alcuni giovani, tra i quali ricordo Giovanni e
Agnese Moro e Maria Teresa Petrangolini, a
creare una associazione di volontariato che
in seguito avrebbe preso il nome di Tribunale
per i diritti del malato.
Erano ragazzi pieni di entusiasmo e di tensioni
morali e devo dire che mi fecero scoprire
un mondo, quello degli ospedali, che
ignoravo del tutto.
Mi resi conto, con enorme stupore,
che il cittadino malato entrando
in una struttura ospedaliera
perdeva ogni diritto e diventava
semplicemente un
“numero di letto”.
Fu nel mio studio che aiutammo
questi ragazzi oggi adulti e ancora
tenacemente impegnati a
difendere i cittadini più deboli, a formulare una carta dei diritti del malato che comprendeva 13 riferimenti
fondamentali finalizzati a proteggere colui che veniva ricoverato
in ospedale nella sua individualità, nel suo potere di decisione,
insomma nella sua dignità.
Ricordo che rimasi colpito quando quei ragazzi vollero uno specifico
articolo che obbligasse i medici e il personale ospedaliero a non
dare del tu ai malati anziani e di modeste condizioni sociali.
Proprio per rendermi conto di questo cominciai a frequentare alcune
strutture sanitarie e mi accorsi con rammarico che agli anziani
meno fortunati non solo veniva riservato il tu ma che si trattava
di un “tu” fatto di indifferenza, ignavia e in alcuni casi addirittura
di disprezzo.
Questi ricordi risalgono, come dicevo prima, a trent’anni fa. Ma ora
siamo sicuri che la situazione sia completamente cambiata?
I casi di malasanità e gli scandali per lo sperpero di pubblico danaro
si susseguono a ritmo incalzante.
Nello stesso tempo la scienza medica ci assicura una vita più lunga
e una vecchiaia più sopportabile.
Per questo è difficile rispondere alla domanda.
Forse si tratta di un ciclo storico di trasformazione. Lo sviluppo tecnologico
e scientifico è squilibrato rispetto allo sviluppo umanistico,
la politica ha perso il suo primato e non riesce a mettere in sintonia
scienza ed etica, diritti e doveri, responsabilità individuali e responsabilità
collettive.
Dopo le grandi trasformazioni dovrebbero ritrovarsi i grandi equilibri.
La nostra società riprenderà presto i suoi valori di riferimento
e la sua tradizione culturale.
Gli ospedali riprenderanno ad essere un luogo di civiltà, di solidarietà,
di recupero della salute e della gioia di vivere.
È la mia previsione, la mia speranza, la mia certezza.
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