Un Modello di assistenza integrata L'Hospice Sacro Cuore di Roma
Umanizzazione della Sanità – Rapporto medico/paziente
Un esempio lodevole di assistenza medico-psicologica integrata, specializzata
in Cure Palliative e Terapia del dolore, è rappresentato dall’Hospice Sacro
Cuore di Roma, una struttura sperimentale in grado di offrire un’assistenza
àe completamente gratuita
di Caterina Carloni
Oltre alle attività di degenza, ambulatorio e
day hospital, l’Hospice Sacro Cuore offre anche
un servizio di assistenza domiciliare su
tutto il territorio di Roma.
Il Dottor Luigi Lombardo, medico e psicoterapeuta,
responsabile del servizio di psico-
oncologia dell’Hospice Sacro Cuore di
Roma, ci ha fornito una sua preziosa testimonianza.
Cosa può aiutare, secondo lei, un malato terminale
a vivere serenamente questa fase della
sua vita?
Le variabili che entrano in gioco nel modulare
la risposta di un paziente affetto da patologia
oncologica, anche nella fase terminale
della malattia, sono molteplici e influenzate
da numerosi fattori medici, psicologici
e psico-sociali: la qualità del rapporto
con il medico e con l’équipe può influenzare,
ad esempio, anche in modo
drammatico, la percezione della efficacia/
inefficacia dell’intervento di supporto
[cure palliative] e di terapia del dolore.
Importantissimi sono poi gli aspetti riguardanti
la personalità ed i meccanismi di difesa
messi in atto dal paziente [e dalla famiglia]
durante il percorso di malattia.
Anche le situazioni di conflittualità familiare
o coniugale, il basso livello socio-economico,
l’emarginazione o la compresenza
di altre gravi patologie nel nucleo familiare,
minano pesantemente lo stato d’animo di
chi soffre. Di contro, tutte quelle relazioni in
grado di favorire la soddisfazione di quel bisogno
di “sicurezza” e di “appartenenza”
che ogni paziente esprime vanno incoraggiate
e rafforzate.
Che consigli ed aiuti possono ricevere i familiari
di un malato terminale in una struttura come
l’Hospice? L’ Hospice è fondamentalmente una struttura
di accoglienza, non solo del malato in
fase avanzata di malattia, ma di tutto il “sistema”
familiare. Ciò significa che l’intera
èquipe deve quotidianamente fare lo sforzo
di organizzare i propri interventi tenendo
in considerazione i vissuti di dolore, rabbia,
diffidenza, stanchezza, che l’intero
gruppo familiare porta come fardello di
un’esperienza accumulata non di rado in
lunghi mesi o anni di storia clinica del proprio
congiunto. Oltre al supporto psicologico
dei familiari durante la fase di degenza
del paziente, presso il nostro Hospice è
da sempre attivo un servizio di counseling
o di psicoterapia di supporto individuale e
di gruppo all’elaborazione del lutto che è a
disposizione dei familiari anche dopo la
morte del paziente.
Quanto conta, secondo lei, per un malato terminale,
aver coltivato una dimensione trascendente
dell’esistenza e/o avere una visione spirituale
della vita?
Il mio parere personale è che la dimensione
spirituale e/o religiosa dovrebbe rappresentare,
a prescindere dalla condizione
di malattia, una risorsa fondamentale nel
bagaglio di valori di ogni persona. Tuttavia,
il lavoro che svolgo da anni a contatto con
imorenti mi ha insegnato che la prossimità
della morte diventa, per la stragrande maggioranza
dei pazienti e per le loro famiglie,
non l’occasione per raccogliersi e riflettere
sul mistero del “passaggio”, ma una dolorosa
esperienza di disperata negazione. Purtroppo,
l’attitudine alla riflessione sui temi
dell’esistenza trova la maggior parte delle
persone impreparate e prive anche di “strumenti”,
perché è difficile o impossibile pretendere
che dopo un’intera vita trascorsa
nell’“oblio” o spesa in un costante impegno
nel “fare e accumulare” si possa pretendere
di dare un senso alla propria esistenza in
prossimità della grande Soglia.
PER SAPERNE DI PIÙ
LA STRUTTURA, NATA NEL 1998, costituisce il primo
esempio di Hospice dell’Italia Centro-Meridionale.
Grazie al sostegno dell’Associazione Volontari
Circolo di san Pietro e con il contributo decisivo
della Fondazione Cassa di Risparmio di
Roma, è costantemente impegnata nello studio
e nella ricerca di soluzioni al problema della sofferenza
fisica.
Attraverso un’equipe multidisciplinare [Medico
Palliativista, Psicologo, Infermiere, Fisioterapista,
Volontario, Assistente Sociale ed Assistente Spirituale],
l’Hospice Sacro Cuore si prefigge come
obiettivo fondamentale la presa in carico globale
del paziente, il sostegno psicologico del malato
e della sua famiglia e l’umanizzazione dell’impatto
terapeutico.
www.hospicesacrocuore.it
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