MEDICAL TEAM MAGAZINE - Anno 1 - Numero 1 - sett/ott 2002

 


L’angolo
 


Dott. Claudio Varrenti
Dott. Claudio Varrenti
Dottore commercialista,
revisore contabile iscritto
all’albo dei dottori
commercialisti di Roma
e al registro dei revisori
contabili.



L’angolo del commercialista

In quali casi un odontoiatra deve applicare l’Iva sulle fatture emesse?
L’obbligo di addebitare l’Iva in fattura sorge qualora l’odontoiatra ponga in essere operazioni al di fuori del campo della medicina oggettiva come, ad esempio, nei casi di compensi percepiti per docenze, per conferenze o per ricerche scientifiche.
Le prestazioni rese da un medico in sede giudiziaria in qualità di C.T.U. o C.T.P. devono essere assoggettate ad IVA?
Come chiarito dall’Amministrazione finanziaria con circolare del 4/11/1992 le prestazioni in questione rientrano nella fattispecie di cui al n°18 art. 10 D.P.R. 633/72 e, pertanto, devono qualificarsi come “esenti”, con conseguente disapplicazione dell’imposta.
La “Tremonti–bis” specifica che tra i destinatari dell’agevolazione rientrano i lavoratori autonomi attivi alla data di entrata in vigore della normativa. Cosa si intende con l’attributo “attivi”?
Si intendono coloro che hanno provveduto a presentare al competente Ufficio delle Entrate la dichiarazione di inizio attività prevista dall’art.35 D.P.R. 633/72 entro il 25 ottobre 2001.
Una fatturazione analitica delle prestazioni odontoiatriche può configurare una violazione della privacy, posto che la L. 675/96 pone tra i c.d. “dati sensibili” quelli relativi alla salute?
L’analitica specificazione delle prestazioni è un obbligo derivante dalle norme tributarie. Il medico rilascia la fattura al paziente e non attua alcuna divulgazione dei dati contenuti nel documento.


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