MEDICAL TEAM MAGAZINE - Anno 1 - Numero 1 - sett/ott 2002

 


Intervista
 


Vito Scalisi
Vito Scalisi

Dott. Benedetto Bultrini
Dottor Benedetto Bultrini,
64 anni, è laureato in Giurisprudenza e
specializzato in Diritto
Sanitario e in Scienze amministrative.
È autore di numerose
dispense per Concorsi e
Corsi d’Aggiornamento.
Dal Novembre 2000 è
Direttore Generale
dell’Azienda U.S.L. C.

 



L’ottimizzazione della competitività
di Vito Scalisi
Intervista al Dott. Benedetto Bultrini direttore generale della A.S.L. Roma C

Come è cambiata la vecchia U.S.L.? Cosa le manca per diventare realmente competitiva? Qual è il rapporto dell’azienda con i medici di famiglia?

Una visione nuova per l’A.S.L., nei principi, nelle finalità, nell’organigramma, sino nelle leggi nel rapporto con il cittadino. Quali e quanti dei presupposti fissati sono stati raggiunti? E quali, invece, richiedono ancora, un forte impegno da parte delle Aziende Sanitarie Locali?
Lo chiediamo al dott. Bultrini Direttore Generale dell’Azienda U.S.L. Roma C dal Novembre 2000.
A cosa si riferisce la sigla di Azienda Sanitaria Locale?
Il decreto legislativo 502/92 e le successive modifiche e integrazioni, hanno sostanzialmente modificato l’organizzazione del Servizio Sanitario Nazionale, costituendo Aziende Sanitarie Locali e Aziende Ospedaliere di rilevanza nazionale. Alle aziende sanitarie locali compete l’organizzazione dei servizi di salute in un determinato territorio, con compiti di prevenzione, assistenza, cura riabilitazione verso i cittadini del bacino di utenza dedicato.
A quale zona di Roma fa riferimento la A.S.L. Roma C?
L’Azienda USL Roma C ha come territorio di competenza quattro Municipi della città di Roma:
VI – IX – XI – XII, la popolazione da assistere nel nostro caso è di circa 600.000 abitanti, in continua espansione.
Quante persone ruotano, all’incirca, attorno ad una A.S.L.?
I dipendenti dell’azienda sono circa 4.500, i medici di famiglia convenzionati sono circa 600, inoltre ci sono nel territorio un Istituto di cura a carattere scientifico IRCCS S. Lucia e un Ospedale Classificato Figlie di san Camillo, considerando tutte le farmacie e gli ambulatori accreditati penso raggiungiamo circa 10.000 operatori.
Come si misura il successo di una azienda sanitaria?
Il successo può essere misurato con due criteri di giudizio: efficacia e efficienza. L’efficacia ci spiega che abbiamo raggiunto gli obiettivi di salute, che abbiamo garantito il massimo dell’assistenza possibile nel nostro territorio e nei nostri ospedali; l’efficienza ci permette di valutare se per raggiungere il risultato è stato impiegato il minimo delle risorse. Questa valutazione è particolarmente complessa, in termini economici, a volte ricorriamo a valutazione su base storica e verifichiamo che a parità di risultato di salute, di interventi sanitari e prestazioni rese, il costo e le risorse impegnate sono state inferiori all’anno precedente o sono state inferiori alla percentuale di aumento delle prestazioni. Questo è da considerarsi un successo per un direttore generale.
Cosa manca ad una struttura statale come la vostra, per divenire competitiva?
La nostra azienda è particolarmente attiva nella città di Roma, nei nostri ospedali abbiamo un altissimo numero di interventi, sono presenti per alcune discipline centri di riferimento regionale e specialisti di fama, il nostro problema non è di competere con le strutture private o accreditate, bensì di permettere ai cittadini che vogliono curarsi da noi di poter accedere alle prestazioni in tempi adeguati. Anche per i presidi territoriali stiamo provvedendo alla umanizzazione delle strutture, al loro adeguamento a criteri di sicurezza e di accoglienza per garantire una buona copertura di offerta di prestazioni per tutta la popolazione residente. Noi ci sentiamo comunque competitivi in quanto le professionalità che esprimiamo come struttura pubblica e le strutture ospedaliere che gestiamo direttamente sono di grande prestigio. Altrettanto prestigiosi e noti sono gli interventi del nostro Dipartimento Infantile e del Dipartimento dell’anziano.
Quali sono le vostre prospettive per il futuro della A.S.L. Roma C?
Le nostre prospettive a breve termine sono di continuare a garantire il buon livello di prestazioni per la totalità degli interventi e arrivare all’eccellenza nelle discipline dove le risorse umane e strumentali lo consentono; a medio termine sono di razionalizzare lo spazio all’interno delle strutture ospedaliere, provvedere all’insediamento nei distretti sanitari di ambulatori adeguati ad accogliere i cittadini. Obiettivo da non perdere di vista è certamente quello del risanamento economico dell’azienda, ma non certo a scapito della qualità dell’assistenza che siamo tenuti e che vogliamo garantire.
La condizione di isolamento che caratterizza lo stato dei medici generici risulta essere qualcosa di evidente. Quale è il suo parere in proposito?
I medici di base vanno sicuramente coinvolti molto di più. Sono stato poco tempo fa, ad un convegno ortopedico dove erano stati invitati anche i medici di famiglia, proprio per colmare quel divario, causa di isolamento, tra loro e le strutture sanitarie di riferimento.
Quando si potrà trovare un punto di incontro tra medico generico, case farmaceutiche e Stato?
Di certo è un problema di non facile risoluzione. Un esempio del problema si è potuto osservare nella reazione che le case farmaceutiche hanno avuto alla notizia che la Regione, in riferimento ad alcuni medicinali, vorrebbe creare una centrale d’acquisti come stanno già facendo per tutte le A.S.L.

L’Equipe del dott. Bultrini con la redazione del Medical Team Magazine.

L’Equipe del dott. Bultrini con la redazione del Medical Team Magazine.