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Il
Dott. Eugenio Raimondo
Direttore scientifico e
responsabile editoriale.
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Storia della medicina
I primi chirurghi: l’anestesia
a cura di Eugenio Raimondo
“Prima della scoperta degli anestetici
il paziente che si preparava ad un’operazione era paragonabile ad
un criminale in procinto di essere giustiziato. Rinunciava quindi alla
propria libertà e permetteva che lo si tenesse stretto oppure legato,
per sottoporsi indifeso al crudele coltello” (W. Simpson,
1848).
I principali rimedi anodini dell’antichità derivavano dal
papavero, dallo iosciamo, dalla mandragola e naturalmente dalla flora
fermentata che produceva alcool.
I primi studi moderni di chimica e di fisica dei gas furono condotti da
Priestley (1733 – 1804), che, nel 1772 scoprì il protossido
d’azoto.
Tale gas esilarante, per l’euforia che produceva, veniva, però,
più usato per giochi di società e dimostrazioni di piazza
da parte di ambulanti che per scopi scientifici. Fu Davy, inventore della
lampada per minatori che nel 1789 notò che in coloro che lo inalavano
nel contesto di questi giochi di società il gas produceva anche
insensibilità al dolore: propose dunque che il gas esilarante venisse
impiegato in chirurgia, ma non fu ascoltato. Ma i suoi risultati ebbero
comunque un effetto profondo, benché indiretto, nella storia dell’Anestesia.
Parallelamente si cominciava a conoscere l’etere sintetizzato per
la prima volta nel 1540 da Corpus. All’inizio della primavera del
1842 il Dott. Long, giovane medico del Franklin College, tolse una cisti
sul collo ad una giovane paziente, Janes Venable, facendole annusare l’etere
attraverso una salvietta impregnata di liquido volatile. Successivamente,
a seguito di questi buoni risultati, in luglio Long amputò, sotto
l’effetto dell’etere, un dito malato del piede ad uno schiavo.
Nel 1884 un venditore girovago, con qualche esperienza in medicina, il
Sig. Colton, incuriosì un dentista che partecipava alle sue dimostrazioni
con la moglie, il dottor Walls, che notò l’effetto antidolorifico
del gas su un volontario che pur ferendosi gravemente ad una gamba non
lamentò alcun dolore. Si convinse così ad usare il protossido
d’azoto su di se e i suoi pazienti per delle estrazioni dentarie.
Ottenuto un ottimo risultato volle dimostrarlo alla facoltà di
Medicina di Harvard davanti al Dott. John C. Warren. Ma ebbe un insuccesso
clamoroso, tanto da essere scacciato dall’aula. Fu un suo allievo,
William T. G. Morton che, migliorando la tecnica di inalazione ed usando
l’etere, convinse il Dott. Warren a ripetere l’esperimento
che ebbe risultati eccellenti e così nacque ufficialmente la “
chirurgia senza dolore” (1846).
In seguito la Comunità di Boston coniò il termine “anestesia”
per tali condizioni. Successivamente vennero usati il cloroformio che
rimase per circa un secolo nel Regno Unito come anestetico di elezione.
La cocaina fu usata da William Halstad iniettata nei tronchi nervosi per
bloccare gli impulsi sensitivi; poi nel 1898 anche nel canale vertebrale
ed infine da Orè, in Francia, per via endovenosa. Con l’avvento
dei barbiturici (Veronal), dell’intubazione tracheale e dei miorilassanti
si permettevano interventi sempre più sofisticati tanto da voler
affidare tale disciplina nelle mani di uno specialista. Furono il Dott.
Mc Mechan e la moglie Von Varsevold ad indicare la figura dell’anestesista.
Lo sapevate
che
Nell’ultima fase del periodo medievale, in Francia, la professione
chirurgica scaturì direttamente dalla poliedrica attività
del barbiere; qualche anno più tardi lo stesso
processo si attuò anche in Inghilterra, durante il regno della
dinastia dei Tudor, e a tale proposito esistono documentazioni
che certificano l’esistenza di un gruppo di dentisti specializzati
nell’ambito della corporazione dei Barbieri-Chirurghi. Fu un decreto
emanato nel 1540 da Enrico VIII di Inghilterra a delimitare
gli ambiti entro i quali i chirurghi e i barbieri avrebbero dovuto svolgere
le proprie attività; tra queste, tuttavia, le estrazioni
dentarie erano interventi praticabili da entrambi i gruppi.
(da “Storia Illustrata dell’Odontoiatria, Malvin E. Ring).
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