MTM n°20
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 7 - Numero 2 - mag/ago 2008
Medicina non convenzionale
 


Audisio Di Somma
Audisio Di Somma
Medico Specialista in Medicina del Lavoro presso il presidio ospedaliero Le Molinette di Torino


Anno 7 - Numero 2
mag/ago 2008

 




La Floriterapia di Bach
Uno studio recente evidenzia che il 13% degli utilizzatori di MNC fanno ricorso alla Floriterapia di Bach. È utile che questa metodologia sia conosciuta correttamente, puntualizzandone i fondamenti
di Audisio Di Somma

FioriEdward Bach nacque nel settembre del 1886 a Moseley, un sobborgo di Birmingham. Si laureò in Medicina e Chirurgia a Londra. Uomo geniale e anticonformista, fin dagli anni della Grande Guerra intraprese ricerche nel campo della batteriologia, disciplina a quel tempo agli esordi, elaborando una serie di vaccini tratti da batteri intestinali [detti Nosodi]. Bach fu certamente influenzato dal clima culturale “umanistico” e spirituale che allora muoveva le coscienze e dagli studi di Sigmund Freud e Rudolf Steiner [antroposofo]; inoltre in lui ebbero forte ascendente i naturalisti Ralph Waldo Emerson e Samuel Hahnemann [fondatore dell’Omeopatia]. Cercò dunque di “individualizzare” la terapia migliore per ogni paziente sperimentando le azioni psicologiche ed emotive dei rimedi. Sulla base di questa esperienza, a partire dal 1922 intraprese una originale ricerca su fiori. Tale incessante lavoro lo impegnò fino alla morte, avvenuta nel 1936, all’età di soli 50 anni. I suoi due libri più conosciuti, entrambi fondamentali, sono Guarisci te stesso [Heal thyself] e Libera te stesso [Free thyself]. Edward Bach è noto al grande pubblico come scopritore della Floriterapia che porta il suo nome. Si tratta di un metodo di cura basato sull’impiego di estratti da alcuni fiori utilizzati in base a un criterio alternativo alla pratica ortodossa della medicina, sia allora sia in tempi moderni. Infatti lo studio sperimentale che sta alla base di questa metodologia prevede l’individuazione dello stato d’animo che affligge il paziente dal quale deriverebbe l’intero quadro sintomatico accusato. Al centro della sensibilità e del pensiero di Edward Bach vi è l’Uomo, considerato come unità indissolubile di spiritualità, mente e corpo. La malattia è intesa quale momento di catarsi attraverso il quale l’individuo trasforma se stesso. La presa di consapevolezza del dolore, fisico ed emotivo, rappresenta un percorso necessario all’evoluzione del paziente. Questo “viaggio” interiore non va represso mediante l’impiego di farmaci “forti”, tali da annullare le espressioni messe in campo dalla crisi vissuta dall’individuo- patologia, al contrario va modulato e diretto, tramite sostanze naturali ad azione dinamica, specifica e delicata, verso un superamento. La guarigione consiste in una modificazione del sentire profondo, in uno stato d’animo più armonico e sollevato, in un rapporto più “naturale” tra il vissuto interiore e il funzionamento del corpo. Alla base del pensiero di Bach vi è l’intuizione della semplicità, un ritorno all’incantevole ed arcaica capacità guaritrice della Natura. Alcuni aspetti della sua filosofia riportano alle atmosfere di San Francesco di Assisi. I Fiori selezionati da E.Bach sono 39. Tra questi sono compresi due rimedi particolari, uno non botanico, Rock Water [Acqua di roccia], proveniente da una fonte incontaminata, espressione di purezza e di anelito alla perfezione; un altro è composto da cinque Fiori associati in unica formula, Rescue Remedy [Rimedio di Pronto Soccorso], utile in situazioni di trauma acuto, di crollo emotivo. I Fiori di Bach sono classicamente suddivisi in sette gruppi ad azione omogenea, ognuno da scegliere in base alle specificità particolari: 1. per chi ha paura, 2. per chi ha incertezza e insicurezza, 3. per chi vive scarso interesse per il presente, 4. per chi soffre di solitudine, 5. per chi è ipersensibile alle influenze esterne, 6. per chi è scoraggiato o disperato, 7. per chi dedica cure eccessive agli altri e non a sé. Edward Bach elaborò due sistemi di preparazione dei Fiori, in base alla loro natura botanica e alla migliore possibilità di estrazione dei principi attivi. Questi metodi sono originali e non seguono le procedure farmaceutiche in uso nella consueta fitoterapia. Infatti, a differenza di questa, le quantità di principi attivi risultano sub ponderali e non chimicamente rilevabili. Se da un canto tale “diluizione” sottile evita le possibilità di intossicazione e di allergizzazione, dall’altro espone la Floriterapia a una serie feroce di critiche da parte della scienza ufficiale che ne disconosce le possibilità di azione medicamentosa. Il dottor Bach inventò dapprima il metodo del sole, mediante il quale le corolle dei Fiori appena raccolti vengono deposte in coppelle di acqua di sorgente e esposti alla luce solare: in questo caso avviene una sorta di processo naturale di estrazione alchimista in cui luce, terra e acqua, gli elementi in gioco, si congiungono in una miscela non tanto “chimica” quanto vibrazionale e magnetica, utile ad agire sui piani sottili dell’individuo. Il secondo metodo di estrazione prevede la bollitura dei fiori inadatti da preparare con il sistema del sole; si tratta soprattutto dei fiori degli alberi e degli arbusti. In conclusione è bene che il medico conosca la Floriterapia di Bach, almeno nei fondamenti a scopo informativo o per approfondirne il tema.


PER SAPERNE DI PIÙ

MOLTO SPESSO SUI MEDIA e negli ambienti medici ortodossi si assiste ad attacchi contro la Floriterapia di Bach, ritenuta priva di ogni fondamento scientifico, equiparata a un semplice placebo. Il fatto che non sia possibile una misurazione quantitativa, chimica, degli elementi presenti nei rimedi è, per i critici, prova sufficiente e determinante a una ferma condanna. D’altra parte l’azione clinica della Floriterapia è ben documentata dai riscontri empirici che, caso per caso, molti medici riportano in pubblicazioni e in lavori congressuali. Va ricordato che in Floriterapia di Bach ogni individuo è considerato un caso particolare, insieme specifico di sintomatologia fisica ed emozionale. Ragione per cui un’analisi scientifica organizzata per campioni, gruppi omogenei e categorie diagnostiche risulta limitativo seppure fondamentale per giungere a dimostrare eventuali differenze statisticamente significative tra il gruppo di controllo e il gruppo di studio. In ogni caso esistono seri lavori scientifici che dimostrano come l’effetto della Floriterapia superi quello relativo al puro effetto placebo. Si citano, tra gli altri, lo studio clinico Il luogo dell’Anima e la forma del corpo: nuovo metodo di trattamento dei D.C.A. (Disturbi del Comportamento Alimentare) in uno spazio condiviso di cura, condotto tra il 2005 e il 2006 a Todi presso Palazzo Francisci, la prima Struttura Residenziale pubblica (A.S.L. 2 dell’Umbria), extraospedaliera, dalle dottoresse Simonetta Marucci e Cristiana Pettinelli; lo studio Sinergie terapeutiche tra Fiori di Bach, Omotossicologia e Psicoterapia ad integrazione corporea nei disturbi psicologici e psicosomatici realizzato nel periodo 2001, 2003 dal dottor Eugenio Sclauzero su un campione di 120 utenti giunti presso il proprio ambulatorio di Psicoterapia a Bagnaria Arsa [UD]; entrambi questi studi sono stati pubblicati nel volume Floriterapia del Dr. Bach – Medicina dell’anima e del futuro [Guna Edizioni, 2008]. Altri due studi in doppio cieco sono: Rescue Remedy nella riduzione degli stati d'ansia, comparso su Complementary Health Practice Review e Fiori di Bach nel controllo del dolore, pubblicato su Complementary Therapies in Clinical Practice.