MTM n°21
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 7 - Numero 3 - set/dic 2008
Medicina non convenzionale
 


Dr.ssa Laura Borghi
Dr.ssa Laura Borghi
Medico-Chirurgo Spec. Biochimica e Chimica Clinica; esperto e docente in Medicina Antroposofica.
Libero professionista a Milano


Anno 7 - Numero 3
set/dic 2008

 

Ci si può chiedere se sia effettivamente tutto risultato degli ultimi interventi umani l’innalzamento della temperatura, lo sciogliersi dei ghiacciai, o se non sia un cambiamento più radicale e più ampio di questa fase dell’evoluzione


Dai regni di natura prendiamo non solo nutrimento, anche sostanze curative. Esse devono essere preparate perché agiscano come farmaco, come rimedio




Il concetto antroposofico di rapporto tra uomo e natura
La medicina antroposofica vede i regni della natura con un destino legato allo sviluppo dell’umanità. Essi non possono sussistere disgiunti dall’uomo e neppure l’uomo è pensabile a prescindere da essi
della Dr.ssa Laura Borghi

coltivazioniCon l'avvento della tecnica è progressivamente cambiato il rapporto che l’uomo ha oggi rispetto agli esseri naturali, animali, vegetali e minerali. Possiamo pensare alla civiltà basata sull’uso di utensili di rame, cui ha preso posto successivamente la possibilità di lavorare il ferro. Il rame, utilizzato oggi nei fili di conduzione elettrica, è tuttora elemento di comunicazione, di trasmissione, di collegamento. Con il ferro, oggi nella sua applicazione sottoforma di acciaio, interviene la capacità di affermarsi maggiormente e in modo stabile, ma anche di riaffilare le armi gli uni contro gli altri in modo più determinato. Le piante, modificate dall’intervento umano con l’agricoltura, non solo offrono nutrimento con le loro parti specifiche, semi, frutti e fiori, steli e foglie, radici; portano con sé per, l’influenza esercitata dall’uomo, anche motivo di malattia sotto forma di allergie, intolleranze. Queste sono via via in crescita nella popolazione e si estendono in fasce di età sempre più ampie. La tendenza generale è di opporsi e difendersi dagli attacchi della natura che da sempre è amica e contemporaneamente estranea all’uomo.

Oggi in una parte del mondo abbiamo il fenomeno della sovrabbondanza di produzione, che ben si caratterizza con il termine di consumismo e sfocia in un cerchio vizioso che sembra autoalimentarsi e che lascia i suoi resti nei cumuli di plastica e prodotti di scarto non degradabili. D’altra parte il problema dell’acqua e delle risorse energetiche e alimentari carenti è realtà in molti luoghi della terra, la quale va soggetta a fenomeni di mutamento come la desertificazione di zone precedentemente rigogliose. Il sole è amico dei cittadini che dopo giorni di siccità al primo temporale ne lamentano la mancanza e ne invocano il ritorno. Da esso dobbiamo però inevitabilmente proteggerci la pelle, gli occhi, il capo.

Qui si aprono due livelli di riflessione. Ci si può chiedere se sia effettivamente tutto risultato degli ultimi interventi umani l’innalzamento della temperatura, lo sciogliersi dei ghiacciai, o se non sia un cambiamento più radicale e più ampio di questa fase dell’evoluzione. Si apre però anche l’orizzonte di quanto ci circonda alla vastità dello spazio attorno a noi. Il sole, non solo ha un’influenza diretta sulla nostra salute, ma è essenziale per le piante, perché con i sali e le componenti terrestri, luce e calore solare vengono trasformati in sostanza vegetale. E i metalli citati prima, insieme agli altri loro fratelli, iniziamo a chiederci da dove vengono e da dove hanno avuto origine, quale mai sia la loro storia. Di solito nascosti sottoterra, l’uomo li estrae dalle miniere, aspettano di essere liberati o più saldamente incatenati, a seconda dell’uso che ne viene fatto.

Gli animali, come l’uomo, si muovono sulla superficie terrestre. Esseri del respiro utilizziamo come gli animali l’ossigeno dell’aria, o dell’acqua i pesci. Con gli animali abbiamo in comune la capacità di avere sensazioni. Provare piacere e dolore è caratteristico dell’animale e dell’essere umano. L’animale come l’uomo prova dolore e reagisce ad esso nella difesa di se stesso e della propria specie. L’uomo non lotta solo per la sopravvivenza della specie; egli ha la possibilità di azioni mirate o di trattenere consapevolmente delle reazioni. La qualità dell’azione sostenuta dalla riflessione, dalla pianificazione e programmazione è determinante per un risveglio alle necessità oggi stringenti dell’altro essere, sia esso uomo o natura. Dai regni di natura prendiamo non solo nutrimento, anche sostanze curative. Esse devono essere opportunamente preparate perché agiscano come farmaco, come rimedio.
Già un infuso, una tisana, richiede una preparazione, la pianta secca rilascia nell’acqua qualcosa della sua essenza, tramite colore, aroma, sapore. I rimedi per l’uomo d’oggi non possono essere solamente naturali, nel senso che il processo di lavorazione è il tramite, il ponte di congiunzione tra l’essere umano e la natura. Il risanamento, che ha in sé il cammino verso la guarigione, è possibile oggi prendendo in considerazione anche l’organismo terrestre, il quale necessita dell’uomo interessato e coinvolto in questo processo. Così, accanto alla preparazione dei farmaci è importante anche la coltivazione della terra in modo che possa essere risanante anche per il suo organismo.

Tentiamo una strada possibile. Nell’ambito della salute, la farmacia e la medicina antroposofica cercano di avvalersi del rapporto specifico tra uomo e natura per una terapia sostenibile nella sua applicazione. Che rame e Venere si corrispondano, come ferro con Marte, che la radice grossa e colorata della curcuma abbia una corrispondenza con la bile e magari anche con certe cefalee digestive, sono conoscenze non più istintive. Da medici, veterinari, terapeuti e pazienti, e ognuno lo è in determinati momenti della vita, possiamo cominciare e riscoprire i nessi con gli altri da noi.


PER SAPERNE DI PIÙ

La Medicina Antroposofica offre la possibilità di un supporto conoscitivo all’applicazione medica per un sistema di cura e prevenzione nei confronti della salute adatto per l’uomo di oggi. L’approccio terapeutico e preventivo si avvale di processi realizzati nel rispetto della natura.
L’agricoltura biodinamica è nata per impulso di Rudolf Steiner, fondatore dell’antroposofia o scienza dello spirito, in risposta all’esigenza di un gruppo di agricoltori che avevano a cuore la qualità dei frutti della terra e della terra stessa. Essi, già negli anni venti del secolo scorso, avevano notato l’impoverimento dei terreni e dei prodotti agricoli a causa di un’agricoltura estranea alle leggi della vita, anche se le moderne tecniche applicate allora erano ancora solo ai primordi. Le piante, modificate nel corso delle generazioni di civiltà umana, gli animali domestici, fornitori di prodotti alimentari, attendono che l’uomo ricominci a guardare ad essi con il rispetto loro dovuto, oltre e prima di divenire prodotti industriali di consumo.
L’uomo è riconosciuto come microcosmo che riassume in sé, ogni singolo individuo in modo peculiare, il macrocosmo cioè il grande mondo con i regni della natura. La natura estranea, amica-nemica, ha una corrispondenza con l’essere umano. Siamo solo agli inizi di una nuova comprensione delle qualità della vita. Abbiamo superato un animismo istintivo e siamo ancora impigliati nell’illusione che la ricerca scientifica oggi imperante applicata alla natura e all’uomo possa darci risposte alle domande aperte sulle leggi della vita. Quello di cui però possiamo avvalerci di questa scienza tecnocratica è la facoltà di osservare la natura con metodo. Il metodo della scienza applicato in modo rigoroso non necessariamente fa a pugni con la sfera emotiva dei sentimenti, piuttosto illumina la strada che abbiamo davanti da percorrere. Tra campi coltivati a monocolture e animali che non vedono la luce del sole, cerchiamo di salvare specie in isole protette. Questo è qualcosa, ma è vita in cattività.