L’uomo, l’animale
e l’ambiente
«La terra non appartiene all’uomo, è l’uomo
che appartiene alla terra. Qualunque cosa capita
alla terra, capita anche ai figli della terra»
[messaggio di Capriolo Zoppo, tribù Duwamish, al Presidente
degli Stati Uniti, Franklin Pierce, 1854]
di Bruno Cipollone Medico Veterinario
Specializzazione in Malattie Infettive,
Profilassi e Polizia Veterinaria
Tel. 06/65742036 Cell. 3291713773
Nei secoli antecedenti, il pensiero antropologico
poneva l’uomo al centro dell’universo e
tutto ciò che viveva intorno a lui era in funzione
della sua esistenza in quanto utile per
l’alimentazione e per il progresso della civiltà
umana. Ma ultimamente c’è stata una graduale
rivisitazione di questo pensiero allorquando
ci si è accorti che la qualità della vita
è andata sempre più degradandosi.
Tale crescita culturale si è maturata dopo catastrofi
ambientali, uragani, scioglimento
dei ghiacciai, protocollo di Kyoto e quindi il
crescente interesse dei media ha dato una
maggiore informazione e utili strumenti di
valutazione che ha portato l’opinione pubblica
ad una maggiore consapevolezza che
l’uomo senza l’ambiente naturale non
avrebbe più la possibilità di sopravvivenza.
Le molteplici ricchezze della natura hanno
un valore di gran lunga superiore a quello
economico. Perché sono al tempo stesso ricchezze
sociali, culturali, scientifiche ed estetiche.
L’uomo essendo il curatore delle risorse
naturali per le generazioni future, ha
l’obbligo morale d’impiegare oculatamente
questo capitale insostituibile.
L’uomo “misura di tutte le cose” ha la prerogativa
di conferire ad esse un significato, ma
riconosce che alcune esigenze umane possono
essere soddisfatte non con la pratica del
dominio bensì con la protezione. In discussione
non è più il concetto di natura o l’atteggiamento
umano, ma il “giusto” uso delle
risorse, la salvaguardia delle specie animali
e vegetali che servono per il mantenimento
ambientale, per la ricerca, per il nutrimento
o la ricreazione. Sul piano morale viene riconosciuto
un senso di responsabilità verso
gli altri esseri viventi, secondo il diritto ad un
ambiente ospitale.
L’American Veterinary Medical Association
[AVMA] definisce il benessere animale “animal
welfare” come: “la condizione che comprende
tutti gli aspetti dello stato di armonia
fisica e psichica di un animale in se stesso in
relazione al suo ambiente, incluso ricovero
adeguato, protezione, alimentazione, prevenzione
e trattamento delle malattie, accudimento
responsabile, trattamenti umanitari”.
Alla professione veterinaria, dunque, è assegnata
la responsabilità di fornire una guida
in tutte le questioni relative al benessere
animale. Negli ultimi anni sia la normativa
europea che nazionale ha posto l’attenzione
più sul benessere animale che sulle malattie
e il loro controllo, nel senso che più gli animali
si trovano nell’armonia fisica e meno si
ammalano [prevenire e meglio che curare].
In quest’ottica si inserisce meglio il medico
veterinario omeopata che nella valutazione
dei segni omeopatici deve tener conto di tutti
gli aspetti comportamentali, ambientali,
rapporto con l’uomo e quindi è attento all’aspetto
“etologico” degli animali in relazione
al contesto sociale, molto variegato e di
complessa valutazione.
Il termine “etologia” si riferisce allo studio
scientifico del comportamento degli animali
nel loro ambiente naturale. Ciò ha evidenziato
la componente biologica e animale
della condotta umana ed individuato una
nutrita serie di somiglianze che stanno progressivamente
riducendo le differenze che
sussistono tra uomo e animale. Inoltre l’etologia
ha fornito molti contributi all’ecologia,
evidenziando la complessità dell’interrelazione
tra uomo e ambiente, che è interazione
reciproca e resistente, nel contempo, ai
mutamenti, ai quali, però neppure l’uomo,
con la sua cultura, può sottrarsi.
Il medico veterinario omeopata è attento alla
cura appropriata degli animali in relazione
ai bisogni di base, come nutrizione, stabulazione,
igiene, relazioni sociali, moto, addestramento,
attrezzature di allevamento, riduzione
dei residui chimici sia nelle produzioni
che nell’ambiente.
Il veterinario omeopata è così coinvolto non
solo nella prevenzione dei problemi e nei bisogni
di base degli animali, ma anche nel
mantenimento della salute degli animali, nel raggiungimento dell’optimum delle prestazioni,
della produzione, della riproduzione,
del mantenimento dell’equilibrio uomoanimale-
ambiente ponendo al centro delle
diagnosi e terapia il benessere animale, la
salvaguardia dell’ambiente e la sicurezza alimentare.
L’uomo è diventato per la natura più pericoloso
di quanto un tempo la natura lo fosse
per lui, bisogna far attenzione all’importante
relazione di equilibrio ogni volta che si
fanno delle scelte sia mondiali, sia nazionali,
sia familiari sullo stile di vita che vogliamo
portare avanti per poter lasciare alle generazioni
future un mondo migliore di come lo
abbiamo trovato.
MEDICINE COMPLEMENTARI, BENESSERE ANIMALE,
SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE, SICUREZZA ALIMENTARE |
La Terapia Omeopatica e comunque tutte la Medicine Complementari permettono il raggiungimento di obiettivi molto vantaggiosi sia per gli animali, che per l’uomo e anche per l’ambiente:
- diminuzione delle terapie allopatiche nel lungo periodo
- minore costo delle terapie [specie negli allevamenti]
- miglior rapporto uomo animale [ osservazione più accurata dei sintomi]
- diminuzione dei residui chimici sia nei prodotti di origine animale [ sicurezza alimentare]
sia nei rifiuti di origine animale [feci, urine] con minor inquinamento ambientale
- benessere animale per terapie meno invasive e minor stress di somministrazione farmacologica
- migliore utilizzo degli animali nella Pet-Terapy, nell’Autismo, nella Ippoterapia, in Ospedali
Pediatrici, nelle persone della Terza Età
- miglior rapporto tra medici e veterinari che in queste discipline hanno più possibilità
di confronto e crescita culturale e professionale tendendo tutti al benessere umano
e al benessere animale.
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