Grazie o mio dio che sono vivo
di Eugenio Raimondo
direttore@mtmweb.it
Grazie o mio dio che sono vivo. Vivo nel mio
corpo, nei miei pensieri, nei miei desideri,
nei miei amori.
Grazie perché sono vivo anche nei miei momenti
di solitudine, di incertezze, di tradimenti,
di dispiaceri.
Ma quando incontro il mio amico che non
vede, oppure non cammina, non muove le
mani, non può comunicare allora mi chiedo
se anche lui vive. Essere poveri è una condizione
sociale come essere ricchi.
Saper parlare, comunicare, è espressione di
evoluzione culturale, sociale. Tu cieco non
vedrai mai più il cielo, le stelle, la luna, le nuvole
o gli occhi di una donna. Se Dio ti desse
la vista a te basterebbe per poter essere vivo.
Tu sei spastico, non riesci nemmeno a far
star ferma la testa. La tua mente è sana e lucida
ma il tuo corpo non ti segue. Ciò ti logora
perché vorresti essere come gli altri, poterti
pettinare, mangiare autonomamente,
camminare da solo, correre su un prato.
Se ti dessero ciò che la vita ti ha tolto cio ti basterebbe
per essere vivo.
Tu sei un corpicino contorto, la testa piegata
da un lato che mai si potrà piegare dall’ altro.
Le tue gambe sottilissime, incrociate, dure
e lignee, la pelle secca e irritata. Vorresti alleviare
il prurito che provi sulla testa ma non
riesci con le tue mani né la mamma comprende
il tuo desiderio. Se sei fortunato qualcuno
ti porterà a spasso a vedere il mondo a
metà, altrimenti dovrai accontentarti di vedere
il muro vicino al tuo letto e magari vivere
una emozione al passaggio di una formica. E pensare che anche tu potevi essere
bello, sano, innamorato. Forse ciò ti sarebbe
bastato per essere felice. E tu paralizzato dalla
testa per un incidente stradale. Conservi
tutta la tua lucidità, i tuoi sentimenti, le tue
emozioni. Sei impotente anche se volessi farla
finita con la vita. Sono certo che poter avere
il possesso del tuo corpo ti basterebbe per
essere felice.
Ma noi che non viviamo tali condizioni perché
non ci basta essere normali per essere felici.
Per almeno una volta immaginiamo di
essere ciechi, paralizzati, spastici, allettati.
Ecco, io questo vorrei che facessimo.
Grazie Dio, io sono felice. |