Nuovi concetti nella antiaging therapy.
HGH: l’ormone della giovinezza L’invecchiamento è un evento fisiologico di cui accettiamo passivamente i disturbi,
ma negli USA si studia da tempo per intervenire sulle sue cause così da aumentare
la lunghezza e la qualità della vita
del Dott. Vincenzo Aloisantoni
Da sempre medici e biologi hanno considerato
l’invecchiamento come un evento fisiologico
a cui tutti noi esseri umani dobbiamo sottostare
passivamente accettando i disturbi
ad esso correlati quali lo scadimento delle
prestazioni psicofisiche oppure le varie patologie
che ne derivano. Da circa 20 anni negli
USA si è però fatto strada un intenso desiderio,
da parte della comunità scientifica,
di intervenire sulle cause dell’invecchiamento
per aumentare la durata e la qualità
della vita umana. Harmon fu un pioniere in
questo perché negli anni 80 capì che i radicali
liberi [atomi o molecole altamente ossidanti]
sono coinvolti nel processo di invecchiamento
cellulare; egli aprì così la strada
alla teoria dello stress ossidativo e delle difese
antiossidanti che ancora oggi è fortemente
oggetto della ricerca scientifica. Il salto
di qualità è avvenuto quando Daniel Rudman,
endocrinologo dell’università del Wisconsin,
intuì che somministrando l’ormone
della crescita ricombinante [HGH] ad anziani
sani avveniva una retromarcia del processo
di invecchiamento, un ringiovanimento
psicofisico stimabile intorno ai 20 anni.
I miglioramenti osservati furono i seguenti:
14% di perdita di massa grassa, 8% di
guadagno di massa muscolare senza esercizio
fisico, aumento dello spessore cutaneo
con più idratazione ed attenuazione delle rughe
del viso, maggiore densità ossea nelle
vertebre lombari e nel radio, aumento di
qualche centimetro dell’altezza per maggiore
idratazione dei dischi intervertebrali;
ancor più notevole era l’impatto sulla sfera
psicoemotiva con attenuazione dei sintomi
depressivi, miglioramento del senso di benessere,
aumento della self confidence [gli
anziani si vedevano più giovani e belli] e miglioramento
della quantità e qualità del sonno
con il riaffacciarsi dei sogni vividi tipici
della giovinezza; tutto quanto decorato da
una ridistribuzione del grasso sottocutaneo che dall’addome si spostava al palmo delle
mani ed a guance e labbra; purtroppo questo
studio aveva come limite il breve periodo
di sperimentazione [6 mesi] e l’esiguo numero
di anziani studiati, oltre che la presenza
di effetti collaterali legati all’eccessiva
quantita di HGH somministrato; ciò nonostante
ecco aperta la porta all’Antiaging Medicine
attraverso il bilanciamento degli ormoni
della giovinezza. Il nuovo concetto era:
non è importante come arrivare al bilanciamento
ormonale [segretagoghi ormonali, terapia
sostitutiva ormonale, omeopatia, agopuntura]
ma è importante arrivarci, per poter
così evitare anche gli innumerevoli farmaci
tossici che quasi ogni anziano assume
in quantità spesso notevole per le varie patologie
legate all’invecchiamento [antiipertensivi,
antidepressivi, antilipidemici, antidiabetici,
sonniferi ecc.]. Studi successivi rigorosi
hanno confermato l’intuizione geniale
di Rudman, arrivando alla conclusione
che bassi dosaggi di HGH con alta frequenza
di somministrazione [0,4 u.i. die] mimavano meglio la pulsatilità circardiana del GH, avendo gli stessi benefici senza alcun effetto
collaterale significativo [Chein and Terry].
L’ormone della crescita viene secreto dall’ipofisi
nel sangue con un ritmo circadiano
[picchi prevalentemente notturni nel sonno
ad onde lente con ampiezza e frequenza dei
picchi che diminuisce col fluire dell’età già a
partire dai 20 anni]. Parallelamente alla discesa
del GH nel sangue [la produzione a 20
anni è circa 500 microgrammi al giorno, a 40
anni è circa 200, a 80 anni circa 25] aumentano
i segni dell’invecchiamento [aumento
di massa grassa, perdita di massa magra e ossea,
perdita di vigore fisico e psichico, incanutimento
dei capelli ecc..]. In realtà il GH
interviene nel trofismo cellulare sia direttamente
sia attraverso il suo figlioccio IGF1 di
cui stimola la produzione; l’IGF1 stimola la
sintesi proteica e l’anabolismo, incrementando
la proliferazione cellulare e limitando
l’apoptosi [morte programmata cellulare];
tutto ciò in concerto con altri ormoni che
amplificano l’azione del GH [DHEA, testosterone,
estrogeni, melatonina e ormone tiroideo];
è evidente che in una buona terapia
antiinvecchiamento bisogna testare nel sangue
tali ormoni per poter intervenire in caso
di carenza o di eccessi creando un terreno adatto all’azione del GH [politerapia ormonale].
In conclusione sappiamo bene che
dobbiamo invecchiare, ma chi decide il come
e il quando? La vita vale la pena di essere
vissuta a lungo e bene, ed è per questo che
speriamo tutti che la biologia molecolare, la
medicina ufficiale, e specialmente le nuove
entrate medicine non convenzionali, possano
aiutare a migliorare la qualità di vita
esaltando la prevenzione delle malattie con
il raggiungimento dell’equilibrio organico;
ciò è certamente da preferire rispetto all’andare
poi a curare singolarmente una moltitudine
di malattie, definite dell’invecchiamento,
con farmaci tossici, ricchi di effetti
collaterali e spesso poco efficaci.
PER APPROFONDIRE
Esistono vari modi per tenere nel range giovanile i livelli di GH ed IGF1; sono sia di tipo
farmacologico che, soprattutto, dipendenti dallo stile di vita. In primis è importantissimo
dormire almeno 8 ore a notte, con buona qualità del sonno per migliorare la secrezione
pulsatile dell’ormone [un buon modo è assumere melatonina a lento rilascio 3 mg. sempre
alla stessa ora di sera – Prof. Maurizio Nordio]; altrettanto importante è mantenere bassi
i livelli di insulina serali consumando una cena ricca in proteine e povera di carboidrati
e grassi; assumere poi supplementi a base di arginina, ornitina e glutammina che favoriscono
il rilascio ipofisario di GH; eseguire un moderato esercizio fisico giornaliero, di
breve durata [inferiore a 40 minuti per non attivare la secrezione di cortisolo], iniziando
col sollevare pesi e finendo con esercizi di resistenza; importante è anche vincere lo stress
psichico che favorisce la secrezione di cortisolo [nemico acerrimo del GH] con la meditazione,
yoga, agopuntura e tecniche di rilassamento. L’omeopatia funziona benissimo regolando
e normalizzando il rilascio delle citochine e del cortisolo [Prof. Salvatore Bardaro].
Si può procedere altrimenti con la somministrazione di HGH ricombinante con iniezioni
giornaliere alle minime dosi efficaci, ciò riporterà il livello dell’IGF1 ai valori di un adulto
di 30 anni [circa 200 nanogrammi su millilitro]. Deve risultare chiaro che solamente in
presenza di palese deficit di GH, documentato da test ematochimici statici e dinamici, con
bassi livelli di IGF1 ematico e sintomi di chiaro decadimento psicofisico, si può procedere
in tal senso; ciò peraltro deve avvenire sotto la supervisione di un medico antiaging
esperto in GH. Negli USA si è riusciti ultimamente a micro incapsulare la molecola di GH,
normalmente conica, in un matrix delivery system, elongandola geometricamente e permettendone
l’assorbimento per via sottolinguale. Questo metodo di somministrazione, anche
se non ufficialmente approvato dall’FDA, sta mostrando una buona efficacia senza
particolari effetti collaterali alle dosi consigliate; anche l’HGH omeopatico è apparso nello
scenario, ma studi scientifici al riguardo sono ancora all’inizio.
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