Omosessualità: la cultura del pregiudizio
Da difetti nella crescita ormonale
a disturbi della personalità,
dal castigo divino alla depravazione
dei costumi, molte sono le teorie
chiamate in causa per spiegare
il comportamento omosessuale
della Dott.ssa Caterina Carloni
Componente essenziale dell'autostima e grande veicolo di
stabilità, sicurezza e conoscenza profonda di sé, la sessualità
collega ad aspetti sconosciuti e indicibili del
proprio mondo interiore. L’amore, il desiderio, l’eccitazione
e la fantasia ne fanno un luogo fisico e al contempo
psichico nel quale celebrare l’Eros, l’energia vitale
per eccellenza, alludendo ai grandi archetipi del
Piacere e della Riproduzione.
Gusti, meccanismi di attrazione, tendenze inconsce e
peculiarità nell’espressione e nella comunicazione dei
desideri sessuali sono da sempre e in tutte le culture oggetto
di studi e osservazioni. Eppure il sesso rimane innegabilmente
un’area esistenziale controversa e dalle
molteplici sfumature, oggetto di speculazioni nelle sue
manifestazioni più morbose ed estreme, ma spesso sottovalutata
nella sua componente formativa e rispetto
alla necessità di un’adeguata educazione fin dai primi anni di vita. È naturale quindi che una delle sue manifestazioni
meno diffuse, seppure molto discusse, l’omosessualità,
risenti della carenza di una chiara e sicura definizione
eziologica riguardante le tendenze e gli orientamenti
sessuali in genere.
La parola “omosessualità” è un neologismo [ fu usata per
la prima volta nel 1869 da un medico ungherese per indicare
i rapporti sessuali tra uomini] derivante dal prefisso
greco homos [“stesso”] e della parola latina sexus [“sesso”].
Il termine, che ha progressivamente sostituito le denominazioni
precedenti quali sodomita, invertito, anormale
ecc., è oggi usato indifferentemente insieme al termine
“gay” [meno connesso con la medicina e meno ingiurioso],
proposto dagli ambienti omosessuali americani negli
anno Settanta.
Attualmente non esiste nessuna ipotesi scientificamente
validata circa le cause dell’omosessualità, ma solo ipotesi
in corso di accertamento.
Secondo la teoria del determinismo biologico, ad esempio,
sarebbero i fattori ormonali e genetici a predisporre l’orientamento
sessuale. Secondo, invece, le scienze psicologiche,
l’orientamento sessuale è deciso dalle esperienze
e dallo sviluppo psichico infantile. Secondo alcune frange
della psichiatria, l’omosessualità è una malattia a tutti gli
effetti [malgrado la sua cancellazione come patologia psichiatrica
dagli elenchi dell’American Psychiatric Association
già dal 1973], mentre alcuni studiosi di antropologia
hanno formulato la cosiddetta teoria queer, un’ipotesi sull’origine
di tutte le categorie che descrivono la sessualità
sulla base della natura del corpo e della sua rappresentazione.
La maggioranza delle tradizioni religiose spiega, infine,
il comportamento sessuale in termini di “vizio”.
I rapporti omosessuali portano ufficialmente alla pena di
morte in sette nazioni islamiche: Arabia Saudita, Iran,
Mauritania, Sudan, Somalia e Yemen. In molte nazioni
musulmane, come il Bahrain, il Qatar, l'Algeria e le Maldive
l'omosessualità è punita con il carcere, con pene pecuniarie
o pene corporali.
Ufficialmente in India l’omosessualità è un reato: l’articolo
377 del codice penale indiano, sancisce che «Chiunque,
volontariamente, abbia un rapporto carnale contro l’ordine della natura con un uomo, una donna
o un animale, sarà punito con la prigione a
vita o per un periodo che può arrivare a dieci
anni, e dovrà pagare anche una multa».
La Chiesa cattolica afferma di non condannare
la persona con tendenza omosessuale,
pur considerando tale orientamento, come
stabilito dalla Congregazione per la
Dottrina della Fede [Lettera ai vescovi della
Chiesa cattolica sulla cura pastorale delle
persone omosessuali, dell'1 ottobre 1986],
"intrinsecamente disordinato", e considera
l'atto omosessuale abominio perché
contrario alla "legge naturale", e dunque
precludente al "dono della vita".
Tuttavia non è possibile riscontrare nelle
parole di Gesù alcun accenno che sia esplicitamente
e inequivocabilmente indirizzato
a condannare le persone omosessuali in
base al loro orientamento; c'è anzi chi vede
nell'annuncio cristiano un messaggio di liberazione
che riguarda la creatura di Dio a
prescindere dalla sua identità di razza, genere
e condizione. Gesù nei Vangeli non dice
una parola sull’omosessualità, mentre
ne dice tante sulla tolleranza, l’accettazione,
il non giudicare.
Neppure nella tradizione religiosa induista
vi è traccia di condanna e biasimo nei confronti
dell’omosessualità. Nei trattati sulla
sessualità l’argomento è trattato con chiarezza
e senza censure, nel rispetto del principio
che «in tutto ciò che concerne l’amore, ognuno deve agire in accordo con i costumi
del proprio paese e con le proprie inclinazioni”
[Kama Sutra, cap. X].
Nell’Islam è il concetto stesso di orientamento
sessuale ad essere inammissibile;
orientarsi sessualmente significa chiudersi
in una visione fisica della vita, a dispetto
di quella spirituale: lo spirito in sé, la vera
natura umana, non è né donna né uomo,
non è né bianco né nero, né ricco né povero.
Tutti gli spiriti sono uguali, e il compito
di ogni individuo è di elevare la propria anima
a un livello superiore liberandosi degli
attaccamenti terreni.
In questa diversità di prospettive e nel rispetto
della libertà di espressione delle varie
correnti, la posizione ufficiale del mondo
scientifico, sia negli USA che negli altri
Paesi occidentali, ivi inclusa l'Italia, è che
l'omosessualità di per sé costituisca «una
variante del comportamento sessuale umano
» e che nessuna terapia può essere effettuata
per cambiare un orientamento omosessuale
a priori. Il compito dell’operatore
della salute mentale [psicologo, psichiatra,
psicoterapeuta] è pertanto quello di aiutare
il paziente ad armonizzare la sua inclinazione
con il resto della personalità in modo
ego-sintonico, e non quello di modificarne
la tendenza.
WALT WITHMAN, IL CANTORE DELL’OMOSESSUALITÀ
Conosciuto soprattutto come autore della famosa raccolta
di poesie Foglie d’erba, pubblicata in diverse edizioni
a partire dal 1855, Walt Withman [1819-1892],
poeta e scrittore statunitense, fu uno dei massimi cantori
della libertà, della sessualità e dell’omosessualità.
Nel suo ideale visionario pose l’uomo come momento
centrale della sua percezione e comprensione
del mondo, e cantò l’essenza di quello che diventerà
successivamente il “sogno americano”. Dalla
sua opera è tratta la celeberrima ode che inizia con
il verso “Oh Capitano, mio capitano”, dedicata ad
Abramo Lincoln e filo conduttore del film L’attimo fuggente
del 1989.
Per quasi un trentennio dovette prendere tutti gli accorgimenti
possibili per nascondere o mitigare il fatto
che fosse omosessuale.
Leggere la poesia di Whitman significa anche riflettere
sul prezzo umano e psicologico dell'autocensura
[dell'autore, del critico e del traduttore] e sul valore
irrinunciabile della libertà di espressione.
Io non ardisco sottrarre nessuna parte di me
Non l’equilibrare ranghi, carnagioni, fedi e sessi
Non il giustificare la scienza né la marcia dell’uguaglianza
Io sono per coloro che non furono mai dominati
Per coloro che leggi, teorie, convenzioni, non potranno mai dominare
Walt Withman, 1867, Presso la riva dell’Ontario Azzurro
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