MTM n°23
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 8 - Numero 2 - mag/set 2009
Dibattito - Omosessualità
 


Dott.ssa Eugenia Milozzi
Dott.ssa Eugenia Milozzi
Consulente medica presso l’Arci Gay di Roma, in particolare per gli utenti che si rivolgono al servizio di Gay Help Line.


Anno 8 - Numero 2
mag/set 2009

 

Dicono che sopra la terra nera la cosa più bella sia una fila di cavalieri, o di opliti, o di navi, io dico: quello che s'ama

SAFFO [POETESSA GRECA VISSUTA INTORNO AL 640 A.C.]



Per timore di non essere capiti molti pazienti gay e lesbiche non si sentono a loro agio quando parlano della loro vita intima, delle loro relazioni, dei loro comportamenti sessuali, la maggior parte quindi evita di dare informazioni importanti che potrebbero indirizzare il medico verso una più accurata prevenzione di particolari malattie e una più tempestiva diagnosi




Salute gay
Gli studi mostrano che gran parte dei gay, delle lesbiche e dei bisessuali non svela il proprio orientamento sessuale al medico
della Dott.ssa Eugenia Milozzi

gay help lineLa pratica medica dell'era moderna si trova ad affrontare nuove sfide ma anche nuove opportunità.
I cambiamenti, nella società e nei sistemi sanitari, ci inducono ad una riflessione sui valori e sulla stessa natura della professionalità medica.
Il medico nella sua attività è chiamato a curare ogni singolo individuo con la medesima attenzione e coscienza senza la minima discriminazione; tuttavia discriminare non significa differenziare, è vero infatti che ogni paziente è diverso dagli altri e potrebbe dunque avere problemi, bisogni e richieste differenti.
La questione dell’orientamento sessuale si è posta in temi relativamente recenti nel dibattito pubblico e scientifico. Se il tema dell’omosessualità in passato è stato affrontato dai medici solo in termini di malattia mentale, la visione scientifica attuale considera l’orientamento sessuale un tratto che, come altri, caratterizza la pluralità delle identità e delle diversità.
A causa dell’invisibilità sociale, la presenza dei/le pazienti omo/bisessuali nello studio medico è spesso imprevista. Il rischio che ne può derivare è quello di allontanare le persone dai servizi sanitari o di trascurare specifiche vulnerabilità sanitarie.
Secondo i dati epidemiologici, una persona su venti ha, nel corso della vita, almeno un’esperienza sessuale con persone dello stesso genere; eppure gli studi mostrano che gran parte dei gay, delle lesbiche e dei bisessuali non svela il proprio orientamento sessuale al medico.
Se da una parte le donne e gli uomini con esperienze o identità omosessuali hanno le stesse problematiche di salute degli altri, dall’altra affrontano questioni tipiche che, sebbene di interesse per il medico, raramente sono affrontate nella letteratura scientifica consueta.
Per timore di non essere capiti molti pazienti gay e lesbiche non si sentono a loro agio quando parlano della loro vita intima, delle loro relazioni, dei loro comportamenti sessuali, la maggior parte quindi evita di dare informazioni importanti che potrebbero indirizzare il medico verso una più accurata prevenzione di particolari malattie e una più tempestiva diagnosi.
Alcuni medici tendono di conseguenza a sottostimare la consistenza numerica di questi pazienti, le cui problematiche, rischiano pertanto, di rimanere invisibili, altri invece sostengono di non sentirsi abbastanza preparati a discutere dei rischi connessi alle pratiche sessuali tra persone dello stesso sesso, infatti non è sempre facile trovare fonti informative a riguardo.
coppiaNel 2005 è stata pubblicata la ricerca Modi di con la collaborazione e il contributo dell’istituto Superiore di Sanità. Lo studio si basava su un campione di 4690 uomini e 2084 donne omosessuali, a cui è stato sottoposto un questionario sul proprio stato di salute, sui comportamenti sessuali, sui fattori di rischio e protezione e sulle modalità di accesso alle risorse di prevenzione e benessere. Per quanto riguarda la visibilità con il proprio medico di base, la maggior parte degli intervistati [uomini e donne] tende a non rivelare la propria omosessualità, inoltre questa tendenza si accentua nei pazienti più giovani; nonostante la maggior parte delle donne dichiari l’importanza della conoscenza dell’orientamento sessuale da parte del ginecologo, solo circa il 30% lo fà.
Il tema centrale della salute gay rimane quello delle malattie sessualmente trasmissibili [HIV, Sifilide, Gonorrea, Herpes genitale, Epatiti..] tra i ragazzi aderenti al progetto, più della metà dei soggetti con meno di 25 anni ed un terzo dei soggetti tra 26 e 30 anni non ha mai fatto nessun tipo di controllo, questo disinteresse nella popolazione più giovane può essere letto sotto un’ottica di disinformazione ma anche in relazione al timore per le possibili discriminazioni.
Queste sono infezioni provocate dalla trasmissione di virus, batteri, funghi e parassiti che avviene per contatto tra mucose e per scambi di liquidi organici, il contagio avviene attraverso rapporti sessuali [vaginali, orali, anali] non protetti, la scarsa possibilità o la poca motivazione ad ottenere un trattamento precoce favoriscono la diffusione delle MST curabili.
Risulta quindi primario il ruolo dell’informazione atta alla conoscenza delle possibili malattie trasmissibili e degli strumenti utili alla loro prevenzione, un maggiore controllo di queste deriva infatti dalla riduzione della durata del periodo di contagiosità, dell’efficacia della trasmissione, e del rischio di esposizione dei soggetti suscettibili. A questo proposito quest’anno ha festeggiato il suo terzo anniversario il servizio di Gay Help Line, numero verde offerto da Arci Gay Roma, che ha come obbiettivo principale quello di offrire consulenze gratuite agli utenti nel campo psicologico, legale e medico, a tal proposito sono stati istituiti inoltre banchetti informativi sulla conoscenza e prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili con distribuzione di materiale esplicativo, preservativi e la possibilità di compilare dei questionari atti a testare la conoscenza di questi temi e quello primario di interagire direttamente con personale medico specializzato in un luogo informale come quello della strada, dove le malattie infettive prendono piede e da dove è fondamentale ripartire per un loro effettivo controllo.


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NEGLI ULTIMI ANNI, a fronte di un pericoloso aumento dei casi di sieropositività, ASA [Associazione Solidarietà Aids ONLUS] ha incrementato i propri sforzi per sensibilizzare la popolazione al tema dell’HIV e, tra le attività più recenti, vi è la creazione di un sito internet rivolto prevalentemente ai giovani: www.schivami.it [sc.HIV.a.MI. - scuola e HIV a Milano].
Schivami.it è un sito di e-learning, articolato in una serie di lezioni chiare e semplici incentrate sulle modalità di trasmissione e prevenzione del virus, nonché sull’essere sieropositivi, al fine di sensibilizzare l’utente a non “schivare” le persone HIV+ e ad imparare a convivere serenamente con esse. Le lezioni sono accompagnate da immagini animate e da un personaggio immaginario, “lo scHIVoso”, un temibile molestatore con tanto d’impermeabile che in fondo si scopre essere meno cattivo di quanto appare. In particolare, al termine delle stesse sono previsti dei test per mettere alla prova le conoscenze appena acquisite, in un’ottica d’interattività.
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