Salute gay
Gli studi mostrano che gran parte dei gay, delle lesbiche e dei bisessuali
non svela il proprio orientamento sessuale al medico
della Dott.ssa Eugenia Milozzi
La pratica medica dell'era moderna si trova ad
affrontare nuove sfide ma anche nuove opportunità.
I cambiamenti, nella società e nei
sistemi sanitari, ci inducono ad una riflessione
sui valori e sulla stessa natura della
professionalità medica.
Il medico nella sua attività è chiamato a curare
ogni singolo individuo con la medesima
attenzione e coscienza senza la minima discriminazione;
tuttavia discriminare non significa
differenziare, è vero infatti che ogni
paziente è diverso dagli altri e potrebbe
dunque avere problemi, bisogni e richieste
differenti.
La questione dell’orientamento sessuale si è
posta in temi relativamente recenti nel dibattito
pubblico e scientifico. Se il tema dell’omosessualità
in passato è stato affrontato
dai medici solo in termini di malattia mentale, la visione scientifica attuale considera
l’orientamento sessuale un tratto che, come
altri, caratterizza la pluralità delle identità e
delle diversità.
A causa dell’invisibilità sociale, la presenza
dei/le pazienti omo/bisessuali nello studio
medico è spesso imprevista. Il rischio che ne
può derivare è quello di allontanare le persone
dai servizi sanitari o di trascurare specifiche
vulnerabilità sanitarie.
Secondo i dati epidemiologici, una persona
su venti ha, nel corso della vita, almeno
un’esperienza sessuale con persone dello
stesso genere; eppure gli studi mostrano che
gran parte dei gay, delle lesbiche e dei bisessuali
non svela il proprio orientamento
sessuale al medico.
Se da una parte le donne e gli uomini con
esperienze o identità omosessuali hanno le
stesse problematiche di salute degli altri,
dall’altra affrontano questioni tipiche che,
sebbene di interesse per il medico, raramente
sono affrontate nella letteratura
scientifica consueta.
Per timore di non essere capiti molti pazienti
gay e lesbiche non si sentono a loro agio
quando parlano della loro vita intima, delle loro relazioni, dei loro comportamenti sessuali,
la maggior parte quindi evita di dare
informazioni importanti che potrebbero
indirizzare il medico verso una più accurata
prevenzione di particolari malattie e una più
tempestiva diagnosi.
Alcuni medici tendono di conseguenza a
sottostimare la consistenza numerica di
questi pazienti, le cui problematiche, rischiano
pertanto, di rimanere invisibili, altri
invece sostengono di non sentirsi abbastanza
preparati a discutere dei rischi connessi
alle pratiche sessuali tra persone dello
stesso sesso, infatti non è sempre facile trovare
fonti informative a riguardo.
Nel 2005 è stata pubblicata la ricerca Modi di
con la collaborazione e il contributo dell’istituto
Superiore di Sanità. Lo studio si basava
su un campione di 4690 uomini e 2084
donne omosessuali, a cui è stato sottoposto
un questionario sul proprio stato di salute,
sui comportamenti sessuali, sui fattori di rischio
e protezione e sulle modalità di accesso
alle risorse di prevenzione e benessere.
Per quanto riguarda la visibilità con il proprio
medico di base, la maggior parte degli intervistati
[uomini e donne] tende a non rivelare
la propria omosessualità, inoltre questa tendenza
si accentua nei pazienti più giovani;
nonostante la maggior parte delle donne dichiari
l’importanza della conoscenza dell’orientamento
sessuale da parte del ginecologo,
solo circa il 30% lo fà.
Il tema centrale della salute gay rimane quello
delle malattie sessualmente trasmissibili
[HIV, Sifilide, Gonorrea, Herpes genitale,
Epatiti..] tra i ragazzi aderenti al progetto, più
della metà dei soggetti con meno di 25 anni
ed un terzo dei soggetti tra 26 e 30 anni non
ha mai fatto nessun tipo di controllo, questo
disinteresse nella popolazione più giovane
può essere letto sotto un’ottica di disinformazione
ma anche in relazione al timore per
le possibili discriminazioni.
Queste sono infezioni provocate dalla trasmissione
di virus, batteri, funghi e parassiti
che avviene per contatto tra mucose e per
scambi di liquidi organici, il contagio avviene
attraverso rapporti sessuali [vaginali, orali,
anali] non protetti, la scarsa possibilità o la
poca motivazione ad ottenere un trattamento
precoce favoriscono la diffusione delle
MST curabili.
Risulta quindi primario il ruolo dell’informazione
atta alla conoscenza delle possibili
malattie trasmissibili e degli strumenti utili
alla loro prevenzione, un maggiore controllo
di queste deriva infatti dalla riduzione
della durata del periodo di contagiosità, dell’efficacia
della trasmissione, e del rischio di
esposizione dei soggetti suscettibili.
A questo proposito quest’anno ha festeggiato
il suo terzo anniversario il servizio di
Gay Help Line, numero verde offerto da Arci
Gay Roma, che ha come obbiettivo principale
quello di offrire consulenze gratuite
agli utenti nel campo psicologico, legale e
medico, a tal proposito sono stati istituiti
inoltre banchetti informativi sulla conoscenza
e prevenzione delle malattie sessualmente
trasmissibili con distribuzione
di materiale esplicativo, preservativi e la
possibilità di compilare dei questionari atti
a testare la conoscenza di questi temi e
quello primario di interagire direttamente
con personale medico specializzato in un
luogo informale come quello della strada,
dove le malattie infettive prendono piede e
da dove è fondamentale ripartire per un loro
effettivo controllo.
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L’ASSOCIAZIONE ASA
NEGLI ULTIMI ANNI, a fronte di un pericoloso aumento dei casi di sieropositività, ASA [Associazione Solidarietà Aids
ONLUS] ha incrementato i propri sforzi per sensibilizzare la popolazione al tema dell’HIV e, tra le attività più recenti,
vi è la creazione di un sito internet rivolto prevalentemente ai giovani: www.schivami.it [sc.HIV.a.MI. - scuola
e HIV a Milano].
Schivami.it è un sito di e-learning, articolato in una serie di lezioni chiare e semplici incentrate sulle modalità
di trasmissione e prevenzione del virus, nonché sull’essere sieropositivi, al fine di sensibilizzare l’utente a non
“schivare” le persone HIV+ e ad imparare a convivere serenamente con esse. Le lezioni sono accompagnate
da immagini animate e da un personaggio immaginario, “lo scHIVoso”, un temibile molestatore con tanto d’impermeabile
che in fondo si scopre essere meno cattivo di quanto appare. In particolare, al termine delle stesse
sono previsti dei test per mettere alla prova le conoscenze appena acquisite, in un’ottica d’interattività.
Il sito è stato creato e verrà costantemente aggiornato perché diventi un punto di riferimento tra il caos di dati
e di informazioni reperibili sulla rete, nella speranza che possa essere di supporto a chiunque desideri approfondire
la tematica dell’HIV nei suoi molteplici aspetti.
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