MTM n°24
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 8 - Numero 3 - ott/dic 2009
Sociale - Disabilità
 


Dott.ssa Rosaria Porco
Dott.ssa Rosaria Porco
Tirocinante in psicologia clinica


Anno 8 - Numero 3
ott/dic 2009

 

La risorsa principale che fa da collante tra la disabilità e la cultura è la famiglia; fonte inesauribile di amore incondizionato sorretto da forti legami




QUALI SONO LE MOSSE DI UNA PEDINA DIVERSA?

della Dott.ssa Rosaria Porco

sedia a rotelleAFFRONTARE L’ESPERIENZA PSICOLOGICA dell’handicap significa innanzitutto definire il valore che diamo a questa realtà umana. Ciò risiede fondamentalmente nel modo in cui l’handicap viene interpretato nella nostra cultura. Di fronte alla disabilità in generale, ed ai vissuti esperienziali che ne derivano, la nostra cultura si sente interpellata nella sua competenza, sfidata nella sua illusione di onnipotenza che ci fa sperimentare la “colpa” per “i cattivi risultati”, quasi come fosse possibile controllarli. Reagisce spesso con uno sforzo compensatorio accentuando la ricerca di tecniche sempre più perfezionate e di approfondimenti diagnostici che con le loro descrittive catalogazioni ripristinano il vissuto sociale di efficienza, pur senza cambiare nulla nella vita del soggetto. Paradossalmente si assiste al fenomeno per cui il progresso scientifico con le sue possibilità di diagnosi precoce, di interventi predittivi e di cura, costruendo in ognuno di noi il miraggio che a tutto ci sia la possibilità di porre rimedio, peggiora i vissuti dei soggetti colpiti e dei loro familiari, generando rabbia verso gli errori umani, le mancate previsioni dei sanitari, la loro presunta incompetenza. Questa rabbia viene spesso utilizzata dalle difese di ciascuno contro la sofferenza come luogo di scarica della frustrazione e come manovra inconscia di tipo disforico e antidepressivo che, se in parte utile nel momento della crisi, rappresenta a lungo termine un impedimento al processo di accettazione del deficit da parte del paziente. Infatti il vissuto di vittima è molto difficile da convertire in esperienza propositiva e di responsabile condivisione della sofferenza del paziente. Il progresso scientifico ha permesso un enorme evoluzione delle conoscenze in campo sanitario, che ha dato grandi contributi sul versante terapeutico, permettendo di ridurre le incidenze negative della malattia nella vita di tutti noi. La risorsa principale che fa da collante tra la disabilità e la cultura è la famiglia; fonte inesauribile di amore incondizionato sorretto da forti legami. La famiglia gioca un ruolo importante nella crescita e nella cura dei figli, e tutto ciò si carica di maggiore responsabilità quando il nucleo familiare si trova davanti alla disabilità. La società con i suoi schemi e i suoi paradigmi, incapsula ognuno di noi in un ruolo, in una condizione, come se fossimo pedine bianche o nere da muovere a seconde delle circostanze, seguendo regole all’interno di ciò che chiamiamo “normalità”.
Ma che cosa succede quando a muoversi su questa scacchiera non è una pedina bianca né una pedina nera? Quali sono, allora, le mosse di una pedina diversa?
Arbitrariamente mi sento di rispondere a questa domanda e vi dico che queste mosse, sono le mosse giuste; che saltano gli schemi, che rompono gli argini della cosiddetta “normalità” e creano, nuovi spazi vincendo la partita più importante “vivere senza confini”, oltrepassando ogni limite fisico e mentale.
Utilizzando la metafora della scacchiera è facile capire come sia complicato a livello sociale introdurre in un sistema prestabilito e statico, una modifica, uno “strappo alla regola” che ci porta a giocare una partita diversa, una partita a colori. Oltre al bianco e al nero delle pedine normali c’è il rosso, il verde, il giallo, delle pedine speciali, che con la loro presenza ci ricordano la loro importanza, la loro voglia di giocare e di mettersi in gioco, ogni giorno. Su questa immensa scacchiera che rappresenta la vita a giocare sono tutti i colori. Ogni colore rappresenta una persona con i suoi pregi e i suoi difetti, con le sue forze e le sue debolezze; perché nel grande gioco della vita ogni pedina è importante qualunque sia il suo colore.
Tutto ciò vale per ogni tipo di disabilità, dalla più grave e debilitante a quella più lieve, ogni difficoltà che si incontra nella vita, permanente o temporanea che sia, non deve diventare mai una diversità ma trasformarsi in una nuova realtà alla quale dobbiamo dare spazio per capirla ed affrontarla.