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Storia della medicina
L’acido acetilsalicilico
a cura di Marcello Rajma
È il farmaco più
comunemente utilizzato come primo rimedio contro dolori di ogni genere,
ma presenta proprietà eccellenti anche contro infarto ed ictus.
Ogni anno ne vengono vendute approssimativamente 100 miliardi di compresse.
Parliamo del farmaco più venduto: l’aspirina.
Già gli egizi conoscevano le proprietà antifebbrili e antidolorifiche
della corteccia del salice, ma fu solo nell’ottocento che si riuscì
ad estrarre da essa la salicina grazie ad H. Leroux,
e poi a sintetizzarla nel 1852 ex novo grazie a H. Gerland
e ai progressi della chimica. Nella seconda
metà dell’Ottocento si diffusero delle pubblicazioni riguardo
gli straordinari risultati che si ottenevano dall’uso della salicina
nella cura dell’artrite reumatoide, della gotta e della febbre reumatica.
Nel 1853 Charles Frederic Gerhardt riuscì a modificare
la molecola dell’acido salicilico attaccandovi un gruppo acetilico
per ovviare ai gravi effetti collaterali a carico dello stomaco per l’azione
lesiva della molecola sulle sue pareti.
Ma, solo nel 1897 Felix Hoffman, che lavorava presso
l’industria chimica tedesca Bayer, riuscì a semplificare
questo processo di acetilazione della molecola aprendo la strada verso
la produzione industriale. Nasce così l’acido acetilsalicilico
noto con il nome di Aspirina che entrò finalmente nelle farmacie
nel 1899.
L’azione dell’aspirina si esplica principalmente a livello
delle prostaglandine, importanti mediatori nello sviluppo della febbre
e del dolore. Ma tali sostanze sono fondamentali anche in caso di emorragie,
promuovendo la formazione di un tappo biologico costituito da piastrine
nel punto della lesione. L’aspirina inibisce la formazione delle
prostaglandine e quindi ostacola la coagulazione del sangue. Bisogna,
pertanto, evitarne la somministrazione in soggetti emofiliaci o che comunque
presentino un difetto della coagulazione.
Negli anni ‘80 negli Stati Uniti, la Food And Drug Administration
raccomandò l’uso quotidiano di Aspirina per prevenire un
eventuale secondo infarto e l’efficacia ditale pratica è
confermata da numerosi studi che dimostrano come l’aspirina riduca
di ben il 47% la probabilità di infarto cardiaco. Sull’Aspirina
la ricerca non ha fine. Dice Hanry Collier: «il
futuro dell’Aspirina si annuncia più promettente del suo
passato»
Appunti
Lo sapevate che...
L’uso delle foglie di salice era conosciuto fin dai tempi più
remoti. Nei giardini degli antichi egizi durante il periodo del Nuovo Regno
(1551-1070a.C.) la pianta del salice veniva fatta crescere accanto a quelle
del fico, del melograno, a palme da datteri e viti. Le foglie erano usate
a scopo terapeutico, ma anche i fiori e la corteccia erano utilizzate per
trattare ferite ed infiammazioni. Ippocrate di Kos (460-377a.C) consigliava
contro i dolori delle doglie un infuso di foglie di salice o la linfa estratta
dalla corteccia.
I Romani usavano la corteccia per trattare febbri e dolori reumatici. Nel
Medioevo fu dimenticata questa salutare terapia e fu riscoperta nel 18°
secolo. In occasione dell’embargo sulle importazioni deciso da Napoleone
nel 1806, si verificò una grave carenza di chinino proveniente dal
Perù per la cura della malaria e si intuì che poteva essere
sostituito dal decotto di salice per la sua attività antipiretica.
Aspirina da...
Una circolare del 23 gennaio 1899 annunciava anche il nome del prodotto
«Aspirina».
A sta per acetile, SPIR per spiraure, acido spiritico, analogo all’acido
salicilico, INA è il suffisso usato dai chimici per indicare sostanze
scoperte o isolate in natura. Una
cosa ho imparato...
Una frase di Albert Einstein che esprime tutta l’umiltà di
un grande scienziato di fronte alla grandezza della natura: «Una cosa
ho imparato nel corso della mia lunga vita: che tutta la nostra scienza,
se paragonata alla realtà, è primitiva, infantile eppure è
il bene più prezioso di cui disponiamo».
Tratto da: «Dieci farmaci che sconvolsero il mondo» di S. Cagliano
www.guide.supereva.it/storiadellamedicina
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