MTM n°3

 

MEDICAL TEAM MAGAZINE - Anno 2 - Numero 1 - gen/feb 2003

 


Semeiotica
 

 


Semeiotica in pillole
Infarto miocardico
a cura di Marcello Rajma

Tenere ben presente che: le cause e la sintomatologia sono fondamentali per la tempestività del soccorso.

L’infarto miocardico acuto è quasi sempre causato da una trombosi coronaria che si instaura in corrispondenza della rottura di una placca ateromasica.
Il sintomo più caratteristico è il dolore toracico, oppressivo, costrittivo o epigastrico, con inizio a riposo che dura tipicamente più di 20 minuti, resistente al trattamento con nitrati sublinguali o orali e può irradiarsi agli arti superori, al collo e alla mandibola, in alcuni malati anziani o diabetici il dolore è più modesto. Sintomi associati sono sudorazione, nausea, vomito, dispnea, collasso. Complicazione immediata può essere la fibrillazione ventricolare, mentre complicazioni più tardive sono le aritmie, la rottura del cuore e, raramente, la perforazione del setto interventricolare e l’insufficienza mitralica.
Riassunto
Aspetti clinici dell’infarto miocardico acuto

Sintomi
· Dolore intenso
· Dolore anche a riposo

Segni fisici
· Segni di iperattività simpatica (pallore, sudorazione)
· Pressione differenziale ridotta
· Possibili extrasistoli
· Possibili rumori aggiunti (III tono)

Tratto da: Semeiotica e metodologia clinica
Edizioni Utet - O. Epstein - G. Perkin - D.P. De Bono - J. Cookson

Ecg nell’infarto miocardio
Ecg normale
Sopraslivellamento del tratto ST
È l’aspetto più caratteristico dell’infarto all’ECG.
È dovuto all’ischemia e può verificarsi in assenza di danni tissutali dovuti all’infarto. Durante l’infarto acuto dura per alcuni giorni.
Inversione dell’onda T
La porzione terminale dell’onda T inizia ad invertirsi entro alcune ore dall’infarto e assume le caratteristiche di una inversione simmetrica dopo alcuni giorni.
Formazione dell’onda Q
Le onde Q sono spesso l’ultimo cambiamento ad essere osservate sull’ECG. Sono spesso permanenti e possono apparire entro 24 ore dall’infarto, associate con la diminuzione in altezza dell’onda R delle derivazioni corrispondenti. Devono avere una profondità di almeno il 25% dell’altezza dell’onda R successiva.