MEDICAL TEAM MAGAZINE - Anno 2 - Numero 2 - mar/apr 2003
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Cardioprotezione | |||
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È ormai nota da più diventi
anni la relazione tra dieta ricca di pesce e bassa incidenza di coronaropatia.
I primi dati a carico delle popolazioni eschimesi (consumatrici di grandi
quantità di pesce nella dieta) messi a confronto con quelli relativi
alle popolazioni occidentalizzate ed al conseguente «stile alimentare»,
risalgono infatti all’inizio degli anni ‘80. L’alto
contenuto di acidi grassi polinsaturi n-3 (PUEA n3), noti anche come OMEGA-3,
presenti in alcuni pesci soprattutto dei mari freddi (aringhe, acciughe,
sardine, sgombri, tonni, salmoni trote, carpe ecc,) ed in particolare
la presenza del Dha (acido docosaesaenoico) e dell’EPA (acido eicosapentaenoico)
spiegano la «cardioprotezione» riscontrata in questi soggetti.
Lo studio DART (Diet and Reinfarction Trial) del 1983 e successivamente
lo studio GISSI - prevenzione (Gruppo Italiano per lo Studio della Sopravvivenza
nell’Infarto miocardico) tra il 1993 e il 1995 hanno fornito dati
molto significativi in proposito. Sono in corso di svolgimento ulteriori studi più approfonditi su di un grande numero di pazienti, per avere dati più precisi in proposito anche a riguardo l’impiego dei PUFA n-3 nell’insufficienza cardiaca.
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