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Valentina
White
storica dell'arte e restauratrice
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Acqua, benessere globale
di Valentina White
L’idea della cura del corpo come cura
dell’animo
Tra
i monumenti legati alla Civiltà dell’antica Roma certamente
le Terme costituiscono l’esempio più evidente di una concezione
di vita, che sapeva coniugare aspetti pratici e funzionali, con la ricerca
del benessere e il senso della bellezza.
Le prime testimonianze di bagni pubblici risalgono alla tarda repubblica
tra il III e il II secolo a.C. Strutture piuttosto semplici e modesti
ambienti, distinti per gli uomini e le donne, prevedevano bracieri mobili
e piccole vasche con acqua riscaldata da caldaie poste su forni a legna.
L’architettura andò via via perfezionandosi, secondo precisi
schemi pianimetrici basati sui criteri di simmetria, armonia e razionalità.
All’interno delle strutture, non solo si trovavano riunite tutte
le più diverse forme di bagni: l’essudazione a secco e il
bagno propriamente detto, il bagno freddo e il bagno caldo, le piscine
e le vasche individuali; ma prevedevano anche portici con botteghe, giardini
e passeggiate, stadi, saloni da riposo, palestre e locali per i massaggi
e ancora biblioteche e veri e propri musei.
Intesa in senso terapeutico, la cultura fisica associata alla curiosità
intellettuale, aumentando gli effetti benefici dei bagni termali, vince
i pregiudizi che la società romana nutriva verso i sistemi di vita
dei greci, che incoraggiavano gli uomini a praticare lo sport per la cura
del proprio corpo, distogliendoli dal duro mestiere delle armi. Il gioco
della palla, la corsa e la lotta con unguenti a base di olio e cere che
avevano la proprietà di ammorbidire la pelle e l’uso di polveri
per facilitare la presa dell’avversario, erano alcune delle attività
più diffuse, che precedevano l’ingresso allo stabilimento
termale dove, ormai nudi, i bagnanti si esponevano prima di tutto ai vapori
surriscaldati per alzare la temperatura corporea e attivare la traspirazione
della pelle in una sorta di bagno secco, poi l’immersione in acque
calde permetteva di pulire il corpo raschiando la pelle con lo strigile,
e infine il bagno d’acqua fredda passando per il tepidarium necessario
per graduare la variazione di temperatura, tonificava il corpo preparandolo
agli ultimi massaggi.
La successione dei momenti all’interno delle strutture termali nata
in maniera empirica divenne poi, avvalendosi di pareri di autorevoli medici
come Asclepiade, Celso, Antonio Musa e soprattutto Galeno, un’autentica
«arte del bagno» basata sugli stessi principi che sono alla
base dell’odierna idroterapia e che si traduceva nella brusca alternanza
del caldo e del freddo, dopo un’abbondante sudorazione, per agire
beneficamente sul ricambio e sulla circolazione, favorendo la disintossicazione
e la riattivazione dell’organismo.
Questo complesso sistema si interrompe bruscamente nel VI secolo, quando
l’invasione dei Goti determina la distruzione degli acquedotti che
rifornivano la città. Oggetto di studio in epoca rinascimentale,
fonte inesauribile di schemi compositivi per il rinnovamento architettonico
dalla città dei Papi, le terme diventano soggetto preferito della
pittura neoclassica e romantica, emblema dorato di un’epoca finita
e simbolo eterno di una perduta magnificenza. Oggi esse tornano a risplendere,
forti di un rapporto consolidato con la medicina ufficiale, sancendo la
creazione di una mescolanza mirabile tra medicina preventiva e terapeutica,
oltre ad offrire un sipario sensoriale, dal tessuto millenario, di magnificenza
estetica architettonico-naturale.
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