MTM n°4

 

MEDICAL TEAM MAGAZINE - Anno 2 - Numero 2 - mar/apr 2003

 


Speciale Terme
 


Valentina White storica dell'arte e restauratrice
Valentina White
storica dell'arte e restauratrice


Acqua, benessere globale
di Valentina White

L’idea della cura del corpo come cura dell’animo

Dipinto su tela di Alma-Tadema (1912-1936)Tra i monumenti legati alla Civiltà dell’antica Roma certamente le Terme costituiscono l’esempio più evidente di una concezione di vita, che sapeva coniugare aspetti pratici e funzionali, con la ricerca del benessere e il senso della bellezza.
Le prime testimonianze di bagni pubblici risalgono alla tarda repubblica tra il III e il II secolo a.C. Strutture piuttosto semplici e modesti ambienti, distinti per gli uomini e le donne, prevedevano bracieri mobili e piccole vasche con acqua riscaldata da caldaie poste su forni a legna. L’architettura andò via via perfezionandosi, secondo precisi schemi pianimetrici basati sui criteri di simmetria, armonia e razionalità. All’interno delle strutture, non solo si trovavano riunite tutte le più diverse forme di bagni: l’essudazione a secco e il bagno propriamente detto, il bagno freddo e il bagno caldo, le piscine e le vasche individuali; ma prevedevano anche portici con botteghe, giardini e passeggiate, stadi, saloni da riposo, palestre e locali per i massaggi e ancora biblioteche e veri e propri musei.
Intesa in senso terapeutico, la cultura fisica associata alla curiosità intellettuale, aumentando gli effetti benefici dei bagni termali, vince i pregiudizi che la società romana nutriva verso i sistemi di vita dei greci, che incoraggiavano gli uomini a praticare lo sport per la cura del proprio corpo, distogliendoli dal duro mestiere delle armi. Il gioco della palla, la corsa e la lotta con unguenti a base di olio e cere che avevano la proprietà di ammorbidire la pelle e l’uso di polveri per facilitare la presa dell’avversario, erano alcune delle attività più diffuse, che precedevano l’ingresso allo stabilimento termale dove, ormai nudi, i bagnanti si esponevano prima di tutto ai vapori surriscaldati per alzare la temperatura corporea e attivare la traspirazione della pelle in una sorta di bagno secco, poi l’immersione in acque calde permetteva di pulire il corpo raschiando la pelle con lo strigile, e infine il bagno d’acqua fredda passando per il tepidarium necessario per graduare la variazione di temperatura, tonificava il corpo preparandolo agli ultimi massaggi.
La successione dei momenti all’interno delle strutture termali nata in maniera empirica divenne poi, avvalendosi di pareri di autorevoli medici come Asclepiade, Celso, Antonio Musa e soprattutto Galeno, un’autentica «arte del bagno» basata sugli stessi principi che sono alla base dell’odierna idroterapia e che si traduceva nella brusca alternanza del caldo e del freddo, dopo un’abbondante sudorazione, per agire beneficamente sul ricambio e sulla circolazione, favorendo la disintossicazione e la riattivazione dell’organismo.
Questo complesso sistema si interrompe bruscamente nel VI secolo, quando l’invasione dei Goti determina la distruzione degli acquedotti che rifornivano la città. Oggetto di studio in epoca rinascimentale, fonte inesauribile di schemi compositivi per il rinnovamento architettonico dalla città dei Papi, le terme diventano soggetto preferito della pittura neoclassica e romantica, emblema dorato di un’epoca finita e simbolo eterno di una perduta magnificenza. Oggi esse tornano a risplendere, forti di un rapporto consolidato con la medicina ufficiale, sancendo la creazione di una mescolanza mirabile tra medicina preventiva e terapeutica, oltre ad offrire un sipario sensoriale, dal tessuto millenario, di magnificenza estetica architettonico-naturale.