MEDICAL TEAM MAGAZINE Anno 2 - Numero 3/4 - mag/ago 2003 |
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Editoriale | |||
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Fermarsi ogni tanto a pensare. Pensare
alla vita che scorre, alla sua inevitabile fine, ad un passato ormai troppo
lontano. Lo scafo veloce slitta sul mare azzurro e calmo mentre un gabbiano
lo affianca e lo insegue. Il sole rosso si adagia sull’orizzonte.
Un suo raggio disegna una stella sugli occhiali neri del mio amico Salvatore.
Salvatore è cieco. È con altri amici non vedenti. Ci siamo
immersi nei fondali ricchi e azzurri del Sud: in Calabria (Isola di Dino).
A 25 metri era immobile e ci tenevamo per mano. Con l’altra accarezzava
una stella marina. Quanta tenerezza nella sua ricerca. Entriamo in una
grotta fredda e profonda. Poi mi dirà: «Quanto era buia!».
Non capivo come potesse comprenderlo. Segue Piero, l’istruttore,
con fiducia e abbandono. Gli altri, a turno, tutti nella grotta. Più
tardi, la risalita.Controllo il computer e tutti in barca. «Cosa
hai provato?» gli chiedo mentre mi passa il Gav. «Quello che
hai provato tu» mi risponde. «Non hai avuto paura?».
«No… e perché? E poi, ho fiducia». «Vedi»,
mi dice, «io non trascuro nulla, mi gusto tutte le sensazioni che
diventano emozioni. Tu forse non apprezzi sempre tutto ciò che
vedi, la vita a volte ti scorre veloce e non ti soffermi veramente a guardare
con ammirazione». «È vero» gli rispondo. Sono
tutti contenti sulla barca. Si avverte un’armonia e un senso di
comunione. Macchie gialle, verdi, rosse, blu si susseguono sulla spiaggia.
Un pittore forse vi ha provato i suoi colori. Le montagne floride si affiancano
e a tratti si spezzano e le onde vi si cullano. Da lontano, pescatori
tirano le reti. E noi sempre più veloci. Salvatore, grazie. Lettere al Direttore L’importante ruolo di coesione tra le istituzioni mediche e i medici stessi che MedicalTeamMagazine intende ricoprire nel tempo, ottiene sempre più credito da parte dei nostri lettori. Lettere al Direttore rappresenta una finestra sulle vostre tante considerazioni relative alla nostra rivista, che ci aiutano a comprendere come affinare le tecniche di diffusione in funzione delle esigenze di una corretta informazione medica e sociale. Carissimo Collega, Duilio Bagnarelli
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