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Vito Scalisi
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Dopo di noi
Intervista a Eura Marconi madre di un «bambino»
diversamente abile
di Vito Scalisi
Due
bambini li ha persi perché nati prematuri. Con la nascita di Marco
giunse un pò di speranza. Purtroppo rattristata con la diagnosi
di spasticismo e cerebrolesità. Nonostante tutti i problemi la
Sig.ra Piersanti non si è mai tirata indietro, sottoponendo il
figlio ad operazioni e utilizzando tutte le tecniche di riabilitazione
esistenti. Oggi Marco ha 29 anni, con un fisico da ventinovenne, ma in
realtà un bambino di pochi mesi. Undici mesi fa il marito muore
ammalato di epatite, precedentemente curata, ma improvvisamente tornata
a manifestarsi attraverso un linfoma. Ed ora nel cuore della Sig.ra Piersanti
aleggia la paura del futuro di Marco, quando anche lei sarà costretta
a lasciarlo.
Gestire la crescita di Marco non sarà stato senz’altro
un compito facile…
È stata letteralmente una «guerra». Pensi al contesto
sociale di venticinque anni fa: di questi ragazzi disabili se ne vedevano
ben pochi in giro. Per lo più rinchiusi in un Istituto o trincerati
in casa nascosti, come fossero una vergogna. Personalmente, ho adorato
Marco dal primo momento, portandolo sempre dappertutto con fierezza.
Immagino anche i problemi derivanti dalla presenza di barriere
architettoniche…
Ne esistevano tante. Cominciò proprio allora l’inserimento
scolastico, di seguito venne l’assistenza domiciliare. Oggi la situazione
è molto cambiata.
Può affermare lo stesso anche per quanto riguarda l’abbattimento
delle barriere culturali?
Sono cambiate poco. La gente per lo più tende ad evitarti. Probabilmente
per non creare imbarazzo, ma la sensazione di paura permane ancora. Per
fortuna Marco è nato in questo quartiere ed è cresciuto
qui: lo conoscono tutti.
Cosa è cambiato con la morte di suo marito?
Per me Franco era un sostegno ed era lui che in primo luogo si occupava
di Marco. Ora mi ritrovo con la responsabilità in assoluto di mio
figlio. La preoccupazione più grande che costantemente torna è
quella di quando verrò a mancare pure io. Questo è un problema
enorme. Marco è solo. È un disabile al 100% grave, e presenta
anche attacchi epilettici.
Conosce esperienze parallele di genitori di disabili venuti a
mancare?
Sì, di down rimasti soli che hanno continuato a vivere in casa
con il supporto di un assistente domiciliare. Sono casi possibili, ma
la cosa migliore rimane la Casa Famiglia. La Fondazione Dopo di
Noi di Ileana Argentin è di grande supporto, però
ci tengo a precisare che sino a quando starò in salute, Marco rimarrà
con me. Voglio dare tutta me stessa sino a che sarà possibile.
Sono l’unica persona che può dare a Marco tutto ciò
di cui ha bisogno. Lui è lo scopo della mia vita. e se oggi ancora
vivo lo devo a Marco, diversamente non so come sarebbe potuta andare a
finire.
Fondazione
Dopo di noi
http://www.comune.roma.it/accacomune/
Default.asp
«Handicap dopo di noi»: l’iniziativa del Consiglio
Comunale di Roma per garantire l’assistenza alle persone disabili
anche in assenza dei genitori ha preso ufficialmente il via. L’aula
ha approvato all’unanimità questa istituzione fortemente
voluta dal sindaco di Roma Walter Veltroni e dal Consigliere delegato
per l’handicap, Ileana Argentin. La Fondazione permetterà
di mantenere le attuali 33 case famiglia per disabili che ospitano
260 ragazzi e soprattutto realizzarne altre per 230 in attesa. La
spesa prevista è di 2 milioni 400mila euro l’anno.
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Associazione
Gigi Ghirotti
http://www.ghirotti.org
Tel. e Fax 06.8840612-06.85350182
Dal 1975 impegnata nella
lotta alle malattie tumorali, la Fondazione Nazionale Gigi Ghirotti,
giornalista vicentino [1920-1974] che testimoniò la proprio
esperienza tragica attraverso il «Tunnel della malattia»,
realizzando reportage e inchieste sulla sanità italiana,
vivendo la sua malattia negli ospedali pubblici, «malato
tra i malati», è impegnata attivamente nel sostengo
ai malati. La Fondazione sviluppa la propria attività strutturandosi
nell’offerta di servizi multipli:
• Sostegno alle strutture ospedaliere: contribuendo a dotare
i reparti ematologici di alcuni ospedali di apparecchiature tecnologicamente
avanzate-
• Informazione: attraverso la pubblicazione di un notiziario
trimestrale, di volumi monografici e di una collana di studi e
ricerche su tematiche di carattere oncologico, psicologico e sulle
Cure Palliative.
• Formazione: mediante l’organizzazione di seminari
e di corsi di formazione per medici, infermieri e psicologi; l’erogazione
di borse di studio per la specializzazione di giovani medici presso
qualificati centri oncologici ed ematoncologici nazionali e internazionali.
• Centro di ascolto: psicologi esperti accompagnano malati
oncologici, familiari e amici nel corso della malattia ed oltre,
offrendo informazioni., orientamento e sostegno psicologico.
• Collaborazione con strutture sanitarie.
• Sostegno nel lutto: realizzando incontri di gruppo.
• U.O.C.P.- fornendo assistenza domiciliare nei distretti
della Asl Rmh.
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