MTM n°7
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 3 - Numero 1/2 - gen/apr 2004
Monumenti
 


Paola Papisca
Paola Papisca

 


Anno 3 - Numero 1/2
gen/apr 2004


Il PantheonIl Pantheon o la rotonda?
di Paola Papisca

I proverbi, i modi di dire, sono sicuramente la maniera più incisiva e caratteristica di esprimersi soprattutto fra la gente comune. Il loro utilizzo, particolarmente significativo nel linguaggio popolare, è purtroppo oggi un po’ decaduto come è il dialogare in dialetto.
«Dimme il Pantheon, no la rotonda!» è così che, ancora oggi a Roma si rischia di essere apostrofati se manchiamo di chiarezza per celare una verità. Pantheon è infatti il vero nome della Rotonda.
Questo capolavoro dell’architettura romana è uno dei monumenti meglio conservati del mondo. Fu fatto costruire da Marco Vispanio Agrippa, genero di Augusto, nel 27 a.c. e, come si deduce dall’etimologia del termine [Pan=tutto, Teon=divinità] era un tempio dedicato “a tutte le divinità”.
Distrutto dall’incendio dell’80 d.c., fu ricostruito nel 130 da Adriano che volle conservare sull’architrave della facciata, il nome di quel generale di Augusto cui si deve la precedente costruzione. Il tempio divenne cristiano nel 609 e dedicato ai martiri. Bernini vi costruì due piccoli campanili che i romani chiamarono “orecchie d’asino”, non piacquero nel 1883 furono demoliti.
L’ingresso alla “Rotonda” è realizzato con un pronao di 16 colonne alte 12 metri e mezzo. Il Pantheon è un enorme cilindro, con dei muri di 6,20 metri di spessore, che regge la più grande calotta in muratura mai costruita: 43,20 metri di diametro e altrettanto di altezza. Conserva ancora la sua antica pavimentazione di marmo ma, quando fu adibito a culto cristiano, le nicchie laterali furono trasformate in altari. Sembra che l’unica spogliazione di rilievo sia dovuta ad Urbano Viii Barberini che, nel restaurare il pronao, ne asportò la travatura originale in bronzo per farne il baldacchino di San Pietro e ottanta cannoni per Castel Sant’Angelo «Quer che nun fecero li barberi, lo fecero i Barberini» si diceva a Roma.
La piazza antistante il Pantheon detta della Rotonda presenta una fontana centrale che oltre da un obelisco egiziano è ornata da alcune targhe in marmo che ricordano svariati avvenimenti. Una di questa iscrizioni richiama alla memoria un vecchio e quasi del tutto dimenticato vecchio detto romano: «Er norcino finisce alla rotonda». Si narra che nel 1638 alcuni norcini vennero sorpresi mentre aggiungevano carne di uomini, da loro stessi assassinati, a quella di maiale predisposta per gli insaccati. L’indignazione provocata da tale scoperta indusse Urbano VIII a chiedere ai giudici una sentenza durissima: i colpevoli furono condannati ad essere « mazzolati, sgozzati e squartati» [come maiali].