MTM n°7
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 3 - Numero 1/2 - gen/apr 2004
Speciale Salute e ambiente - Contaminanti
 


Giuseppe Salvatore
Giuseppe Salvatore


Anno 3 - Numero 1/2
gen/apr 2004

Si richiama l’urgenza dell’attuazione
del sistema di
cosmetico-sorveglianza che riguarderà un’azione
di prevenzione sanitaria.

 


I principi scientifici della sicurezza dei cosmetici
di Giuseppe Salvatore
Dipartimento Ambiente e connessa Prevenzione Primaria,
Istituto Superiore di Sanità

La sicurezza per la salute umana di ogni prodotto cosmetico è attestata da un valutatore della sicurezza in uno specifico dossier da tenere a disposizione del Ministero della salute. A tal fine, il produttore prende in considerazione il profilo tossicologico generale degli ingredienti, la struttura chimica e il livello d’esposizione, sulla base di informazioni fornite dagli stessi produttori di materie prime. Inoltre per i cosmetici importati è un esperto che ne attesta l’idoneità dei relativi procedimenti di fabbricazione.
La prima fase del processo di valutazione della sicurezza di una sostanza è l’acquisizione dei suoi dati tossicologici; questi sono ottenuti utilizzando metodi scientifici internazionalmente riconosciuti: 1] test di base: tossicità acuta; irritazione e corrosività; sensibilizzazione cutanea; assorbimento dermale/percutaneo; tossicità negli animali da laboratorio a dosi ripetute: a 28 giorni e a 90 giorni [orale, dermale e inalatoria]; test di tossicità cronica; mutagenicità/genotossicità; 2] test richiesti quando l’ingestione orale e la penetrazione cutanea non sono trascurabili: cancerogenicità; tossicità della riproduzione; tossicocinetica; 3] test richiesti nel caso di una esposizione cutanea ai raggi del sole: tossicità foto-indotta: fotoirritazione e fotosensibilizzazione; fotomutagenicità; 4] osservazioni sull’uomo. I dati tossicologici della sostanza sono poi valutati per stabilirne l’entità del rischio secondo un procedimento che considera quattro punti: a] identificazione della pericolosità degli effetti sugli animali; b] valutazione della dose-risposta, cioè del più alto dosaggio al quale non si osservano effetti tossici nella specie animale più sensibile; c] stima dell’entità dell’esposizione umana allo stesso ingrediente; d] caratterizzazione del rischio, cioè della probabilità che la sostanza in studio causi danno alla salute umana. Il risultato di questa valutazione viene, poi, utilizzato per l’azione regolatoria conseguente [divieto, autorizzazione, eventualmente provvisoria, particolari limitazioni d’impiego].
La tematica pone una varietà di altre questioni, tra cui si menzionano: i coloranti per capelli, i prodotti naturali, le sostante aromatizzanti e profumanti, le sostanze con effetto endocrino o classificabili tra i cancerogeni, mutageni e tossici per la riproduzione, le deroghe al divieto di alcune sostanze, l’inventario degli ingredienti, i volontari per i test cutanei di tollerabilità e di sensibilizzazione e per le prove di efficacia. Inoltre è opportuno richiamare la mancata messa a punto dei metodi alternativi atti a sostituire in modo soddisfacente la sperimentazione sugli animali e conseguentemente la proroga del previsto divieto di impiego, a partire dal 1998, di ingredienti o di combinazioni di ingredienti sperimentati su animali. Al riguardo una nuova direttiva dell’Unione europea, nel regolamentare meglio la materia, annuncia per l’11 settembre 2004 un calendario per l’adozione dei singoli metodi alternativi alla sperimentazione animale; l’intero processo dovrà completarsi tra il 2009 e il 2013. Infine, si richiama l’urgenza dell’attuazione del sistema di cosmeticosorveglianza, che, riguarderà non solo il monitoraggio degli effetti indesiderati dei cosmetici, ma un’azione più globale a carattere di prevenzione sanitaria primaria rivolta alla verifica di ogni conformità alle norme vigenti.


Il primo codice deontologico della cosmesi naturale
di Sonia Capra e Alessio Musti

Cosa succede quando un consumatore attento cerca di capire qualcosa degli ingredienti che si trovano in uno shampoo o in una crema? La nomenclatura scelta per le etichette non sempre è accessibile per i non addetti ai lavori e altre, e più gravi, difficoltà nascono dalla scarsità dei controlli, vero punto debole del sistema. Disporre di informazioni corrette e attendibili, in modo che il consumatore sappia bene dove riporre la propria fiducia, è ancora un traguardo lontano. Se parliamo di cosmesi naturale intendiamo in genere la cosmesi a base vegetale. Le sostanze che possono essere adoperate per fare cosmetici sono più di 5000. Fra queste almeno 1000 sono naturali o derivate da fonti naturali. È doveroso precisare che è difficile, salvo qualche eccezione [olii da massaggio, unguenti, acque distillate aromatiche per esempio], realizzare prodotti interamente vegetali.
Un fitocosmetico non di facciata, ma di contenuto, dovrà garantire ai consumatori che non sono state impiegate sostanze potenzialmente rischiose per la loro salute e per la tutela dell’ambiente. Il consumatore consapevole vuole sapere non solo se il prodotto è ecologico e dermocompatibile, ma anche se sono stati fatti test sugli animali, e purtroppo la dicitura non è talvolta totalmente veritiera. In questo quadro si inserisce Co.Co.Nat. Cosmesi Controllata Naturale. L’associazione ha cercato di dare una definizione alla cosmesi naturale, elaborando il primo disciplinare italiano.
Il punto forte è la lista “positiva” dove sono riportati solo seicento ingredienti ammessi per la produzione dei cosmetici di cui è stata accertata l’ecologicità e la tollerabilità. Il disciplinare si avvale delle indicazioni della più importante fiera del settore in Europa, Biofach, che da anni vincola gli espositori a rientrare entro livelli di qualità rigorosi.