MTM n°9
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 3 - Numero 5 - set/ott 2004
Editoriale
 


Dott. Eugenio Raimondo
Il Dott. Eugenio Raimondo
Direttore scientifico e responsabile editoriale.



Anno 3 - Numero 5
set/ott 2004


Il vero benessere
di Eugenio Raimondo

direttore@mtmweb.it

Se impariamo a percepire il corpo sociale del paziente affineremo il nostro tatto
per la percezione delle paure, angosce quotidiane, disagi nei rapporti interpersonali

Eravamo tutti attenti. Non dimenticherò mai le parole del mio Maestro di Clinica Medica Prof. Giunchi, quando, durante le sue magistrali lezioni universitarie, frequentate da centinaia di allievi, sottolineava l’importanza dei segni e dei sintomi quali messaggi espressione di malattia.
Il corpo umano manifesta il suo alterato equilibrio e la sua malattia con dei segni in base all’organo colpito. Si è gialli per l’ittero, pallidi per l’anemia, cianotici nei broncopatici e asmatici. L’ipertiroideo ha lo sguardo fisso ed è ipereccitato, il parkinsoniano trema, il diabetico urina molto, ecc. Come si evince, esistono delle caratteristiche che sono inscindibili dalla malattia. Nella mia professione di medico di medicina generale ho cercato di comprendere il segno nel paziente per associarlo alla patologia. Effettivamente se si sta attenti alla facies dello stesso e ai segni che il corpo trasmette è più facile l’orientamento alla buona diagnosi. Ma ritengo che oggi un altro elemento è indispensabile nella anamnesi del paziente: il suo “corpo sociale”. La ricerca anche degli elementi della dimensione sociale che si riflettono nelle varie interpretazioni sul funzionamento del corpo stesso, è un tentativo di mediazione simbolica: il corpo, le malattie, la salute sono vissute come metafore del sociale e il sociale visto come metafora dell’organismo. Molti antropologi hanno cercato di trovare corrispondenze tra ordine simbolico e ordine sociale. Ma quanto lo stile di vita influenza lo stato di benessere? Che le persone siano, in generale, ampiamente consapevoli del ruolo degli stili di vita rispetto al proprio grado di salute, trova conferme in numerose ricerche di massa. Esercizio sportivo, alimentazione equilibrata, moderazione nell’assunzione di alcool e fumo sono gli standard di comportamento dell’uomo moderno per la salvaguardia della sua salute. Se impariamo a percepire il «corpo sociale» del paziente affineremo il nostro tatto per la percezione dei suoi stati d’animo: le sue paure, angoscie quotidiane, disagi, difficoltà nei rapporti interpersonali, l’incapacità o capacità di procurarsi il successo, la mancanza di riconoscimento e di stima, la capacità di sperare. Solo così aggiungeremo altri valori al suo stile di vita: la fiducia verso il prossimo nel diffidente, la disponibilità ad ascoltare nel distratto, la sopportazione nell’impaziente, la moderazione nel goloso, l’apertura verso gli altri nell’asociale, la speranza nel disilluso. L’equilibrio vero nell’uomo lo si ottiene quanto vi è una consapevole ricerca della serenità e del benessere non solo a livello corporale ma della mente, dei pensieri, dell’anima.


Lettere al Direttore

Gentile Direttore,
leggo molto volentieri ogni numero della sua rivista. Sono un medico ma anche io ho avuto modo di conoscere il mondo dell’editoria, e conosco lo sforzo che bisogna fare ogni giorno per realizzare una rivista come la vostra; per questo vi faccio i miei complimenti per l’ottima qualità dell’informazione che diffondete. Leggo con attenzione ogni singola pagina affezionandomi da buon lettore ad alcune rubriche [per esempio la pagina del medico generico] piuttosto che ad altre. La cronaca ufficiale sottovaluta le nostre problematiche, soffermandosi su tematiche scandalistiche, senza verificare i meccanismi che le producono. Abbiamo bisogno di organi di informazione che sappiano parlare di noi senza troppi pregiudizi e che ridiano lustro ad una professione che oggi viene troppo spesso calpestata.


Caro Collega,
ti ringrazio per i complimenti e le belle parole rivolte alla qualità del nostro lavoro. Sono medico generico anch’io e conosco le difficoltà, i difetti e le virtù di questa professione. L’attenzione che ho scelto di rivolgere alla categoria dei medici generici nasce dalla convinzione che da essa dipende il buono o cattivo funzionamento della sanità pubblica italiana. Ma dobbiamo essere messi in condizione di poter operare bene. Con 1500 pazienti non si è sempre attenti e perciò capita di inviare a visita specialistica un paziente che, se avessimo avuto più tempo, avremmo curato noi. Per la mole di lavoro a cui ci sottoponiamo siamo anche sottopagati, non abbiamo diritto a ferie e quando decidiamo di frequentare un corso Ecm a cui siamo ormai obbligati, non è facile trovare sostituti perché non ci sono giovani disposti a farlo. Grazie ancora.