Il
setting [la visita] ayurvedico
di
Alberto Chiantaretto
Laureato in medicina e chirurgia,
è medico Ayurvedico e responsabile degli Studi
sulla Medicina Ayurvedica del Cesmeo di Torino.
……Le
cose che gli vengono dette sulla sua salute, infatti, non appartengono
alla sua cultura: caldo, freddo, “aria”, “fuoco”……..
La
medicina ayurvedica, come ogni altro sistema medico, si propone
il fine di instaurare una terapia razionale dopo aver formulato
una diagnosi tramite l’anamnesi, cioè la rilevazione
dei sintomi, l’esame obiettivo del paziente, in accordo con
il proprio sistema di riferimento concettuale. Illustriamo questo
iter descrivendo il tipico setting ayurvedico, l’incontro
cioè tra medico e paziente.
Il medico inizia con lo strumento diagnostico per lui fondamentale:
la palpazione del canale [la nadi] che pulsa sulla faccia inferiore
del polso, alla radice del dito pollice - per l’anatomia occidentale
si tratta ovviamente di palpare il polso dell’arteria radiale.
Al paziente viene consigliato di arrivare alla visita digiuno da
almeno tre ore, per limitare le conseguenze della digestione sulle
caratteristiche della nadi. Dopo l’esame il medico comunica
il risultato della sua analisi al paziente ad esempio, eccesso di
pitta = calore, presenza di ama = formazione di prodotti di scarto
non assorbiti dall’intestino, eccesso di vata = possibili
manifestazioni a carico delle diverse funzioni nervose, ecc.
Il paziente, che supponiamo ignori i fondamenti dell’ayurveda,
può entrare in uno stato di “dissonanza cognitiva”
fino a temere di aver sbagliato medico. Le cose che gli vengono
dette sulla sua salute, infatti, non appartengono alla sua cultura:
caldo, freddo, “aria”, “fuoco”, aria che
si muove verso l’alto. Ma quando il medico ayurvedico, continuando
la visita, raccoglie il suo vissuto di disagio o di malattia “traducendo”
[fin dove sia possibile] nel linguaggio “occidentale”
più consono al paziente, ecco scoprire che in effetti la
diagnosi è ”vera” [lui ha avuto quei disturbi,
quei disagi non meglio definibili, si “sente” proprio
così] e rientra quindi in uno stato di “assonanza cognitiva”.
A questo punto è pronto a stipulare con fiducia un nuovo
“patto terapeutico” con il medico ayurvedico, iniziando
il percorso del ristabilimento complessivo del suo equilibrio di
benessere.
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