MTM n°20
MEDICAL TEAM MAGAZINE
Anno 7 - Numero 2 - mag/ago 2008
Cultura dello spirito
 


Don Primo Martinuzzi
Don Primo Martinuzzi

Anno 7 - Numero 2
mag/ago 2008

 

Esistono due ordini di conoscenza, distinti non solo per il loro principio, ma anche per il loro oggetto: per il loro principio, perché nell’uno conosciamo con la ragione naturale, nell’altro con la fede divina




CULTURA, SUA EVOLUZIONE, RAPPORTO CON LA SOFFERENZA UMANA

di Don Primo Martinuzzi

Papa Giovanni Paolo IIDesideriamo riflettere sul tema espresso nel titolo alla luce delle parole di Papa Giovanni Paolo II, scritte nella sua lettera enciclica Fides et Ratio [Fede e Ragione], nella quale sostiene come «fede e ragione sono le ali che innalzano l’uomo alla contemplazione della verità». Così egli scrive: «Molteplici sono le risorse che l’uomo possiede per promuovere il progresso nella conoscenza della verità, così da rendere la propria esistenza sempre più umana. Tra queste emerge la filosofia, che contribuisce direttamente a porre la domanda circa il senso della vita e ad abbozzarne la risposta: essa, pertanto, si configura come uno dei compiti più nobili dell’umanità». In modo speciale, le domande alle quali la riflessione filosofica deve rispondere sono inerenti ai grandi temi: la morte, la vita, il mondo, la sofferenza, Dio, ecc. Queste le domande specifiche: Chi sono? Da dove vengo e dove vado? Perché la presenza del male? Cosa ci sarà dopo questa vita? Il termine filosofia, secondo l’etimologia, significa «amore per la saggezza», prosegue Giovanni Paolo II, «la filosofia moderna, dimenticando di orientare la sua indagine sull’essere, ha concentrato la propria ricerca sulla conoscenza umana. Invece di far leva sulla capacità che l’uomo ha di conoscere la verità, ha preferito sottolinearne i limiti e i condizionamenti. Ne sono derivate varie forme di agnosticismo e di relativismo, che hanno portato la ricerca filosofica a smarrirsi nelle sabbie mobili di un generale scetticismo. La legittima pluralità di posizioni ha ceduto il posto ad un indifferenziato pluralismo, fondato sull’assunto che tutte le posizioni si equivalgono: è questo uno dei sintomi più diffusi della sfiducia nella verità che è dato verificare nel contesto contemporaneo […]. Con falsa modestia ci si accontenta di verità parziali e provvisorie, senza più tentare di porre domande radicali sul senso e sul fondamento ultimo della vita umana, personale e sociale. È venuta meno, insomma, la speranza di poter ricevere dalla filosofia risposte definitive a tali domande. La filosofia, che ha la grande responsabilità di formare il pensiero e la cultura attraverso il richiamo perenne alla ricerca del vero, deve ricuperare con forza la sua vocazione originaria». La conoscenza che la Chiesa propone all’uomo non le proviene da una sua propria speculazione filosofica, ma dall’aver accolto nella fede la Parola di Dio. Infatti, la Chiesa ribadisce con forza che, oltre alla conoscenza propria della ragione umana, capace per sua natura di giungere fino al Creatore [cfr. Lettera di S. Paolo Apostolo ai Romani], esiste una conoscenza che è peculiare della fede. Questa conoscenza esprime una verità che si fonda sul fatto stesso di Dio che si rivela, ed è verità certissima perché Dio né inganna né vuole ingannare. Il Concilio Vaticano II insegna che la verità raggiunta per via di riflessione filosofica e la verità della Rivelazione non si confondono, né l’una rende superflua l’altra: «esistono due ordini di conoscenza, distinti non solo per il loro principio, ma anche per il loro oggetto: per il loro principio, perché nell’uno conosciamo con la ragione naturale, nell’altro con la fede divina; per l’oggetto perché oltre le verità che la ragione naturale può capire, ci è proposto di vedere i misteri nascosti in Dio, che non possono essere conosciuti se non sono rivelati dall’alto». La fede, che si fonda sulla testimonianza di Dio espressa nelle Sacre Scritture e si avvale dell’aiuto soprannaturale della grazia [lo Spirito Santo guida la Chiesa progressivamente nel corso dei secoli, fino alla fine del mondo, alla verità tutta intera, sull’uomo, sul mondo, su Dio], è effettivamente di un ordine diverso da quello della conoscenza filosofica. Questa, infatti, poggia sulla percezione dei sensi, sull’esperienza e si muove alla luce del solo intelletto [la gnoseologia]. La filosofia e le scienze spaziano nell’ordine della ragione naturale, mentre la fede illuminata e guidata dallo Spirito Santo, riconosce nel messaggio della salvezza la «pienezza di grazia e di verità» [cfr. il Vangelo di Giovanni 1,14] che Dio ha voluto rivelare nella storia e in maniera definitiva per mezzo di Suo Figlio Gesù Cristo: Egli ha detto «Io sono la via, la verità, la vita». Al di fuori di questa prospettiva il mistero dell’esistenza personale rimane un enigma insolubile. Dove l’uomo potrebbe cercare la risposta ad interrogativi drammatici come quelli del dolore, della sofferenza dell’innocente e della morte, se non nella luce che promana dal mistero della Passione, Morte e Risurrezione di Cristo?
Ecco allora come un medico cristiano, un operatore sanitario, un sacerdote o un vescovo può aiutare il malato a trovare il senso del suo soffrire, accompagnandolo in quest’esperienza drammatica ma nello stesso tempo sublime. A questo riguardo e a mò di esempio riporto le parole del Vescovo di Palestrina Domenico Sigalini: «Voi con le vostre catene che vi chiudono in casa o vi costringono a letto siete collaboratori del Cuore di Gesù per la salvezza del mondo. Siamo fieri di voi e non vi dimentichiamo».