CULTURA, SUA EVOLUZIONE, RAPPORTO CON LA SOFFERENZA UMANA
di Don Primo Martinuzzi
Desideriamo riflettere sul tema espresso nel
titolo alla luce delle parole di Papa Giovanni
Paolo II, scritte nella sua lettera enciclica
Fides et Ratio [Fede e Ragione], nella quale
sostiene come «fede e ragione sono le ali che
innalzano l’uomo alla contemplazione della
verità». Così egli scrive: «Molteplici sono
le risorse che l’uomo possiede per promuovere
il progresso nella conoscenza della verità,
così da rendere la propria esistenza
sempre più umana. Tra queste emerge la filosofia,
che contribuisce direttamente a
porre la domanda circa il senso della vita e
ad abbozzarne la risposta: essa, pertanto, si
configura come uno dei compiti più nobili
dell’umanità». In modo speciale, le domande
alle quali la riflessione filosofica deve rispondere
sono inerenti ai grandi temi: la
morte, la vita, il mondo, la sofferenza, Dio,
ecc. Queste le domande specifiche: Chi sono?
Da dove vengo e dove vado? Perché la
presenza del male? Cosa ci sarà dopo questa
vita? Il termine filosofia, secondo l’etimologia,
significa «amore per la saggezza», prosegue
Giovanni Paolo II, «la filosofia moderna,
dimenticando di orientare la sua indagine
sull’essere, ha concentrato la propria
ricerca sulla conoscenza umana. Invece di
far leva sulla capacità che l’uomo ha di conoscere
la verità, ha preferito sottolinearne
i limiti e i condizionamenti. Ne sono derivate
varie forme di agnosticismo e di relativismo,
che hanno portato la ricerca filosofica
a smarrirsi nelle sabbie mobili di un generale
scetticismo. La legittima pluralità di
posizioni ha ceduto il posto ad un indifferenziato
pluralismo, fondato sull’assunto
che tutte le posizioni si equivalgono: è questo
uno dei sintomi più diffusi della sfiducia
nella verità che è dato verificare nel contesto
contemporaneo […]. Con falsa modestia
ci si accontenta di verità parziali e provvisorie,
senza più tentare di porre domande
radicali sul senso e sul fondamento ultimo
della vita umana, personale e sociale. È venuta
meno, insomma, la speranza di poter
ricevere dalla filosofia risposte definitive a
tali domande. La filosofia, che ha la grande
responsabilità di formare il pensiero e la cultura
attraverso il richiamo perenne alla ricerca
del vero, deve ricuperare con forza la
sua vocazione originaria». La conoscenza
che la Chiesa propone all’uomo non le proviene
da una sua propria speculazione filosofica,
ma dall’aver accolto nella fede la Parola
di Dio. Infatti, la Chiesa ribadisce con forza che, oltre alla conoscenza propria della
ragione umana, capace per sua natura di
giungere fino al Creatore [cfr. Lettera di S.
Paolo Apostolo ai Romani], esiste una conoscenza
che è peculiare della fede. Questa
conoscenza esprime una verità che si fonda
sul fatto stesso di Dio che si rivela, ed è verità
certissima perché Dio né inganna né vuole
ingannare. Il Concilio Vaticano II insegna che
la verità raggiunta per via di riflessione filosofica
e la verità della Rivelazione non si
confondono, né l’una rende superflua l’altra:
«esistono due ordini di conoscenza, distinti
non solo per il loro principio, ma anche per
il loro oggetto: per il loro principio, perché
nell’uno conosciamo con la ragione naturale,
nell’altro con la fede divina; per l’oggetto
perché oltre le verità che la ragione naturale
può capire, ci è proposto di vedere i misteri
nascosti in Dio, che non possono essere conosciuti
se non sono rivelati dall’alto». La fede,
che si fonda sulla testimonianza di Dio
espressa nelle Sacre Scritture e si avvale dell’aiuto
soprannaturale della grazia [lo Spirito
Santo guida la Chiesa progressivamente
nel corso dei secoli, fino alla fine del mondo,
alla verità tutta intera, sull’uomo, sul mondo,
su Dio], è effettivamente di un ordine diverso
da quello della conoscenza filosofica.
Questa, infatti, poggia sulla percezione dei
sensi, sull’esperienza e si muove alla luce del
solo intelletto [la gnoseologia]. La filosofia e
le scienze spaziano nell’ordine della ragione
naturale, mentre la fede illuminata e guidata
dallo Spirito Santo, riconosce nel messaggio
della salvezza la «pienezza di grazia e di
verità» [cfr. il Vangelo di Giovanni 1,14] che
Dio ha voluto rivelare nella storia e in maniera
definitiva per mezzo di Suo Figlio Gesù
Cristo: Egli ha detto «Io sono la via, la verità,
la vita». Al di fuori di questa prospettiva
il mistero dell’esistenza personale rimane un
enigma insolubile. Dove l’uomo potrebbe
cercare la risposta ad interrogativi drammatici
come quelli del dolore, della sofferenza
dell’innocente e della morte, se non nella luce
che promana dal mistero della Passione,
Morte e Risurrezione di Cristo?
Ecco allora come un medico cristiano, un
operatore sanitario, un sacerdote o un vescovo
può aiutare il malato a trovare il senso
del suo soffrire, accompagnandolo in quest’esperienza
drammatica ma nello stesso
tempo sublime. A questo riguardo e a mò di
esempio riporto le parole del Vescovo di Palestrina
Domenico Sigalini: «Voi con le vostre
catene che vi chiudono in casa o vi costringono
a letto siete collaboratori del Cuore di
Gesù per la salvezza del mondo. Siamo fieri
di voi e non vi dimentichiamo».
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